

"La partita contro Davidovich Fokina - spiega lo spagnolo - è stata la migliore della settimana. Non gli ho permesso di fare il suo gioco e di dominare lo scambio come piace a lui”
12 aprile 2025
Non è ancora il miglior Alcaraz. E anzi, a voler ben vedere, non ci è nemmeno troppo vicino. Ma la crescita durante la settimana è evidente. Contro l'amico Alejandro Davidovich Fokina, il numero 3 del mondo vive di alti e bassi, ma alla fine si impone. Con qualche rischio.
"Lui ha salvato tante palle break - spiega Alcaraz - e recuperato tante situazioni difficili, ma sono felice di come ho giocato. Fisicamente mi sentivo bene. Ho lavorato duramente per tornare qui, non posso pretendere di fare finale in ogni torneo che gioco ma in questo periodo ho ritrovato buone sensazioni col mio team".
"Qui a Monte-Carlo ogni giorno è andata meglio, sono uscito da momenti difficili e adesso sono tranquillo. Cercherò di farmi trovare pronto per la finale e di godermi un'altra partita".
Carlos analizza lucidamente il suo periodo. “All'inizio della settimana di certo non giocavo così bene come sto facendo ora, ma allo stesso tempo so che posso fare meglio. Adattarsi alla terra non è mai semplice, ci vuole tempo. Durante il torneo sono senza dubbio migliorato, ma ho davanti altra strada da fare. Spero di riuscire a fare un altro passo avanti in finale”.
Intanto, è andata in archivio una partita non durissima, ma nemmeno semplice. Anche per motivazioni non così tecniche. “Giocare con una persona che conosci molto bene in un certo senso può essere più semplice, perché sai cosa aspettarti e sai quali contromisure prendere ai suoi colpi. In sostanza giochi più rilassato. Dall'altro lato però è difficile mentalmente perché sai che stai dando un dispiacere a un amico. In questo caso sono contento di essere rimasto lontano dall'amicizia, almeno per il tempo della partita... (ride, ndr)”.
Non può mancare, a espressa domanda, un altro riferimento al grande assente. “Da quando Sinner è rimasto fuori dal circuito, molti si aspettavano che io potessi arrivare al numero 1. E questa cosa, sentirla ripetere spesso, mi ha dato fastidio. Non ero più così concentrato su ciò che dovevo fare io. Dopo Miami ho realizzato che il segreto era tornare a divertirmi mentre giocavo. Pensare a me stesso e alla mia evoluzione, e basta. Ora le cose stanno andando meglio e la partita contro Davidovich Fokina è stata la migliore della settimana. Non gli ho permesso di fare il suo gioco e di dominare lo scambio come piace a lui”.
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