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Davide Tortora racconta: Fall vs Spring, le stagioni del college

L’attività sportiva e accademica, nei college americani, si divide tra Autunno e Primavera: due semestri molto diversi fra loro. Nel primo si gioca principalmente a livello individuale e ci si può mettere in mostra in vista del secondo, quando l’attività diventa di squadra e si viaggia di più. Cementando lo spirito di gruppo. La testimonianza di un giovane azzurro che si sta mettendo in mostra

di | 29 dicembre 2020

Oltre alle gerarchie, fondamentali e preziose per la crescita di un giocatore, nel mondo dei college americani è importantissima anche la differenza fra le due stagioni: la “Fall Season”, che va da agosto a dicembre, e la “Spring Season”: da gennaio a maggio. Due semestri molto diversi tra di loro, sia dal punto di vista tennistico che da quello accademico.

L’anno scolastico inizia con la “Fall Season”. Le prime settimane sono sempre le più toste: sveglia presto al mattino per fare una seduta di resistenza e una di pesistica; poi spazio alle lezioni; quindi dopo pranzo un’altra seduta di allenamento sul campo da tennis.

Inoltre, specialmente nel sud degli Stati Uniti dove da agosto a ottobre le temperature possono toccare i 35 gradi, anche il clima fa la sua bella parte. Perché effettuare ripetute di corsa e scatti in condizioni estreme può essere molto probante per gli atleti.

Una volta terminate le prime settimane, scocca l’ora dei primi tornei individuali. Ogni atleta rappresenta naturalmente la propria università, ma il risultato conta solo dal punto di vista individuale, e non influenza le statistiche della squadra. Si possono giocare varie tipologie di tornei.

Gli studenti di università con un programma più costoso e con un ranking americano giocano tornei Itf e anche ATP Challenger, mentre in altre università con budget minori si partecipa a tornei ad invito, o UTR events. Le competizioni tra college-players più prestigiose sono i Regionals e ITA All-American. Il primo è un torneo in cui partecipano i migliori giocatori di stati confinanti o relativamente stati vicini, mentre nel secondo si radunano tutti i migliori giocatori nella stessa location, che si sfidano per il titolo di All-American.

La “Fall Season” è un’ottima opportunità per ottenere un ranking personale a livello di college. Solo poco più di un centinaio di atleti riescono ad entrare in questa lista, ragion per cui raggiungerla è una grande soddisfazione.

Fra coloro che ci sono riusciti c’è l’italiano Davide Tortora, giocatore della Mississippi State University. Appena arrivato in Mississippi, in una delle università più prestigiose sia dal punto di vista accademico che tennistico, Davide non ha esitato un secondo e ha sfruttato i Regionals nel migliore dei modi, raggiungendo la finale e sconfiggendo giocatori dall’ottimo ranking.

Questo torneo gli ha permesso di raggiungere la posizione numero 101, e garantirsi così un posto nella lineup per la stagione al via a gennaio. Ottenere buoni risultati nella “Fall Season” dà anche l’opportunità a quei giocatori che non rientrano nel sestetto titolare della propria squadra (sono infatti sei gli incontri di singolare che si svolgono nelle sfide fra college durante la Spring Season), di mettersi in mostra e magari prendere il posto di qualcun altro, e iniziare così la Spring Season partendo nella lineup titolare.

“La Spring Season – spiega Tortora – è sicuramente la mia stagione preferita. L’atmosfera che si crea sia alla vigilia sia durante gli incontri è straordinaria. Viaggiando insieme e svolgendo tante attività, fra i giocatori si crea grande spirito di gruppo. E vedere sul campo i risultati del lavoro svolto durante la Fall Season dà tanta soddisfazione”.

La maggior parte dei tennisti preferisce la “Spring Season”, perché è il semestre che dà la possibilità di vincere un titolo di squadra. Ogni settimana si giocano partite contro altre università, e il livello della competizione è molto elevato. Lo scopo di giocare molte sfide è quello di arrivare preparati per il finale di stagione, dove si giocano le partite della propria Conference e si può vincere il trofeo più importante.

La soddisfazione di vincere per la propria università è indescrivibile e indimenticabile, ed è per questo che ogni squadra è motivata più che mai. A differenza della Fall Season, dove si passa la maggior parte del tempo all’interno del campus universitario, nella Spring si viaggia molto di più, trascorrendo ore e ore in pullman come in aereo con l’obiettivo di andare a conquistarsi le vittorie, ma anche per cementare il gruppo. In più, in caso di successo nella propria Conference, il team può anche raggiungere le NCAA finals: il traguardo più ambito da parte di ogni squadra.

Un altro motivo per cui la Spring Season è più affascinante è dovuto alla settimana della spring break, in cui non ci sono lezioni. Raramente i coach permettono una settimana di pausa dalle attività, ma si danno da fare per programmare incontri in posti più caldi o vicino al mare, in modo che dopo le battaglie in campo gli atleti possano godersi qualche ora di relax coi compagni.

Per quanto concerne invece la parte accademica, il carico più importante è durante la Fall Season, perché si saltano meno lezioni e la maggior parte del tempo viene trascorso all’interno del campus. L’obiettivo è di riuscire ad acquisire 15 crediti per ciascun semestre, in modo da finire il percorso universitario in quattro anni.

Per motivi di allenamenti e partite, la maggior parte dei giocatori cerca di raccogliere dai 15 ai 18 crediti nella Fall Season, e circa 12 nella Spring Season quando viaggiando più spesso il tempo per studiare e sostenere gli esami è più ridotto. Non essere sempre presente in classe e avere partite ogni fine settimana ha naturalmente effetti sullo studio, perciò è fondamentale una buona organizzazione.

Altro aspetto vitale della parte accademica è l’importanza che i professori danno allo sport: se i viaggi per i tornei obbligano un atleta a spostare un esame, nessuno si preoccupa. Lo si può spostare al momento del ritorno nel campus.

Una volta terminata la Spring Season, le competizioni di college si fermano per un periodo va da dai due ai tre mesi. I giocatori hanno la possibilità di restare all’università, frequentare qualche corso estivo e continuare ad allenarsi, oppure possono tornare a casa e disputare tornei individuali o a squadre. Finita la pausa estiva si rincomincia con un altro anno e un’altra Fall Season.

Data l’intensità delle sue stagioni, sia dal punto di vista scolastico che tennistico, essere organizzati e avere le idee chiare sulla gestione del proprio tempo è una delle qualità più importanti che uno student-athlete possa avere. Vedere i propri sogni realizzarsi è la cosa più bella che possa accadere, per ottenere ciò è necessario lavorare duramente. In fondo, come disse Nelson Mandela, “un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”.

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