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Racchette e corde

Nuova Wilson Blade camaleonte: le due facce di chi picchia duro

Si chiama V8 l’ultima edizione della Wilson Blade, la racchetta più diffusa tra i giocatori (giovani) che cercano nell’attrezzo più controllo perché la spinta ce la mettono loro. Cosmetica originalissima, caratteristiche tecniche come tradizione. L’abbiamo provata nelle versioni 16x19 e 18x20

di | 18 settembre 2021

La nuova Wilson Blade 98 v8 ha un piatto da 98

La nuova Wilson Blade 98 v8 ha un piatto da 98", pesa 305 grammi ed è bilanciata a 32 cm dall'estremità del manico

C’è chi dalla sua racchetta vuole un contributo, in termini di spinta, di rotazioni, magari di tolleranza sui compi decentrati, quando l’impatto non è nel punto ideale del piatto corde. E poi ci sono invece “quelli che” la spinta ce la mettono tutta loro (e in abbondanza), la palla la centrano quasi sempre con la dovuta accuratezza e vogliono spedirla esattamente là dove avevano pensato, dove fa più male all’avversario, con la sensazione di averla sotto controllo, cioè che non scapperà mai via.

Questa seconda schiera, composta quasi esclusivamente da agonisti (se esiste qualche praticante che picchia tutto ‘a mille’ sulle righe ma non fa partite e tornei ci scuserà…), trova da anni un riferimento stabile nella Wilson Blade, il telaio che è in bella mostra nel circuito in mano a Stefanos Tsitsipas e Emma Raducanu, Lorenzo Sonego e Simona Halep, Karen Khachanov, Alex de Minaur o Jenson Brooksby, solo per citare i primi che vengono in mente. E andando molto indietro nel tempo si può ricordare che era l’attrezzo del giovane Djokovic ma anche di Flavia Pennetta, trionfatrice agli Us Open 2015.

L’attrezzo, sia pure poi molto personalizzato nel caso dei giocatori professionisti, evidentemente incontra le esigenze di chi con il tennis fa davvero sul serio e dunque, ogni nuovo “rilascio”, un po’ come avviene per l’Iphone, è un evento. E la nuova edizione viene caratterizzata da un numero progressivo.

Con la Wilson Blade, nei negozi da questa settimana, siamo alla versione n.8, denominata appunto "v8". Abbiamo voluto andare subito a verificare, in campo e sul nostro lab, le caratteristiche della neonata, confrontando le due principali versioni in cui viene sviluppata, che differiscono solo per il pattern d’incordatura: 16x19 o un più fitto 18x20.

Pienamente mantenuta la forma e la dimensione del piatto corde, da 98 pollici quadrati, invariato lo spessore del telaio (21 mm costante) è stravolgente invece la colorazione, definita “Chemeleon”. A seconda di come si riflette la luce la Blade v8 può virare da un verde metallizzato molto forte verso le tinte del bronzo. Una caratteristica che al momento la rende unica sul mercato.

Sotto il profilo delle soluzioni tecniche, gli ingegneri americani hanno posto l’accenso solo su “Fortyfive”, una scelta strutturale mirata a far crescere sia la flessibilità della racchetta sia la stabilità.

Il lab

Le misure rilevate sul Diagnostic Center mettono subito in evidenza la caratteristica principale di questo genere di racchetta: la rigidità non elevata, tanto da definirsi più coerentemente “flessibilità”. Se si considera che la gran parte dei telai si colloca tra i 60 e i 70 punti di rigidità (RA), e che la nuova Blade fa registrare solo 59 punti, il discorso è subito chiarito.

L’attrezzo flette più della media all’impatto con la palla. Quest’ultima viene in un certo senso addomesticata e perde velocità. Sarà il giocatore a imprimere tutta la forza che serve per giocare un colpo incisivo. E a dosarla come meglio crede: tutta farina del suo sacco. E’ questo il dato rilevato più interessante, insieme all’attitudine alla spinta che, con i 318 kgxcmq della versione 16x19 e i 317 della 18x20, si conferma buona, su valori medi.

