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L'intervista

Riccardo Piatti: "Prima di tutto, sono un maestro" - Video

Con questa semplice frase, il coach comasco riassume la sua filosofia. Che guarda al professionismo ma partendo sempre dalla base, dall'insegnamento del tennis in tutti i suoi aspetti. Un percorso condiviso con la Federazione Italiana Tennis. "Per questo - spiega Piatti - è stato naturale trovare un terreno comune per collaborare"

04 giugno 2021

"Prima di tutto, sono un maestro". Con questa breve frase, Riccardo Piatti spiega nel modo migliore la sua filosofia, quella che lo ha portato ad avviare la partenership con la Federazione Italiana Tennis, raccogliendo l'invito di Michelangelo Dell'Edera.

"Si è trattato di un approdo naturale - spiega il tecnico comasco - perché con Michelangelo condividiamo la stessa logica, la stessa idea del percorso che devono fare i ragazzi. Cerchiamo di dare a loro, ma anche ai loro maestri, gli strumenti necessari per fare progressi giorno dopo giorno, quindi non soltanto durante i raduni ma anche quando tornano nei loro circoli".

I raduni dedicati agli under, l'ultimo dei quali ospitato proprio sui campi in duro del Piatti Tennis Center di Bordighera, rappresentanto un momento fondamentale di crescita. "Perché - sottolinea il coach di Jannik Sinner - in queste occasioni c'è confronto, c'è un misurare le proprie aspettative con il lavoro quotidiano, c'è la possibilità di parlare con i coetanei e con chi li segue".

Inevitabile arrivare poi al campione che - in pochi anni - si è rivelato al mondo con delle straordinarie qualità: Jannik Sinner. "Tutti dicono che Sinner è un predestinato - spiega Piatti - ma a me questa parola non piace per nulla. Jannik quando è arrivato da noi era un ragazzo come tanti che vediamo ai raduni. Il suo grande talento è la capacità di lavorare più degli altri, di ascoltare e di apprendere. Con queste armi ha fatto la differenza e ha costruito il suo futuro".

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