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Racchette e corde

Racchette da… nerd: la regina 2021 viene dal passato

Sul blog in lingua inglese Tennisnerd la curiosa incoronazione della nuova versione di un grande classico Anni ’80-90 che sul mercato italiano non è arrivato. La Head Pro Tour 2.0. Difficilissima ed esigente, in campo regala emozioni speciali a chi la sa maneggiare. La Radical di Murray è nata da lei, motivo per cui Andy adesso dovrebbe proprio… fare come Federer

15 gennaio 2021

Head Pro Tour 2.0

La Head Pro Tour 2.0, rivisitazione in salso 2020 di un grande classico di fine secolo scorso

La racchetta del 2021 viene dal passato. Almeno secondo il blog in lingua inglese per ‘super-impallinati’ di racchette e attrezzature Tennisnerd.net. Che al momento di scegliere tra le novità più interessanti del 2020, ha finito per selezionare un modello da ritorno al futuro. Anche e soprattutto per caratteristiche. La singolare scelta è ricaduta sulla Head Pro Tour 2.0, rivisitazione di un attrezzo al limite del cult alla fine del secolo scorso.

Non una racchetta facile, né adatta a tutti, al contrario: è impegnativa, selettiva, faticosa e perdona poco. Una versione talmente particolare che in Italia non è nemmeno arrivata. Rivisitazione nata inizialmente come esclusiva per il web americano, la versione 2.0 ha via via trovato spazio sugli scaffali virtuali degli store on-line diventando ‘accessibile’ più o meno globalmente. Nel negozio sotto casa, insomma, specializzato quanto volete, non la trovate.

Ammesso che, viste le caratteristiche tecniche, voleste cercarla. Già perché, si diceva, è una racchetta difficile difficile, per chi ci sa fare davvero. Ma perché mai allora uno dovrebbe scegliersela come attrezzo da usare con continuità nell’anno nuovo? Il fondatore di Tennisnerd motiva la scelta con una serie di considerazioni tutte personali che però non possono far altro che destare la curiosità dell’appassionato in materia.

Va detto fin da subito che Tennisnerd è un blog molto particolare, fatto a immagine e somiglianza di Jonas Eriksson, svedese di stanza a Malta, suo fondatore e alimentatore. Tennista accanito, “uno di noi” da 3-4 volte alla settimana, è un consulente di marketing che sul campo trova piacere nel rendersi la vita difficile. Motivo principale della scelta, l’obbligo di "restare umile e di utilizzare e migliorare molto il gioco di gambe".

E te credo, con un attrezzo da 340 grammi di peso (incordata, ci mancherebbe…), piatto corde da 95 pollici quadrati, 20 millimetri di profilo costante e pattern d’incordatura 18x20, mica puoi aspettarti sweet spot infiniti o grandi sostegni. Controllo sì, anzi gran controllo, quello te lo puoi aspettare senza incappare in delusioni di sorta. Così come tocco e sensibilità.

Jonas Eriksson, fondatore di tennisnerd.net, con Roger Federer

Abbiamo detto che la Pro Tour 2.0 “viene” praticamente dagli Anni ’80, ma un paio di correzioni ce le ha, come ogni grande sequel che si rispetti. Stesso design dell’originale, è un po’ più rigida e nella sua amalgama di materiali non contiene più il famigerato Twaron, che all’epoca pareva l’ingrediente segreto. I puristi - come sottolinea Jonas - potrebbero ritrovare un feeling d’impatto differente, ma l’attrezzo resta estremamente simile all’originale, anche nella complessità di manovra e gestione.

Per usare le parole di tennisnerd.com, “25 anni dopo, questa è ancora una grande racchetta. Facile? Proprio no. Ti permette di giocare il tuo miglior tennis? Assolutamente no”. Con quel piatto corde un po’ così, di cinque pollici quadrati buoni sotto la media delle classiche moderne, è un telaio quasi da collezionisti, più che da praticanti (se non proprio dotati di tecnica e tanta potenza).

Una racchetta che forse dovrebbe considerare di riporre nel borsone persino un campionissimo come Andy Murray, che in carriera ha sempre utilizzato una particolare versione delle Head Radical realizzata però partendo dallo “stampo” della Pro Tour.

Quella del campione scozzese, di diverso dalla Pro Tour originale, ha praticamente soltanto lo schema corde (16x19), caratteristiche dalle quali è riuscito sempre a trarre grande precisione e sensibilità.

Ma probabilmente, anzi certamente, non basta più. Lo ha capito a suo tempo anche Roger Federer, che quando si decise a cambiare la racchetta (qui la cronistoria degli attrezzi del Re) tornò finalmente sul trono Slam del tennis mondiale.

E lo ha capito pure Novak Djokovic, che si è adattato alle nuove esigenze del tennis che si evolve passando a un pattern di corde 18x19. Il tennis cambia e i campioni cambiano con lui.

Affascinante, piena di storia e colma di nostalgia Anni ’90. Bella e (quasi) impossibile insomma, una chicca questa Head Pro Tour 2.0 - per giunta tenuta lontana dai campi nostrani - che solo un nerd della racchetta poteva andare a selezionare tra i top del 2020. Una perla da riconoscere e, per un vero maniaco di attrezzi, telai e specifiche tecniche, impossibile da non conoscere.

Head Pro Tour 2.0, la scheda

  • Piatto corde: 95”
  • Profilo: 20 mm
  • Peso: 340 g (incordata)
  • Rigidità: 65 (fonte Tenniswarehouse)
  • Bilanciamento: 32 cm
  • Schema corde: 18×20

Andy Murray con la sua Head Radical ha vinto Wimbledon e Olimpiade

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