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Safina sostiene Andreeva. Ma quei pianti sono sintomo di crescita o di una prossima fuga?

Dinara dice parole dolci e di conforto alla connazionale russa che sta attraversando un momento difficile. Magari le reazioni di Mirra sono una disperata richiesta di aiuto…

di | 11 ottobre 2025

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Fra Dinara Safina e Mirra Andreeva la connection è forte e naturale. Già dal nome, legato al dio che governa oggi il mondo. Per continuare con la madre terra Russia. E quindi per sfociare nei successi agonistici nel tennis già alla più terra età. Con tutti gli annessi e connessi. E cioé genitori esigenti che hanno investito tanto sul loro futuro, spedendoli presto all’estero per allenarsi all’aria aperta e su tutte le superfici, a cominciare dalla terra rossa, non solo, soprattutto sul veloce indoor nella gelida patria. Da cui pressioni immani, immediate, responsabilità, sensi di colpa, paure, angosce vere, dubbi e pianti, tanti irrefrenabili pianti di bambine-sottovuoto spinte.

Che si sforzano di non implodere ma finiscono comunque per esplodere, prima o poi. Peggio ancora per Dinara, oppressa dal surplus di pressione del fratellone, Marat Safin, più bello, più bravo, più sicuro, più vincente, più tutto, sempre, di lei. Perciò, chi più di lei può condividere le difficoltà di Andreeva alla prima stagione sotto i riflettori del mondo sul circuito WTA? Chi può abbracciarla come una dolce sorellina vedendola soffrire e piangere, frustrata, in campo, non riuscendo proprio a trovare la soluzione ai problemi che le pone l’avversaria?

LETTERINA

Alta e potente, Dinara, ha comunque avuto successo,  all’alba del 2000, si è aggiudicata 12 titoli pro, è salita al numero 1 del mondo, ma sa di non essersi compiuta come avrebbe sognato. Soprattutto perché quando è arrivata vicinissima alla luce s’è bruciata le ali come una falena e ha fallito, ben tre volte, sempre troppo nettamente,  le finali Slam che ha disputato. Anche se poi un Major l’ha portato a casa, in doppio, agli US Open.

Pensando ai suoi giorni, la Safina ha difeso pubblicamente Andreeva, linciata dai social ed in evidente difficoltà nell’accettare le sconfitte: “Tutti a discutere Mirra e il suo comportamento. Io voglio dire: non giudicate se non volete essere giudicati. State discutendo sui suoi comportamenti giusti o sbagliati. Invece dovreste interrogarvi sul perché Mirra lotta così tanto con le sue emozioni. Io sono genuinamente curiosa. Perché tutti noi, anche da adulti, non riusciamo a controllarle. Ci sfoghiamo, ci diciamo contro delle cose e poi ci diamo: “O Dio”. E’ sbagliato giudicare qualcuno che sta imparando a diventare adulto. Cerchiamo di essere più gentili l’uno con l’altro”.

Dinara Safina (Getty Images)

Dinara Safina (Getty Images)

ANIMO DOLCE

Le parole di Dinara fanno capire meglio che mai perché non potesse avere la cattiveria agonistica per emergere ad altissimo livello mentre sorgevano le terribili, voraci. sorelle Williams. Il messaggio alla giovane collega della Safina, oggi apprezzatissima giornalista tv, continua così: “Io vorrei davvero conoscere perché Mirra non si trattiene. Non penso sia una questione di vincere o perdere. Tutti vinciamo e perdiamo. Ha comunque avuto un’ottima stagione. Magari non così fantastica dopo il Roland Garros, come sperava, ma fa parte della crescita, del diventare giocatore. Certe volte le cose non vanno come si è programmato o sognato. Ma impari e migliori”.

E quindi ha toccato un tasto delicato, molto personale: “Ricordo una volta che ho pianto per un match intero. Non potevo fermarmi. Le lagrime mi tornavano fuori di continuo e fin dal primo punto. “Che mi stava succedendo?”. Niente. Piangevo a dirotto senza ragione”.

ALTRA VERITA’

Safina è dolce e comprensiva, ma non è sincera fino in fondo. Lei allora, come Mirra adesso reagiscono rabbiose alla pressione. Andreeva non è nuova a certi sfoghi quando le cose non funzionano come vorrebbe e in quei momenti dimostra, comprensibilmente, i suoi appena 18 anni. Ma a Wuhan, contro i colpi al curaro della vecchia volpe Laura Siegemund, la grande speranza del tennis mondiale ha urlato anche: “Sono stufa di questo fottuto tennis”.

Esprimendo continuamente un malessere che sembra più preoccupante di un pianto. Comunque anomalo per la numero 5 del mondo. Speriamo che qualcuno fra le colleghe di oggi e di ieri l’aiuti. Altrimenti avremo un’altra, clamorosa, fuga più o meno a tempo. A dispetto delle parole di Dinara. 

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