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Racchette e corde

Tris di nuove Head Prestige: la prova comparativa

E’ da poco arrivata nei negozi la nuova versione della Head più classica (nata nel 1986) e riservata ai palati fini. I modelli di punti sono tre: Pro, Tour ed MP, ben diversi tra loro. Li abbiamo testati in campo e nel nostro Lab

di | 18 dicembre 2021

Le nuove Head Prestige a confronto nelle versioni Pro, Tour e MP

Le nuove Head Prestige a confronto nelle versioni Pro, Tour e MP

Qual è la Head Prestige che fa per te, se la Head Prestige fa per te? E’ questa la domanda cui abbiamo provato a rispondere facendo incordare i tre modelli di punta delle nuova versione di questa racchetta superclassica (nata nel 1986) qui aggiornata nelle sue declinazioni con nuovi materiali e nuove dimensioni perché continui a essere un riferimento per chi ama giocare con l’attrezzo di precisione per eccellenza.

Si tratta, giusto per recuperare qualche riferimento, del telaio con cui fecero faville Henri Leconte e Goran Ivanisevic, poi Marat Safin: i 40/50 enni sanno di chi stiamo parlando. Per i più giovani possiamo citare il croato Marin Cilic, recente avversario degli azzurri in Davis, o il grande emergente russo Aslan Karatsev.

Una racchetta che nella sua versione originale ha lasciato il segno per la grande precisione, il look unico dovuto al passacorde a scomparsa (full cap) che riveste tutto l’ovale e per il caratteristico soffio che accompagnava lo swing nelle prime versioni.

La serie 2022, che è arrivata nei negozi a fine novembre, è stata disegnata per ricordare, sotto il profilo estetico, il più possibile l’originale degli Anni Ottanta: la scelta dell’amaranto scuro, lucido dell’ovale (abbinato al nero opaco del fusto), riesce perfettamente nell’intento, mentre le grafiche rosso fiammante sono il legame con le versioni più recenti.

Le caratteristiche tecniche

Di fatto gli interventi tecnici sono rilevanti, a partire dal nuovo materiale ad alta tecnologia denominato Auxetic, che ha la proprietà controintuitiva di diventare più spesso se viene tirato nel senso della lunghezza e, al contrario, se compresso, sempre nello stesso senso, diventa più sottile.

Collocato nella zona del ponte, grazie alle sue caratteristiche tende a uniformare il feeling all’impatto anche quando la palla non è perfettamente centrata, unendo anche una naturale capacità antishock. Obbiettivo è rendere sempre più “player friendly” anche l’attrezzo più selettivo del catalogo Head.

Ma c’è un altro elemento da tenere presente come premessa al confronto comparativo: parliamo Head Prestige Pro, Tour e MP come tre declinazioni della stessa racchetta ma se si va oltre l’uniformità del look, che da una certa distanza le rende indistinguibili, ci troviamo a impugnare tre racchette ben diverse una dall’altra.

Basti pensare che Prestige Pro ha un piatto da 98 pollici quadrati, un reticolo corde 18x20 e un profilo costante di 20 mm. Prestige Tour ha l’ovale più piccolo (da 95 pollici quadrati), un pattern 16x19 e un profilo più spesso: 22 mm. Prestige MP allarga il piatto a 99 pollici quadrati, con un’incordatura 18x19 e il profilo da 21,5 millimetri. Si tratta dunque di 3 stampi completamente diversi e non solo diversificati per peso e bilanciamento come spesso avveniva in passato.

Andiamo dunque a capire “di che Prestige siamo”, avendo chiari questi presupposti.

Prestige Pro 200

Partiamo dal telaio più pesante (320 grammi a nudo) e sulla carta più impegnativo, perché è quello che più ci ha ricordato il feeling del modello antico e originale.

Il Lab gli attribuisce l’inerzia più bassa del terzetto (328 punti) e di conseguenza il valore di potenza inferiore (45 punti su 100), mentre il controllo è ben più elevato (56 punti su 100).

Valori che si ritrovano anche sul campo, perché la racchetta offre quel feeling pulito e sincero che dà la sensazione di poter piazzare la palla esattamente dove si vuole. Un discorso che vale sia per i colpi di piatto o in top, sia per il back che, come tradizione, è una rasoiata favolosa.

Di assolutamente nuovo, e sempre più adeguato alla modernità, c’è il comfort, legato anche al fatto che il telaio non è per nulla rigido: solo 58 punti RA (una racchetta si definisce rigida dai 68/70 punti RA in su n.d.r.).

E allora se una Prestige che si chiama ‘Pro’ non è più proibitiva e si propone a chiunque voglia precisione senza richiedere muscoli superesplosivi (e doti tecniche alla Leconte o alla safin) la spiegazione può stare solo nel grande lavoro degli ingegneri di Kennelbach (Austria): hanno cambiato tutto perché non cambiasse il feeling ma si potesse avere tanta giocabilità in più, anche con 335 grammi di peso (con le corde) e un pattern fitto 18x20. Rispetto al passato il piatto della Pro è più ampio (98 anzichè 95) e grazie ai nuovi materiali anche lo sweet spot (zona di impatto ottimale) è ancora più ampio: ecco perché il gusto della Prestige ora è alla portata di una fascia di giocatori più ampia.

