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Napoli, Barletta e... La grande stagione dei Challenger italiani

La terra resta la regina, nel calendario Challenger tricolore. Perché è la nostra superficie, quella della tradizione del tennis italiano, quella su cui abbiamo costruito giocatori e vittorie, prima che il circuito virasse in maniera decisa sugli hardcourt, portando a un maggiore equilibrio anche nei campi dello Stivale

27 marzo 2024

Centrale Tennis Napoli

Il campo Centrale del Tennis Napoli

Comincia la festa. Il circuito Challenger italiano torna in scena a partire da questa settimana, per una lunga stagione fatta di tornei di qualità straordinaria. Sono 'solo' Challenger? Forse, prima di giudicare dal nome, bisognerebbe dare un'occhiata agli albi d'oro, specchio fedele di quanta bellezza ci sia, nel circuito considerato (a torto) minore dell'Atp.

Per questo Napoli e Barletta, ossia gli eventi di queste due settimane, sono un esempio perfetto. La Tennis Napoli Cup, negli anni da Challenger, vanta una serie di vincitori sovrapponibile a quella di un torneo del circuito maggiore: a partire dal 1995 troviamo Thomas Johansson, Felix Mantilla, Davide Sanguinetti (in finale su Marat Safin), Juan Carlos Ferrero, David Ferrer, Richard Gasquet (due volte, 2003 e 2005).

La premiazione del Barletta Challenger 2021: a sinistra il vincitore Giulio Zeppieri, a destra il finalista Flavio Cobolli

Barletta non è da meno, anzi. Nel 2003, il torneo pugliese ha festeggiato i 20 anni dal trionfo di Rafael Nadal (che peraltro ha ricordato con affetto quel trofeo, il primo nella categoria dopo 6 Futures), ma già in precedenza agli organizzatori non era andata male, considerando che dal 1997 in poi si trovano i nomi di Carlos Costa, Felix Mantilla e Sergi Bruguera. Dopo Nadal, sarebbero arrivati pure Nico Almagro e Richard Gasquet. Solo per restare ai vincitori.

La terra resta la regina, nel calendario Challenger tricolore. Perché è la nostra superficie, quella della tradizione del tennis italiano, quella su cui abbiamo costruito giocatori e vittorie, prima che il circuito virasse in maniera decisa sugli hardcourt, portando a un maggiore equilibrio anche nei campi dello Stivale (grazie al progetto campi veloci). Però i Challenger vanno (quasi sempre) nei club, e nei club le strutture principali sono ancora con il mattone tritato a fare da padrone.

Un'immagine della finale del Challenger di Napoli del 1996 (Foto FITP)

Nel corso del 2023, il circuito Challenger tricolore aveva fatto tappa a Rovereto (cemento indoor), prima di 19 eventi sul rosso: Sanremo, Barletta, Roseto degli Abruzzi, Roma Garden, Cagliari, Francavilla a Mare, Torino, Vicenza, Perugia, Parma, Modena, Milano, San Benedetto del Tronto, Trieste, Verona, Cordenons, Todi, Como, Genova. Per poi chiudere di nuovo sul rapido di Olbia (cemento), Ortisei (indoor) e Bergamo (indoor).

Quest'anno il calendario, come peraltro accade a ogni stagione, subirà qualche cambiamento, ma la struttura portante resta solida. Dopo Napoli e Barletta spazio a Roma (al Garden, dal 22 al 28 aprile), poi ancora al 175 di Cagliari, a Francavilla a Mare, all'altro 175 di Torino, in concomitanza con la seconda settimana degli Internazionali BNL d'Italia di Roma. Tra fine maggio e giugno, ecco poi Vicenza, Perugia, Sassuolo (una novità che in realtà è un ritorno, con un 125 dal 17 giugno) e Milano.

Holger Rune, vincitore nel 2021: è stato il terzo vincitore consecutivo del Challenger di Bergamo poi arrivato in top-10 (foto Antonio Milesi)

L'Atp ha ufficializzato le date fino alla fine del mese di giugno, dunque su quello che accadrà poi rimangono solo notizie ufficiose. Tuttavia, il grosso del tour dello Stivale nella parte centrale dell'anno dovrebbe andare verso la riconferma, mettendo nuovamente l'Italia fra i Paesi capaci di organizzare più eventi in assoluto.

Un dato che conta non soltanto per mettere in evidenza quanto siano preparati e desiderosi di scendere nell'arena i nostri club, ma anche per dare opportunità ai giocatori azzurri. Non è un mistero che una parte del merito per la grande abbondanza di campioni che ci stiamo godendo sia anche delle prove cosiddette minori. Quelle che a ogni stagione fanno da trampolino di lancio per i big di domani. O per quelli di oggi.

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