Il Profilo
Da lunedì 26 luglio e domenica 1 agosto 1999. Giusto sette giorni, prima che Pete Sampras si riprendesse la corona. Una settimana che nella carriera di Pat Rafter fa tutta la differenza del mondo, e gli ha permesso di essere uno dei 26 numeri uno al mondo nella storia dell’ATP. Fra tutti è quello rimasto in vetta meno, ma poco importa, perché nel suo palmarés ci sono comunque due titoli consecutivi allo Us Open (1997, 1998) e due finali di Wimbledon, nel 2000 e nel 2001. Famosissima la seconda, persa contro Goran Ivanisevic.
Giocatore d’attacco e grande amante del serve&volley, Rafter ha chiuso la carriera nel 2002 (ma il ritiro ufficiale è arrivato l’anno successivo) con all’attivo 11 titoli nel Tour, fra i quali i Masters 1000 di Cincinnati e Canada nel suo magico ’98, nel quale vinse 6 tornei. Ha vinto anche un Australian Open in doppio, nel 1999, stesso anno del successo in Coppa Davis con l’Australia. Membro della Hall of Fame dal 2006, è stato capitano del team australiano di Davis per oltre 4 anni, dall’ottobre 2010 al gennaio 2015.
A Rafter è dedicato il campo centrale dell’impianto di Brisbane, che ha ospitato un torneo Atp 250, ospita un torneo Wta Premier e dal 2020 sarà fra le sedi della nuova ATP Cup. Fra i record più significativi della sua carriera ne emergono due: è uno dei soli tre giocatori dell’intera Era Open capaci di arrivare almeno in semifinale sia in singolare sia in doppio in tutti i quattro tornei del Grande Slam. In più, è l’unico giocatore imbattuto contro Roger Federer fra quelli che l’hanno affrontato almeno tre volte, e ha un bilancio positivo su tutte le superfici: terra, cemento ed erba.