Torna la rubrica di SuperTennis a cura di Claudia Fusani. Al centro di questa puntata un messaggio di pace che arriva dal tennis femminile agli Internazionali BNL d'Italia
di Claudia Fusani | 12 maggio 2023
Sovvengono suggestioni strane aggirandosi tra i diciassette campi del Foro Italico. Mercoledì sera, ad esempio, mentre Fognini scendeva in campo con Murray e tutto il pubblico sciamava verso il Centrale, mi è capitato di soffermarmi per un attimo sul Campo numero 1. Sono stata lì un’oretta, nell’aria dolce sotto i pini marittimi mentre il giorno lascia spazio al crepuscolo. E mi è capitato di immaginare che quel campo lì, sì proprio quello, potesse essere la Hall dell’assemblea generale che raccoglie i delegati dei 192 paesi membri delle Nazioni Unite.
Giocavano, infatti, due ragazze, biondine, certamente slave. Leggo il tabellone, una delle due non ha nazionalità e quindi è russa: si chiama Anna Kalinskaya, rapido controllo, è nata a Mosca, ha 24 anni ed è numero 57 WTA. L’altra è ucraina, si chiama Dayana Yastremska, è una qualificata ed è molto più bassa in classifica (158) ma è stata n.20 prima che tutto degenerasse per via della maledetta guerra.
I giocatori russi sono stati riammessi in tutti i tornei, sono caduti tutti i ban (Roma non li ha mai messi), anche quelli legati ai vaccini e alla pandemia. Possiamo dire che il 2023 è il primo anno normale dopo due anni decisamente anomali che hanno falsato e condizionato non poco classifiche e trofei.
Tornati i russi, le sfide con ucraini e bielorussi sono quasi il pane quotidiano sui campi da tennis. Specialmente nel femminile. Per quanto anche nel maschile Rublev e Medvedev, per restare ai top 10, abbiano il loro da fare con i colleghi ucraini.
Torniamo al campo 1. Partita di per sè normale: grandi botte, entrambe molto fisiche, rovescio bimane, poche variazioni, vince la più allenata e potente, cioè la russa (64/62). C’è il tempo, mentre le guardo, di cercare un po’ nelle loro vite. Ed è un viaggio.
Ci sono cinque giocatrici ucraine in tabellone a Roma: Marta Kostyuk, Anhelina Kalinina, Lesia Tsurenko, Dayana Yastremska, Elina Svitolina, due volte regina di Roma, mamma da sette mesi e di nuovo in campo. Nessuna di loro vuole mollare anche se è tutto molto più complicato.
La Federazione italiana tennis e padel ha fatto una ricca donazione alla Federazione gemella ucraina per aiutare un paese distrutto per metà. Chi vi dice che tennisti e tenniste non risentono della situazione perché si allenano altrove, hanno vite tutto sommato dorate, sappiate che nulla è più falso: soffrono per gli amici, temono per le loro famiglie.
Sono ragazzi e ragazze di vent’anni che avevano molto, quasi tutto, e ora non capiscono perchè non possono viaggiare, non possono prelevare soldi, perchè i loro coetanei devono mettersi una mimetica, alzare un mitra e andare al fronte. Non capiscono la guerra. E soffrono, tutti, russi ed ucraini, al di là delle propagande di ciascuno stato e governo.
Dayana Yastremska è cresciuta a Odessa, compierà 23 anni lunedì prossimo. Anna Kalinskaya, ha 24 anni, è nata e cresciuta a Mosca. Le loro vite e nazionalità sulla carta cosi sanguinosamente contrapposte spiegano meglio di mille trattati e vertici e bilaterali perché questa guerra deve finire.
Ecco cosa Anna disse la russa disse un anno fa in una conferenza stampa: “È molto triste e spaventoso vedere il popolo ucraino soffrire. Non molti lo sanno, ma mia madre è ucraina e io dunque sono ucraina a metà. E so anche che la mia gente in Russia non vuole questa guerra. Tutti chiediamo che finisca presto. Amo gareggiare e lavorare sodo, quando sono in campo cerco di dimenticare cosa sta succedendo (in Ucraina e in Russia ndr), ma non riesco a non guardare di continuo il telefono e pensare di dover chiamare al più presto miei genitori per sapere dove sono, cosa fanno, come stanno”.
Citiamo Anna. Ma vi assicuro che quasi tutte loro hanno detto o scritto sule telecamere: “Stop war, only peace”.
Lo stesso giorno sul Centrale si sono erano affrontate due ucraine: Elina Svitolina in Monfils, 28 anni, ex numero 3 WTA e due volte vincitrice agli Internazionali d’Italia, e Lesia Tsurenko, quasi 34 anni, 68 WTA. Ieri l’ucraina Angelina Kalinina ha lasciate tre game alla russa Blinkova. Alla fine si abbracciano e c’è qualcosa di più e di diverso in quella stretta. “Chissà perchè Dio ci pesta come un tango… ma noi non siamo che loro”, Tananai è la loro colonna sonora.
Ci sono solo vincenti in questa storia. Il gratuito dipende solo da loro, capi di stato e diplomazie che dovrebbero ascoltare di più musica e sport. E se un campo da tennis potesse diventare l’assemblea generale delle Nazioni Unite….