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Racchette e corde

Chi dovrebbe usare la racchetta più lunga?

La lunghezza standard di una racchetta da tennis è di 27 pollici, ovvero 68,58 cm. Sul mercato però esistono attrezzi più o meno lunghi. Esistono le XL, che non possono superare i 29”. Ma quali sono i vantaggi della racchetta più lunga? E gli svantaggi?

di | 17 agosto 2020

Come noto alla maggior parte degli appassionati e ai giocatori la racchetta possiede una misura standard quantificabile in 27 pollici ovvero in 68.58cm ma esistono sul mercato racchette di lunghezza diversa da quella definita come “standard”.

Le racchette più lunghe vengono solitamente definite come racchette XL, mentre le racchette più corte vengono definite gergalmente come racchette junior anche se, è bene metterlo in evidenza, esiste un limite superiore in lunghezza per disputare una partita di tennis ma non esiste un limite inferiore che limiti l’utilizzo di un attrezzo in campo.

Sara Errani è stata n.5 del mondo il 20 maggio del 2013

Il limite superiore indicato dai regolamenti ITF è quantificabile in 29” ovvero nella misura di 73.66cm, circa 5cm in più rispetto alla misura di base ma è vero che nel panorama delle racchette attuali non sono molti i modelli che raggiungono tale lunghezza, eccezion fatta per alcuni oversize dal peso superleggero destinati ad un pubblico amatoriale e senior.

La situazione fu molto differente nel passato, soprattutto a cavallo degli anni ’90 e 2000 dove, seguendo l’onda del piccolo grande Michael Chang, molto professionisti ed agonisti si approcciarono all’utilizzo della racchetta XL da 29” che trovò larga diffusione nei cataloghi dei brand più famosi al mondo come Prince, Wilson e Yonex.

Anche la misura da 28” è attualmente poco diffusa anche se in passato ha trovato discreta diffusione, lasciando spazio invece attualmente ad una misura “spuria” da 27” ½ ovvero, da 69.8cm (solo 1.25cm in più rispetto alla misura base), che ha trovato nel tempo una diffusione piuttosto ampia sia fra semplici appassionati che fra agonisti di tutti i livelli.

A cavallo degli anni ’90 e 2000, seguendo l’onda del piccolo grande Michael Chang, molto professionisti e agonisti cominciarono a usare racchette XL da 29”

Racchetta più lunga, quali vantaggi?

Ma quali sono i vantaggi della racchetta più lunga rispetto allo standard e quali al contrario gli svantaggi?

La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo dato che i vantaggi in una direzione molto spesso bilanciano gli svantaggi nell’altra. Altrettanto spesso le caratteristiche che esaltano il gioco di un tennista potrebbero per un altro essere dei limiti spesso invalicabili.

Proviamo però ad analizzare la questione partendo da un punto di vista strettamente tecnico e valutiamo gli aspetti che potrebbero suggerire l’utilizzo di un telaio di una “maggiorata” per una tipologia di gioco piuttosto che per un’altra, facendo riferimento anche alle caratteristiche fisiche del nostro atleta.

La racchetta XL nasce per offrire maggiore leva al giocatore e di conseguenza consente a chi è in grado di muovere l’attrezzo a una velocità non inferiore a quella con cui muove una racchetta più corta, una maggiore velocità lineare e di conseguenza maggiore velocità di palla ed incremento in termini di presa delle rotazioni.

La variazione della velocità

È bene sottolineare che il punto di partenza è che la racchetta XL non deve determinare un rallentamento o un impedimento all’esecuzione del gesto perché sarebbe sufficiente avere un decremento di velocità lineare o angolare del 5% per vanificare completamente i vantaggi offerti dall’attrezzo.

Altro elemento da sottolineare è che per sfruttare la maggiore leva offerta dal telaio è necessario adattare il proprio punto di impatto allontanandolo dall’asse di rotazione di una distanza pari all’incremento della lunghezza della racchetta e che questo elemento troppo spesso trascurato, risulta in realtà alquanto importante per ottimizzare la performance dato che spostare di 5-7 cm il punto di impatto a parità di velocità angolare può comportare una variazione di velocità e rotazione di palla sino ad un 6-8%.

La racchetta più lunga offre sicuramente una maggiore copertura del campo in fase di recupero e secondo studi condotti dalla ITF in collaborazione con la USTA risulterebbe che un telaio da 29” è in grado di offrire una copertura di campo superiore del 13-15% ed un telaio da 28” una copertura maggiore del 6-8% rispetto ad un telaio da 27”.

E gli svantaggi?

Sino a questo punto abbiamo preso in esame i possibili vantaggi offerti da una maggiore lunghezza ma esistono svantaggi legati all’utilizzo di una racchetta più lunga dello standard?

I principali svantaggi sono legati soprattutto ad una ridotta maneggevolezza rispetto ad un telaio “normale” il che potrebbe pregiudicare la sensazione di manovrabilità durante l’esecuzione dei colpi.

La minore maneggevolezza è legata ad una maggiore polarizzazione delle masse e ad una accresciuta inerzia che comporta la necessità di applicare maggiore spinta rispetto ad un fusto da 68.58cm per ottenere la medesima velocità lineare ed angolare. Questo potrebbe essere un limite per un giocatore non abituato a gestire tali inerzie come pure a tutti coloro che amano avere un attrezzo particolarmente agile e veloce in punta.

