A Montreal, trasmesso in diretta e in chiaro su SuperTennis, tornano a brillare due ex regine Slam e una grande promessa ancora inespressa. Forse hanno trovato l’equilibrio, anche se il tennis donne ha un livello medio sempre più alto e sempre più contendenti al vertice
di Vincenzo Martucci | 04 agosto 2025
Bisogna colmare i buchi neri, bisogna migliorarsi, bisogna lavorare per aggiungere variazioni e dribblare gli studi sempre più approfonditi dei team avversari. Epperò non bisogna snaturare il proprio gioco, le caratteristiche naturali e positive, quelle che hanno consentito il salto di qualità e danno sempre sicurezza. Bisogna soprattutto ritrovare gli stimoli e la gioia del gioco in sé, il piacere della sfida e della partita. Insomma, bisogna allenarsi agli alti e bassi della forma e della motivazione, ed avere pazienza. Così, all’improvviso, al 1000 di Montreal, ecco rispuntare regine Slam come Naomi Osaka e Madison Keys, e grandi promesse che sembravano evaporate come Clara Tauson. In attesa della prossima smentita di queste ragazze come del prossimo squillo, a Cincinnati, loro o più probabilmente di altre protagoniste in questo tennis donne dal livello medio sempre più alto e senza più dominatrici assolute.
EQUILIBRIO
Dopo le doppiette Slam sul cemento di Australian e Us Open, e il numero de mondo del 2019, dopo la crisi di pressione media dei due mondi così diversi cui appartiene, e cioé Giappone e Stati Uniti, dopo la maternità e tanti infortuni, la Osaka, a 27 anni, è ancora alla ricerca di un nuovo equilibrio, soprattutto fisico. Mentre sta ritrovando colpi e sicurezze sul campo, insieme al ritmo partita, anche se ancora la classifica la penalizza, fuori dalle top 50, quest'anno Naomi ha ritrovato il gusto del successo, raggiungendo la prima finale e poi anche il primo titolo, dal 2021, peraltro sulla terra rossa. E con i quarti di Montreal vede le top 30 e, abbandonato coach Mouratoglou, filosofeggia: ”Ho parlato con mio padre e mi ha detto che essere sani e felici è già una forma di successo. Sono d'accordo, ma voglio di più. Mi piacerebbe vincere altri tornei del Grande Slam e mi piacerebbe tornare fra top 10, ma penso di dover procedere passo dopo passo e pormi obiettivi più piccoli, che alla fine diventeranno obiettivi più grandi”.
E con i quarti di Montreal vede le top 30 e, abbandonato coach Mouratoglou, filosofeggia: ”Ho parlato con mio padre e mi ha detto che essere sani e felici è già una forma di successo. Sono d'accordo, ma voglio di più. Mi piacerebbe vincere altri tornei del Grande Slam e mi piacerebbe tornare fra top 10, ma penso di dover procedere passo dopo passo e pormi obiettivi più piccoli, che alla fine diventeranno obiettivi più grandi”.
BUM BUM KEYS
A febbraio, agli Australian Open, aveva finalmente acceso con un titolo Slam, peraltro battendo in finale la numero 1 del mondo Aryna Sabalenka, una carriera da incompiuta. Poi, Madison Keys è sembrata appagata, a 30 anni, dalla rivincita sul destino della sfortunata finale 2017 agli US Open. Uscendo poco dopo stracciata nella rivincita con la bielorussa a Indian Wells (6-0 6-1) e poi fermandosi ai quarti contro le rivali dirette a Madrid come a Parigi, e scivolando poi clamorosamente a Wimbledon contro il tennis “old style” di Laura Siegemund.
Ma quando ha riassaporato il cemento nordamericano, è tornata ad ascoltare davvero i suggerimenti del marito-coach riscattando, in Canada, non a caso, lo sgarbo sull’erba della tedesca e poi vincendo di grinta e di forza i bracci di ferro contro McNally e Muchova, cui ha anche annullato due match point. Per la terza volta quest’anno, dopo le imprese con Swiatek agli Australian Open e Kenin al Roland Garros. Risfoderando il pugno del ko. E confermando che quando gioca così entra perentoriamente in ple position, sempre e comunque. Figurarsi sulla strada dello Slam di casa.
MATURITA’
Forse, anzi, aggiungiamoci anche un secondo forse, a 22 anni, la biondona Tauson, baby fenomeno a 13 anni, poi stoppata da una attitudine sbagliata, da qualche infortunio e da troppi bisticci e ritiri, ha trovato la quadra anche sotto il profilo atletico. E quindi è oggi in grado di esprimere con continuità la sua potenza, che è evidente a partire dal servizio. Come ha potuto constatare sulla sua pelle l’ex numero 1, Iga Swiatek, che pure pareva in entusiasmante ripresa, dopo il trionfo di Wimbledon.
L’erede di Caroline Wozniacki sta ancora bussando alla porta delle top 20 ma, a Montreal, sulla scia del significativo colpaccio ai Championships contro Rybakina, sta ampiamente dimostrando di valere a tratti le top 10. Sempre quel diavoletto dentro di lei taccia davvero e la lasci giocare senza freni, ma anche con un po’ di calma. In attesa della prossima prova del 9 che ha il nome di Madison Keys.