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Per la prima volta dal 2020, la polacca arriva alla stagione su terra senza trofei vinti. La superficie favorisce il suo tennis, ma negli ultimi tempi ha dimostrato di soffrire molto la pressione, e le pesanti cambiali da difendere si avvicinano
di Samuele Diodato | 11 aprile 2025
“Quanto mi era mancata la terra battuta”, ha detto Carlos Alcaraz da Monte-Carlo, dopo il suo match di ottavi di finale. E chissà che non pensi lo stesso Iga Swiatek, che la settimana prossima tornerà sulla superficie che l’ha resa più di tutte le altre la campionessa che è oggi. Lo farà a Stoccarda, in un WTA 500 di cui ha per due volte alzato il trofeo (nel 2022 e nel 2023), ma in un contesto totalmente differente rispetto a quello degli ultimi anni.
Per la prima volta dal 2020 ad oggi, infatti, la polacca si presenterà alla stagione su terra rossa senza aver vinto alcun titolo. La sua stagione era iniziata anche piuttosto bene, ripensando al fatto che si era trovata, per la prima volta in carriera, ad un solo punto dal raggiungere la finale all’Australian Open. Non è dato sapere se quella semifinale persa contro Madison Keys (poi vincitrice del primo Slam dell’anno) abbia inciso o meno sul prosieguo della stagione. Quel che è evidente, in ogni caso, è una mancanza di tranquillità da parte sua, tanto che tra i WTA 1000 di Doha, Dubai, Indian Wells e Miami non ha mai dato la sensazione di riuscire a tirar fuori il meglio da sé stessa nelle partite importanti.
Tralasciando la sconfitta contro Jelena Ostapenko in Qatar, visti i precedenti nettamente favorevoli alla lettone, nelle due semifinali successive (negli Emirati e nel deserto californiano) non si può che dar merito all’ascesa di Mirra Andreeva, capace di batterla anche in una battaglia al set decisivo ad Indian Wells.
Dei vantaggi che la terra rossa dà al suo tennis, a partire dalle grandi capacità nelle scivolate, fino alla maggiore incisività della rotazione impressa ai colpi, Swiatek aveva già parlato qualche settimana fa, prima di Doha. Dicendo, tra l’altro, di voler prendere spunto dalle sue caratteristiche per tornare a giocare – anche sul cemento – come nel 2022, anno dell’ascesa al trono WTA.
I frutti del suo lavoro con Wim Fissette, ex coach di Naomi Osaka arruolato alla fine del 2024, non si sono ancora visti, mentre resta – nel vederla in campo – la sensazione che soprattutto il servizio sia parte della sua conclamata incertezza. Lo si è visto, senza alcun dubbio, anche nel quarto di finale perso al Miami Open contro la sorpresa del torneo Alexandra Eala, che le ha stappato ben otto volte la battuta. In tal senso, il dato più pesante, in relazione al 2024, è il calo del 5% nei punti vinti con la seconda (dal 55% al 50%).
SHE’S ONLY GONE AND DONE IT!!!!!!!! ????
— wta (@WTA) March 26, 2025
Filipino wildcard Alexandra Eala stuns World No. 2 Swiatek 6-2, 7-5 to reach the last 4 in Miami!#MiamiOpen pic.twitter.com/xn1zNpck10
Ora più che mai, dunque, la terra rossa potrebbe essere il suo “rifugio”, nonché una temporanea medicina per ritrovare il sorriso. Non ha nascosto la sua inquietudine, la n. 2 del mondo, dicendo anzi di voler far vedere di più le sue emozioni, rispetto alla “sfinge” che pareva poter essere fino a qualche mese fa.
Dopo un particolare episodio con un raccattapalle ha anche spiegato il suo momento difficile sui social, difendendo questo suo cambio di atteggiamento. Con queste premesse, però, il “rosso”, prima ancora che il suo porto sicuro è una “prova del nove”. Su quei terreni, l’ultima sconfitta è arrivata nella semifinale del torneo olimpico, contro Zheng Qinwen, lasciandole una ferita indelebile (e costringendola a “ripiegare” sulla medaglia di bronzo). Prima di allora, però, aveva completato una storica tripletta tra i “1000” di Roma e Madrid è il suo amato Roland Garros, ultimo torneo vinto in assoluto.