Medvedev ricorda anche quanto accaduto con Nadal e Federer: "Si pensava vincessero tutto, poi è arrivato Djokovic. Oggi Sinner e Alcaraz sono fortissimi, ma quando li si affronta bisogna crederci"
di Samuele Diodato | 09 agosto 2025
“Jannik e Carlos stanno giocando in modo incredibile, sono i primi due al momento e stanno giocando meglio di chiunque altro, ma mai sottovalutare un terzo che arriverà a sfidarli”. Così, Daniil Medvedev, attuale n. 15 al mondo, ma ex n. 1, si è espresso in un’intervista al sito ATP, parlando della nuova rivalità tra Sinner e Alcaraz, che domina la scena – soprattutto negli Slam – dall’inizio del 2024, con sette successi (4-3 in favore dell’azzurro) in due.
Lo sa bene il moscovita, che ha incontrato i due avversari sin dalla giovanissima età, da quando lui era al vertice sino al loro arrivo e al passaggio di consegne – oramai avvenuto a pieno titolo – soprattutto con Novak Djokovic, ultimo rappresentante dei Big 3. “Si parla molto di questo: ‘Com’è possibile che nessuno si avvicini a loro?’ Carlos, quando aveva 17 anni, è arrivato nel Tour e tutti dicevano: “Come fa a colpire così forte? Posso allenarmi 10 ore al giorno e non riuscirei comunque a colpire così forte – ha detto Medvedev -. Quindi, quando ha quelle giornate in cui non sbaglia — e gli capitano spesso — per noi non c’è alcuna possibilità. Lo stesso vale per Jannik, è un giocatore davvero forte”.
Provare per credere, si direbbe. E l’ex n. 1 (primato raggiunto nel 2022), ha davvero pagato a caro prezzo l’ascesa dei due giovani. Con Alcaraz, classe 2003, ha sempre sofferto, tanto da essere sotto 6-2 nei precedenti. Di Sinner, classe 2001, invece è stato una sorta di nemesi fino al 2023: dopo aver vinto i primi sei incontri, però, il parziale recita 8-1 in favore dell’altoatesino.
Eppure, proprio guardando ai Big Three, non è detto che il loro duopolio duri per sempre, secondo il 29enne: “Ricordo Roger e Rafa: quando Rafa aveva 20 o 21 anni aveva già vinto due o tre Roland Garros. Si parlava di quel momento in cui vinse Wimbledon per la prima volta, ed era il suo primo Slam fuori dal Roland Garros”.
“Poi, a quel punto, quando tutti pensavano che si sarebbero divisi tutti gli Slam, è arrivato quel tennista serbo un po’ più tardi e ne ha vinti più di loro”, con un chiaro riferimento a Djokovic, l’avversario davanti al quale Medvedev ha vinto il suo unico Slam, lo US Open del 2021, privando il serbo della possibilità di completare il Grand Slam nel singolo anno solare.
Tornando al discorso principale, pur con grande realismo, Medvedev sottolinea l’idea di farsi sempre trovare pronti, anche quando sembra impossibile: “Sono giocatori forti, ma allo stesso tempo entrambi possono perdere a volte. Per esempio, Jannik ha perso contro Sascha [Bublik] a Halle e Sascha ha vinto il torneo. Carlos ha perso contro Botic [Van de Zandschulp] meno di un anno fa… Ogni volta che sei in campo contro di loro, devi provare a vincere”.
E quando parla del terzo incomodo, ha anche l’onestà di non riferirsi direttamente a sé stesso, per ovvie ragioni: “È divertente perché molte persone mi chiedono di Jannik e Carlos, ma quest’anno, negli Slam, non li ho ancora affrontati: ho giocato molto peggio”. “Voglio essere dove sono loro”, ha ammesso, ma con la consapevolezza di dover ancora uscire dal suo momento difficile. Il digiuno di titoli ATP, ad esempio, prosegue dal trionfo agli Internazionali BNL d’Italia del 2023.
"Qualunque cosa facciamo, cerchiamo solo di migliorare. Quindi ci siamo seduti con il team: dove possiamo fare le cose meglio? Cosa possiamo cambiare? Abbiamo discusso di alcune cose e proverò a metterle in pratica. Questa è la parte più entusiasmante della stagione: ci saranno campi in cemento fino a Miami dell’anno prossimo. Quindi cercherò di dare il massimo e divertirmi. È un’opportunità, voglio prenderla come una sfida per cercare di alzare il mio livello nelle grandi occasioni, provando ad andare passo dopo passo”.