Un aspetto connesso a questo primo elemento è legato alla possibilità, dato il maggiore sforzo dal punto di vista fisico per attivare l’azione di spinta, di contrarre infortuni al polso, gomito e spalla; dato purtroppo confermato da alcune esperienze dirette ed indirette su giocatori di vari livelli.

Gli infortuni

Gli infortuni al polso sono frequenti per tutti coloro che manifestino problemi nella gestione della racchetta in decontrazione e scioltezza durante l’esecuzione del colpo ed in misura tanto maggiore quanto più rigide le corde ed alte le tensioni utilizzate.

Le patologie al gomito, si manifestano in particolar modo con epitrocleiti, legate a lacune di tipo tecnico in fase di esecuzione di servizio e dritto, o epicondiliti connesse a difetti di esecuzione sul colpo del rovescio; in questi termini anche una muscolatura non particolarmente allenata contribuisce in modo tangibile alla possibile insorgenza di patologie amplificate dagli effetti “passivi” indotti dalla maggiore leva offerta dalla racchetta.

Gli infortuni alla spalla infine, sono molto comuni per tutti coloro che facendo fatica a manovrare l’attrezzo siano costretti ad una costante azione di forza durante l’esecuzione dei colpi. 

Una nota interessante riguarda il fatto che i telai “extended” essendo più lunghi, sono a parità di materiali e costruzione, soggetti ad una maggiore leva di flessione in fase di impatto e dunque sono percepiti come più elastici rispetto ad un omologo telaio di lunghezza regolare; maggiore lunghezza implica sempre maggiore flessione a parità di carico. (va notato che la maggior parte delle macchine in commercio che svolgono test di rigidezza flessionale RA, non rilevano questa differenza perché prendono come punto di riferimento a flessione la testa e non il manico e dunque non sono in grado di rilevare differenze di comportamento in realtà esistenti).

A chi serve più lunga?

Anche dal punto di vista dinamico si ottengono dati simili; la rigidezza dinamica di un telaio di dimensioni XL, legata alla frequenza di vibrazione, è sicuramente inferiore dato che a parità di materiale la maggiore lunghezza “del diapason” determina una minore frequenza di vibrazione con effetti diretti sulla percezione di flessibilità percepita del telaio.    

Ci sono molti elementi sul piatto dunque, tutti da prendere in considerazione nell’analisi di una racchetta di dimensioni maggiorate. Tutti si devono però concretizzare in una parola sola, rendimento in campo sull’intero arco della prestazione. 

A questo punto la domanda che viene naturale porsi è: a chi consigliare una racchetta dalla lunghezza maggiorata? Chi può avere vantaggio dall’utilizzo di una racchetta da  27” ½ 28” o 29”?

Curiosamente, come testimoniato dall’analisi dei giocatori dal punto di vista fisico, tecnico e tattico, a due categorie completamente differenti, ovvero ai contrattaccanti da fondo ed agli attaccanti. 

 

La prima categoria, quella dei grandi ribattitori da fondo, “alla spagnola” per intenderci, sfrutta la maggiore leva e la maggiore copertura di campo per avere ancora maggiore efficacia negli scambi prolungati da fondo. Generalmente a fare uso di questi attrezzi sono giocatori dal fisico veloce e molto resiliente alla Ferrer (che ha seguito la tradizione di (Juan Carlos Ferrero), Schwartzmann, Bautista Agut o come le nostre Errani e Cocciaretto (nella foto).

Dall’altro lato, la seconda categoria è rappresentata da giocatori esplosivi con schemi di gioco fatti di pochi colpi, letali, portati con la massima accelerazione a partire dal servizio.

Esempi del passato possono fare riferimento a Goran Ivanisevic, a Ivan Ljiubicic. Ma ci sono anche altri grandi esempi contemporanei  come Paire, Tsonga e soprattutto Serena Williams. E  poi ci sono i grandi battitori, quelli che riescono a sfruttare la maggiore lunghezza per massimizzare velocità e presa delle rotazioni come John Isner ed il detentore del record di velocità sul servizio, l’australiano Sam Groth (ritiratosi recentemente).

Due categorie completamente differenti dunque che però dalla stessa tipologia di attrezzo ricavano vantaggi differenti, considerando anche la diversa fisicità ed approccio al gioco.

Serena Williams da sempre utilizza una raccheta XL più lunga dello standard

La velocità del gesto

Per concludere, vale la pena soffermarsi a riflettere ed approfondire alcuni elementi. Se è vero che una racchetta di maggiore lunghezza può portare vantaggi a giocatori di una determinata tipologia fisica e tecnica, racchette di dimensione inferiore a quella standard da 675-680mm (-5/-10mm), possono allo stesso modo esaltare le prestazioni di giocatori alla ricerca della massima maneggevolezza, mobilità e sensibilità. Alcuni professionisti in passato hanno preferito togliere piuttosto che aggiungere millimetri alla propria racchetta.

Alcuni recenti studi condotti da case produttrici di telai ricordano che elemento primario per la generazione di complessità e pesantezza di palla è sempre e comunque la velocità e la progressività del gesto piuttosto che la massa e l’inerzia della racchetta.

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