Le pagelle della settimana: Zheng incanta, Fernandez risorge, Garcia e Paire, fermatevi!

ZHENG 10

La 21enne cinese che vince il torneo di casa e canta al microfono insieme alla sua gente è un inno alla gioia, il manifesto del tennis donne. E che atleta, che tecnica!  

HURKACZ 9

Zitto zitto, buono buono, Hubi doma Bum Bum Rublev con 21 ace e l’81% di prime, ma non è solo solo servizio. Col secondo urrà in un 1000, rivede uno spiraglio per le ATP Finals 

SINNER 8

Dopo il successo di Pechino, disputa due buoni match e mezzo a Shanghai. Così timbra il cartellino per Torino, può rifiatare, rimettere benzina nel serbatoio e sprintare ancora… 

PAOLINI 7

Pari merito con Martina Trevisan. Dopo le semifinali WTA in Asia, le piccole-grandi azzurre dal tennis completo e dalla grinta immensa sono calde per la nazionale di BJK Cup

FERNANDEZ 6

Per battere Siniakova dalle 1000 rimonte dimostra di essere cresciuta davvero. Speriamo che sia proprio risorta col suo tennis estremo così difficile, dai mirabolanti effetti mancini

SHELTON 5

Sbandiera con Korda il vessillo dei giovani USA. Peccato gli manchi ancora tanta pazienza, insieme al rovescio. Ma quando s’accende fa dei tiri mancini anche ai più forti

DIMITROV 4

Bellissimi lui e il suo tennis. Bellissimo torneo, bellissimi risultati, ma come al solito crolla sul più… bello! A 32 anni come quando lo chiamavano “Baby Fed”: è il destino

GARCIA 3

Non sta bene con se stessa. Soffre troppo la pressione, le aspettative proprie e degli altri, la ricerca di un tennis che non torna. Segua l’esempio di Muguruza: vada in vacanza!

PAIRE 2

Basta, qualcuno lo fermi! Che esempio è per il pubblico, soprattutto dei giovani se continua a buttar via le partite? Tanti neanche capiscono perché si comporta così…  

ALCARAZ 1

Troppi down, dopo gli eclatanti up. L’ultima versione di Carlitos proprio non piace e fa pensare solo male. Mastro Ferrero deve intervenire per fermarne l’involuzione

SERENA 0

Proclama in passerella: “Il mio segreto è stata la moda, mi ha dato la sicurezza per scendere in campo”. L’abbiamo applaudita come agonista numero 1. Addio, Wonder-woman!