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L'americana giocherà sabato la sua prima finale al Mutua Madrid Open: "Prima mi stressavo troppo nel preparare i match contro Swiatek, ora sono molto migliorata"
di Samuele Diodato | 01 maggio 2025
Chi si aspettava una grande battaglia, tra Coco Gauff (n. 4 ATP) e Iga Swiatek (n. 2), ha dovuto ricredersi in pochissimi minuti. Già dopo il primo set, era chiaro che l’americana fosse totalmente padrona del proprio destino, ed appena 64 minuti le sono bastati per chiudere la pratica e qualificarsi alla finale con un severo 61 61 di fronte ad una Swiatek fallosa e anche più nervoso del solito (con tanto di warning per parole oscene pronunciate in campo).
Un divario talmente netto che ha portato anche Gauff a contenere l’entusiasmo, nonostante la terza vittoria consecutiva contro la polacca dopo un parziale di 11-1 nelle prime 12 sfide: “Ovviamente lei forse non stava giocando il suo miglior tennis, ma penso di averla messa a disagio, e oggi è stata semplicemente una buona giornata per me – ha dichiarato -. Lei è ovviamente molto talentuosa e sa farti correre e muovere molto in campo. E io oggi ho cercato di non permetterle di fare questo. Ovviamente sono migliorata molto rispetto alle prime volte in cui abbiamo giocato, e i risultati lo dimostrano. Non che lei non sia migliorata, ma penso solo che a volte ci siano quei giorni in cui entri in campo e tutto funziona, e oggi è stato uno di quei giorni per me”.
Poi si è soffermata sul rendimento della sua avversaria, che invece ha lamentato un giornata completamente negativa, con grandi problematiche anche nei movimenti: “Cerco di non considerare troppo la partita di oggi perché chiaramente non è stata la sua giornata migliore. Ma quando l’ho affrontata alla United Cup, ho avuto la sensazione che stesse giocando un gran tennis, e mi sembrava si muovesse molto bene. Forse oggi non era al massimo, ma ogni volta che la affronto ho l’impressione che sia una delle migliori a livello di mobilità nel circuito”.
“Credo che la vittoria di inizio anno alla United Cup sia stata più importante per me, perché era una finale ed ero molto nervosa”, ha proseguito. “Prima mi stressavo troppo quando la affrontavo, mentre ora la preparo come qualsiasi altra partita e accetto il risultato, qualunque esso sia. Cerco solo di assicurarmi che, se perdo, sia perché lei ha giocato meglio e ha vinto la partita, non perché io me la sono lasciata scappare”.
In finale, per lei – che a inizio anno aveva indicato nel Roland Garros il suo grande obiettivo stagionale – c’è in palio la seconda piazza del ranking, con eventuale sorpasso proprio ai danni di Swiatek: “Ad essere onesta non è importante per me – ha confessato - . Voglio dire, l’unico numero che significherebbe davvero tanto per me, a questo punto, è il n. 1. Tutti gli altri numeri sono solo… numeri. Ovviamente il n. 2 è una ricompensa per il lavoro che sto facendo e per la costanza che sto dimostrando, ma non è qualcosa a cui penso o che mi pongo come obiettivo”.
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