Prestige Tour 300

La versione Tour, in questa nuova gamma Head Prestige, fa una mezza giravolta rispetto alla Pro. Da una parte vede l’ovale rimpicciolito a 95 pollici quadrati (elemento che rende più severa la racchetta), dall’altra prevede un reticolo corde a maglia più larga e uno spessore maggiorato (fattori di facilitazione della spinta). Il peso scende, sempre rispetto alla Pro, ma il bilanciamento si sposta verso la testa. Risultato: la racchetta spinge di più ma controlla di meno e diventa meno maneggevole.

Sul campo la differenza si sente tanto: è molto più facile ottenere profondità e rotazioni. D’altro canto la precisione non è più la stessa. La Pro esigeva un tennis sempre in spinta se non si voleva perdere profondità e cedere terreno all’avversario. La Tour aiuta a tenerlo lontano, l’avversario, ma con un margine d’approssimazione più ampio. E riduce leggermente lo sweet spot, pur mantenendo un buon comfort. Rispetto alla Pro è meno a suo agio sotto rete, dove non brilla per agilità e controllo.

Prestige MP 400

La terza Prestige della nostra prova comparativa è la grande mediatrice, sia pure con misure non convenzionali: il piatto è da 99 pollici quadrati (anziché i soliti 100), il pattern d’incordatura un 18x19 che viaggia a metà strada tra le due “sorelle”. Anche lo spessore è “di mezzo” e le prestazioni finiscono per rispecchiare queste scelte strutturali. Potremmo dire che potrebbe essere la scelta di chi vuole una Prestige con un po’ più di spinta rispetto alla Pro ma un filo più equilibrata e tollerante della Tour. La tolleranza, sia nel gioco da fondocampo sia nei pressi della rete, viene dal piatto da 99” rispetto a quello da 95” della Tour; la spinta in più, rispetto alla Pro, da un reticolo meno fitto e da un bilanciamento più spostato verso la testa.

Conclusioni: a chi le consigliamo

Chi cerca il feeling “vecchia Prestige” nella nuova collezione si accomodi a fianco della Pro 200. Lo otterrà in versione moderna, cioè con più comfort e comunque più spinta rispetto al passato, e più tolleranza sui colpi decentrati.  La racchetta però resta più votata al controllo e in questo caso è un bene: questo è il suo DNA, la sua anima, il motivo perché la si sceglie e la si ama. Non tradirà nemmeno questa volta, anzi. Ideale per il tennis completo a tutto campo, per gli amanti del rovescio in back, per chi non disdegna la rete, per chi ama il doppio giocato come si deve.

Chi cerca un telaio di buona precisione, è affascinato dal mondo Head Prestige ma costruisce il suo tennis prevalentemente da fondocampo e ha comunque bisogno di una buona dose di spinta fornita dal proprio attrezzo potrà scegliere tra Tour 300 e MP 400. La prima, pur con un piatto piccolo, è quella che spinge più forte e facilita la profondità. Richiede però un buon supporto di preparazione perché non è maneggevolissima. La seconda va a limare questa difficoltà: il suo valore di maneggevolezza rilevato nel Lab è di 67 punti su 100 contro i 61 su 100 della Tour 300. Il piatto più grande aumenta anche la tolleranza sulle palle decentrate. Non è dunque difficile suggerire la Prestige Tour a chi va in cerca di colpi vincenti, sia pure conditi da una buona dose di rotazione superiore, alla prima occasione mentre proporre la MP a giocatori sì aggressivi ma decisi a rischiare un filo meno per concedere meno errori gratuiti possibile all’avversario.

LE SCHEDE TECNICHE A CONFRONTO

Head Prestige Pro 200

  • Piatto corde: 98 sq. in.
  • Profilo: 20 mm costante
  • Schema d’incordatura: 18x20
  • Peso senza corde: 320 g
  • Bilanciamento (senza corde): 31 cm
  • Prezzo al pubblico: 300,00 euro

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Hawk Touch calibro 1,25 alla tensione di 21-20 kg)

  • Peso: g. 335
  • Deflessione corde: 54
  • Rigidità: 58 RA
  • Inerzia: 328
  • Bilanciamento cm 32,5
  • Potenza: 45 punti su 100
  • Controllo: 56 punti su 100
  • Maneggevolezza: 68 punti su 100

 

Head Prestige Tour 300

  • Piatto corde: 95 sq. in.
  • Profilo: 22 mm costante
  • Schema d’incordatura: 16x19
  • Peso senza corde: 315 g
  • Bilanciamento (senza corde): 31,5 cm
  • Prezzo al pubblico: 290,00 euro

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Hawk Touch calibro 1,25 alla tensione di 21-20 kg)

  • Peso: g. 326
  • Deflessione corde: 49
  • Rigidità: 61 RA
  • Inerzia: 339
  • Bilanciamento cm 33,9
  • Potenza: 53 punti su 100
  • Controllo: 45 punti su 100
  • Maneggevolezza: 61 punti su 100

 

Head Prestige MP 400

  • Piatto corde: 99 sq. in.
  • Profilo: 21,5 mm costante
  • Schema d’incordatura: 18x19
  • Peso senza corde: 310 g
  • Bilanciamento (senza corde): 32 cm
  • Prezzo al pubblico: 290,00 euro

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Hawk Touch calibro 1,25 alla tensione di 21-20 kg)

  • Peso: g. 323
  • Deflessione corde: 49
  • Rigidità: 62 RA
  • Inerzia: 330
  • Bilanciamento cm 33,1
  • Potenza: 53 punti su 100
  • Controllo: 46 punti su 100
  • Maneggevolezza: 67 punti su 100

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