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Suarez Navarro sulle orme di Conchita: è la Spagna delle capitane coraggiose

La Spagna ha vinto l'ultimo titolo nel 'Mondiale a squadre' nel 1998. E adesso è guidata dalla ex numero 6 Wta. “È fantastico - dice - essere la capitana di queste giocatrici, ma tutto sommato è anche molto semplice: loro rendono tutto facile e ti permettono anche di divertirti. Segreti, ce ne sono pochi. Cerco solo di aiutarle"

15 aprile 2025

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“Vederle giocare? È stata una delizia”. Carla Suarez Navarro si coccola così le sue giocatrici, da capitana felice all'esordio in Billie Jean King Cup. Un altro passo di una donna che in carriera – e nella vita – di prime volte ne ha affrontate tante, uscendone sempre un po' più forte di prima. Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini di lei che si allena, dopo un ritorno lampo al termine di un ciclo di chemioterapia.

Era il periodo tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, il mondo stava per uscire – a piccoli passi – dall'incubo covid, mentre la giocatrice iberica stava per mettere un punto sulla sfida più complicata della sua esistenza, quel linfoma di Hodgkin che la travolse proprio mentre stava pensando a quando e come chiudere la carriera.

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Dopo lo shock, l'ospedale, le cure e la completa guarigione, Carla decise di tornare in campo, terminando nel 2021 con quattro eventi di prima grandezza: Roland Garros, Wimbledon, Giochi di Tokyo e Us Open. Una sola partita vinta, in Giappone contro Ons Jabeur, ma a quel punto non contavano più i risultati, contava solo lasciarci in pace col quel mondo del tennis che le aveva dato tutto. Nel 2023, la gioia di diventare mamma di due gemelle: Noa e Ona. Il traguardo di una vita, per lei e per la compagna Olga Garcia, calciatrice. Ma Carla, di fare 'solo' la mamma, non aveva alcuna intenzione. Così è tornata nel suo mondo, stavolta sulla panchina della Nazionale. Con un accordo biennale, per il 2025 e per il 2026.

“Sono state due partite molto difficili. E sono molto contenta – ha spiegato l'ex numero 6 Wta dopo la prima fase di BJK Cup – di come si sono comportate le ragazze, di quanto si siano divertite e di come tutta la squadra abbia dato il massimo. È stata una grande vittoria: queste sono le cose che ti rimangono impresse negli anni”. E ancora: È fantastico essere la capitana di queste giocatrici, ma tutto sommato è anche molto semplice: loro rendono tutto facile e ti permettono anche di divertirti. Segreti, ce ne sono pochi. Cerco solo di aiutarle, rendendo tutto il più leggero possibile, in modo che quando arrivano i giorni delle gare, possano dare il massimo. In questo senso, a livello personale, sono molto felice”.

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Carla Suarez Navarro ha molto in comune, non solo la nazionalità, con un'altra grande capitana di Spagna, Conchita Martinez, cinque trionfi da giocatrice. La quattro volte regina di Roma – oggi all'angolo di Mirra Andreeva – è stata in grado di vestire i panni non solo di capitana delle ragazze, ma pure del team maschile delle 'Furie Rosse'. “E onestamente – ha spiegato – non ho trovato delle differenze straordinarie fra i due compiti. Perché le reazioni alle decisioni sono molto soggettive, ma non dipendono certo dal fatto di essere uomini o donne. Sono riuscita a togliermi soddisfazioni importanti, sono orgogliosa di ciò che ho conquistato in quel periodo, ma i due ruolo – a livello di difficoltà – erano sovrapponibili”.

Chissà se un giorno capiterà anche a Carla, di poter guidare la Nazionale maschile del suo Paese. Per adesso, la certezza è che l'avventura sulla panchina del team in rosa non poteva cominciare meglio, verso l'obiettivo di interrompere un digiuno di trofei che dura dal 1998. In Cina, nelle prossime Finals (in programma a settembre a Shenzhen), chiunque vorrà prendersi il titolo che nel 2024 è stato dell'Italia dovrà fare molta attenzione anche alla Spagna. Non solo per le giocatrici che scenderanno in campo, ma pure per questa figura così speciale accomodata sulla panchina. Una donna che da ogni sfida è riuscita a trarre qualche insegnamento importante, alzando di volta in volta l'asticella delle sue ambizioni. Un esempio, per tutti, uomini e donne.

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