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Dall'occhio di falco (bendato) a Zendaya: cosa resta di Monte-Carlo 24

Sette cose da ricordare del Masters 1000 monegasco, più glamour che mai. Con attrici, sportivi di altre discipline e reali sulle tribune. E con i giocatori a darsi battagli sulla prima terra di stagione. Impressioni: nemmeno il rosso, per Sinner, sarà un problema

di | 15 aprile 2024

Terra di Tsitsipas

Vincere tre volte uno stesso Masters 1000 non è impresa per tutti. A Monte-Carlo nell'Era Open ci erano riusciti – a parte Rafa Nadal con i suoi 11 trofei, 8 consecutivi – Thomas Muster, Ilie Nastase e Bjorn Borg. Mica poco. Per questo, Stefanos (come pure il suo rovescio a una mano), al di là delle circostanze che l'hanno condotto in finale, merita una standing ovation.

Hawk-eye live

Dal 2025, un episodio come quello che ha coinvolto Jannik Sinner e Stefanos Tsitsipas in semifinale, ossia una palla (probabilmente decisiva) chiaramente fuori ma non chiamata, non potremo rivederlo. Semplicemente perché l'Atp ha previsto l'inserimento di hawk-eye live, ossia l'occhio di falco elettronico, anche su terra battuta. Senza giudici di linea avremo (forse) meno errori, avremo (certamente) meno polemiche ma avremo anche un po' di nostalgia per un pezzo di storia del tennis che saluta.

Monte-Carlo 2024, il best of

Challengers

Zendaya e gli altri attori di Challengers, il film di Luca Guadagnino (a sfondo tennistico) in uscita fra pochi giorni (in Italia il 24 aprile), erano sulle tribune a Monte-Carlo per dare un'occhiata al torneo e per promuovere la loro opera. Per un pomeriggio, dentro ai locali del Country Club, c'è stata più attenzione del solito ai movimenti del pubblico, laddove passava la star americana. Che, in effetti, ha stregato più di un appassionato della racchetta.

Sonego lucky (lucky) loser

Due volte lucky, Lorenzo Sonego a Monte-Carlo. Proprio nel primo grande torneo senza Gipo Arbino, dopo l'ufficializzazione della loro separazione. Il torinese ha trovato la tranquillità necessaria per giocare un ottimo match contro Felix Auger-Aliassime, ma non al primo turno del main draw bensì al secondo, visto che chi aveva dato forfait era Carlos Alcaraz. Peccato per la rimonta di Humbert al turno successivo e per i quarti sfumati, ma Lorenzo ha dimostrato una volta di più quale sia la sua vera arma: la passione.

Il treno del tennis

C'è una politica del torneo di Monte-Carlo che è particolarmente utile. Alle persone e all'ambiente. In più, visto che nel Principato il traffico è effettivamente un problema non banale, aiuta pure a risparmiare tempo. Il torneo diretto da David Massey sta cercando di disincentivare gli arrivi in auto, incentivando quelli in treno, grazie a una fermata a due passi dal Country Club che è lì da diversi anni, ma che oggi è molto più sfruttata di un tempo. La grande maggioranza degli italiani che hanno assistito all'evento è arrivata proprio così: poche spese, zero problemi di parcheggio. Al di là di una possibilità - quella del treno a due passi - che hanno in pochi, ripensare la mobilità all'interno dei grandi eventi è una delle sfide per gli organizzatori dei nostri tempi.

Il buon vecchio Nole

Non si capisce se sia più stanco, più demotivato o semplicemente più invecchiato. Ma quest'anno – fin qui – non c'è stato modo di vedere il vero Nole. E Monte-Carlo non è stata un'eccezione. La domanda a questo punto è: ma il vero Nole, lo rivedremo mai?

Sinner

Dulcis in fundo. Ora, al di là del fatto che abbia perso (nel modo in cui tutti sappiamo), la sconfitta non intacca di una virgola l'impressione: nemmeno la terra, per Jannik, dovrebbe essere un problema in prospettiva grandi titoli. Perché con il ritmo che può tenere attualmente, non c'è specialista (o pseudo tale) che tenga. A Roma (e Parigi) le prossime risposte, con l'incognita Alcaraz che in effetti potrebbe rappresentare – per caratteristiche tecniche – l'ostacolo più serio. A patto che stia bene.


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