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Almaty, finalmente Medvedev!

Il russo torna a vincere un torneo dopo oltre due anni di attesa. Moutet si arrende solo al terzo set. Una partita elettrica risoltasi al terzo set dopo un susseguirsi di emozioni e giocate imprevedibili

di | 19 ottobre 2025

Daniil Medvedev (Getty)

Daniil Medvedev (Getty)

Dica 21. Daniil Medvedev si è laureato campione di Almaty (ATP250) grazie al successo in tre set contro il francese Corretin Moutet col punteggio di 75 46 63 ottenendo così il suo 21° titolo in carriera in altrettanti eventi. Una partita illeggibile, per lunghi tratti, la cui lettura un dott. Freud avrebbe saputo consegnare e decifrare in maniera più chiara degli spettatori presenti. Spettatori indisciplinati, che in più di un'occasione tra flash e movimenti inopportuni, non hanno mancato di aggiungere nervosismo a un match già di per sé a corde tese.

Tuttavia, Medvedev ha confermato il buon periodo di forma maturato nel tempo durante lo swing asiatico e giunto a performare indoor ha trovato infine il livello cui aveva lavorato a lungo per poter tornare a dare continuità ai suoi risultati. Moutet, mancino e imprevedibile come pochi altri, si è rivelato avversario oltremodo complicato: abile dal fondo, preciso a rete, rapido negli spostamenti e poco propenso all'errore. E' stato lui a portarsi avabni di un break nel primo set, condizione mantenutasi fino all'ottavo game, quando Medvedev con un parziale di 12 a 2 è riuscito infine a pareggiare i conti e involarsi verso il primo parziale.

Una racchetta scagliata in terra, una volé tirata forte verso il pubblico e un break subito in avvio è stata invece la cartolina con cui si è aperto il secondo parziale: Moutet, che sembrava ormai spacciato, si è trovato beneficiato di un break senza colpo ferire e bravo si è dimostrato a mantenere il gap inalterato fino a fine operazioni nonostante i reiterati tentativi del russo di riprendere in mano le redini del match. Costante è stato il suo rendimento in battuta (73% di prime in campo con oltre il 60% di punti estratti), e coraggio non gli è mancato quando si è trattato di affondare i colpi (ben 29 i vincenti).

Ma riorganizzate le idee, e compreso che un appuntamento simile per riaggiornare la sua bacheca difficilmente si sarebbe riproposto in modo così allettante, Medvedev è tornato in cattedra in un terzo set in cui senza mai perdere lucidità è riuscito a spingersi fino alle ultime battute, quelle in cui far valere la sua differenza. Svanite le prima quattro chance di break maturate nel quarto game, il successivo affondo, portato cinicamente nell'ultimo turno di battuta del suo rivale, è stato quello decisivo grazie al quale ha potuto infine chiudere il match e tornare ad assaporare sensazioni dimenticate da tempo. Per pensare al ranking e al sogno di Torino, tempo ce ne sarà. Poco, ma ce ne sarà.

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