-
Milos Raonic

I Numeri

8
I titoli ATP vinti
250
KM/H: il servizio più veloce
1
La finale Slam disputata
Match
La finale a Wimbledon

Nel 2016, grazie a un tennis particolarmente offensivo, il canadese è arrivato in finale a Wimbledon, rimontando da 2 set a 1 sotto nella semifinale contro Roger Federer. Tuttavia, fu costretto ad arrendersi in tre set ad Andy Murray.

Match
Gli infortuni

A mettere i bastoni fra le ruote a Raonic sono stati molto spesso gli infortuni, di ogni genere. Ha collezionato una lunghissima serie di ritiri a match in corso, o di forfait prima di tornei o di incontri anche importanti.

Vittoria
Servizio bomba

Il servizio più veloce misurato nella carriera di Raonic è stato di 250 km/h, alla Roger Cup del 2012 contro Viktor Troicki. Il canadese è a un soffio dallo scalzare Richard Krajicek dal decimo posto nella classifica dei giocatori ad aver servito più aces in carriera.

Il Profilo

Il suo rendimento nel 2016 aveva messo tutti d’accordo, specialmente dopo la finale a Wimbledon: il primo giocatore nato negli Anni ’90 a vincere un torneo del Grande Slam sarà Milos Raonic. Una previsione che il tempo ha ormai fatto dimenticare, complici specialmente i troppi infortuni che hanno frenato a ripetizione la carriera del gigante canadese nativo di Podgorica (Montenegro), tanto pericoloso quanto fragile. Ha fatto tanto, perché è stato numero 3 al mondo e ha vinto 8 titoli ATP, ma poteva fare di più.

Con uno dei servizi più veloci del Tour, accoppiato a un diritto potentissimo, Raonic ha dimostrato di poter battere tutti i migliori, specialmente nel periodo in cui – con l’aiuto del terzetto Piatti, Ljubicic, McEnroe – aveva migliorato tantissimo il gioco a rete, offrendo un tennis molto più offensivo che in passato. I problemi fisici non gli hanno permesso di sfruttare un treno che pareva quello ideale per affermarsi, e da lì in poi la sua carriera è stata un calvario, fra buoni risultati e infortuni, tanti stop e altrettante ripartenze.

Una serie di sfortune che nel frattempo ha fatto passare gli anni, portandolo alla soglia dei 30 con un solo ATP 500 nel palmarés, e il sospetto che il suo nome verrà presto dimenticato per colpa di Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime, i due connazionali che promettono di fare grandi cose nelle prossime stagioni. Ma Milos, per ora, resta lì. Probabilmente non lo rivedremo più nella top-3, perché servirebbe una continuità che il suo fisico non gli permette. Ma qualche (grosso) exploit può ancora coglierlo.