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Il premio stagionale del sindacato che gestisce il circuito pro delle donne non fotografa i grandissimi progressi dell’italiana, superiori sotto tutti i profili, numerici e non, a quelli dell’americana
di Vincenzo Martucci | 10 dicembre 2024
Non potevano darle due premi? Forse, ma non regge: anche perché il primo riconoscimento era inevitabile, e poi va diviso per due. E’ stata penalizzata dall’età? Forse, ma se questa fosse la spiegazione sarebbe peggio. Perché chi migliora a 28 anni merita ancora di più di chi ci riesce a 23. Non vogliamo pensare che la spiegazione sia nella nazionalità fra una ragazza di Charleston(Stati Uniti) e una di Castelnuovo di Garfagnana (Italia). Né possiamo basarci su dati oggettivi per capire il premio “Most improved Player of the year” assegnata dalla WTA ad Emma Navarro e non a Jasmine Paolini. Eppure, facendo per bene tutte le valutazioni del caso, i conti proprio non contano.
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La motivazione del Premio è scricchiolante: “A uno dei giovani eccitanti talenti del tennis donne che brilla dentro e fuori del campo”. Ma ancor più scricchiolanti sono i dati cui fa riferimento. L’americana ha chiuso il 2023 al numero 38 del mondo e 12 mesi dopo, a fine 2024, è 8. Ha firmato il primo titolo WTA nel “250” di Hobart d’inizio stagione. Poi è arrivata ai quarti a Wimbledon e alle semifinali agli US Open, ed ha toccato le semifinali anche ai “500” di Bad Homburg e Monterrey, e al “1000” di Toronto, firmando 3 successi contro le top 5.
Ma vogliamo parlare dei risultati della Paolini? L’azzurra ha chiuso il 2023 il numero 30 del mondo e il 2024 addirittura al 4, doppio record di sempre di una italiana, a pari merito di Francesca Schiavone, e in assoluto a fine stagione. Sul cemento di Dubai si è aggiudicata sul primo “1000”, eliminando la 8 WTA Sakkari e 4 Rybakina, s’è qualificata alla prima finale Slam della carriera, sulla terra rossa del Roland Garros, battendo ancora la numero 4, Rybakina, e si è ripetuta sull’erba di Wimbledon, con una seconda, storica, finale, dominando proprio la Navarro nei quarti.
Le frecce all’arco dell’allieva di Renzo Furlan sono molte, ma molte di più della Navarro. Vogliamo mettere il sorriso aperto e gioviale che fa la miglior pubblicità possibile al suo sport e allo sport in generale, la capacità di superare i centimetri d’altezza che penalizzerebbero qualsiasi altra atleta nel confronto con le top 10 e che invece Jas supera con altre armi seguendo le orme di Sara Errani, il messaggio positivo che trasmette ai più giovani, la capacità di esprimersi al meglio su tutte le superfici, di coprire tutte le parti del campo, di esprimersi al meglio nella transizione difesa-attacco, i progressi anche a rete, nelle volée così poco frequentate dalla maggior parte delle colleghe, l’impegno profuso anche in doppio, culminato con l’oro olimpico.
Se parliamo di miglioramenti, sono sicuramente più eclatanti quelli di Jasmine rispetto a Emma. Perché le potenzialità dell’una si sono evolute in modo più eclatante di quelle dell’altra, partendo da una base che, anni fa, promettevano molto di più sul futuro dell’americana che dell’italiana.
E anche sotto il profilo della personalità e della reazione nelle partite importanti, come contro avversarie di livello inferiore, la Paolini è stata superiore. Quindi, su che cosa si è basata la WTA nel consegnare questo premio di giocatrice più migliorata dell’anno?
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