Altro elemento che molto colpisce al momento delle rilevazioni è la grande uniformità tra le due versioni: cambia il reticolo ma i valori non si modificano se non in modo infinitesimale. Si arriva quindi a una perfetta sovrapposizione del giudizio finale espresso dall’algoritmo del Diagnostic: in entrambi i telai il controllo (53 punti su 100) è superiore alla potenza (46 punti su 100). La maneggevolezza è buona (75 punti su 100). La scelta sarà dunque da effettuare dopo una prova sul campo e in funzione del proprio stile di gioco, tenendo presente che il reticolo a maglia più ampia morde di più la palla, favorendo lo spin, quello più fitto, in genere, garantisce più precisione ai grandi colpitori di piatto.

In campo

Uguali esteticamente, praticamente identiche in tutti gli aspetti tecnici rilevati nel nostro lab ma con due feeling ben diversificati all’impatto con la palla: le nuove Wilson Blade V8 si rivolgono a una precisa categoria di giocatore (l’agonista che ama picchiare forte) ma, a seconda del tipo di reticolo scelto, offrono sensazioni diverse.

La 16x19, quando si colpisce con il tempo giusto nella zona “centro/alta” dell’ovale, fornisce un bel supporto di spinta e spin, sempre all’insegna del “prima il controllo”. La stabilità però entra un po’ in crisi se il tempo e/o il punto d’impatto non sono perfetti.

Più compatta ed equilibrata appare in questo senso la 18x20, appena appena più avara di spinta in generale, ma capace di digerire meglio le nostre imperfezioni. Tra le due ci è sembrata lei quella più adatta ad aggredire a tutto braccio, praticamente su ogni palla.

La racchetta in generale supporta bene sia il top che il back, sempre a patto che ci sia sempre la necessaria spinta, quella che parte dalle gambe, si trasferisce con equilibrio nel busto (il “core” degli anglosassoni) per trovare nel braccio il terminale che determina direzione e tipologia del colpo.

Conclusioni

Wilson Blade 98 v8 si conferma, come le precedenti edizioni, una racchetta per agonisti duri e puri. Astenersi perditempo o tennisti di mezza età e di quarta categoria che giocano di rimessa appoggiandosi alla palla dell’avversario. Questo va detto subito per evitare delusioni a posteriori.

E’ un attrezzo che vediamo bene in pugno a un pubblico giovane ma fisicamente già ben strutturato. Ragazzi che spingono forte, mirano alla competizione e a un livello di gioco elevato: troveranno tutta l’affidabilità che cercano per il loro tennis aggressivo.

Anche nel loro caso viene però da consigliare l’utilizzo di corde non troppo rigide (chi sceglie il monofilo propenda per calibri sottili) e tensioni contenute (gli esemplari dei nostri test erano incordati a 21/20 kg).

Wilson Blade v8 18x20

  • Piatto corde: 98 sq. in.
  • Profilo: 21 mm costante
  • Schema d’incordatura: 18x20
  • Peso senza corde: 305 g
  • Bilanciamento (senza corde): 32 cm
  • Prezzo al pubblico: 270,00 euro

 

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Luxilon Alu Power calibro 1,15 alla tensione di 21-20 kg)

  • Peso: g. 318
  • Deflessione corde: 45
  • Rigidità: 59 RA
  • Inerzia: 317
  • Bilanciamento cm 32,9
  • Potenza: 46 punti su 100
  • Controllo: 53 punti su 100
  • Maneggevolezza: 75 punti su 100

Wilson Blade v8 16x19

  • Piatto corde: 98 sq. in.
  • Profilo: 21 mm costante
  • Schema d’incordatura: 16x19
  • Peso senza corde: 305 g
  • Bilanciamento (senza corde): 32 cm
  • Prezzo al pubblico: 270,00 euro

 

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Luxilon Alu Power calibro 1,25 alla tensione di 21-20 kg)

  • Peso: g. 319
  • Deflessione corde: 44
  • Rigidità: 59 RA
  • Inerzia: 318
  • Bilanciamento cm 32,8
  • Potenza: 46 punti su 100
  • Controllo: 53 punti su 100
  • Maneggevolezza: 75 punti su 100
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