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La rinascita di Naomi: dalla depressione al ritorno nell’élite

Le tappe della carriera della giapponese che, superati i problemi di natura depressiva e un periodo di stop per la maternità, nel 2025 si è ripresa la Top-15 del ranking mondiale e ora sogna di tornare a dire la sua negli Slam

26 settembre 2025

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Il 2025 ha segnato il ritorno ad alti livelli di Naomi Osaka. La 27enne giapponese, ex numero uno del ranking Wta e vincitrice in carriera di quattro tornei del Grande Slam, è tornata in questa stagione ad esprimersi con continuità e a vincere tante partite nel circuito maggiore, mettendo definitivamente in archivio le innumerevoli difficoltà e i problemi incontrati negli ultimi anni. Doveva essere il volto del tennis del futuro, invece ha saputo tenere fede alle aspettative solo in parte. Ma forse non è ancora detta l’ultima parola.

La prima affermazione in un Major, ottenuta agli Us Open del 2018 battendo in finale Serena Williams, portò Naomi a diventare una delle atlete più popolari e attenzionate dagli sponsor di tutto il mondo, con conseguenti entrate da capogiro. La nipponica è stata la sportiva donna più pagata tra il 2019 e il 2022, arrivando a incassare complessivamente oltre 200 milioni di dollari, ma insieme al denaro sono arrivate anche pressioni, responsabilità, impegni. Una situazione che l’ha condotta a incappare più volte in situazioni di nervosismo e difficoltà a livello psicologico.

Come quando al Roland Garros 2021, da numero due della classifica mondiale, disertò la conferenza stampa successiva alla vittoria al primo turno contro Patricia Maria Tig e poi decise di ritirarsi prima di scendere in campo contro Ana Bogdan. “Dallo Us Open 2018 in avanti – spiegò – ho sofferto di attacchi di depressione. Mi sono sentita vulnerabile e ansiosa, quindi ho pensato che fosse meglio prendermi cura di me stessa ed evitare le conferenze stampa. Parlare con i giornalisti mi crea ansia e pressioni che non sono in grado di sopportare”.

Naomi Osaka story: dall'apice alle difficoltà, e ritorno?

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A distanza di anni, il quadro della situazione è oggi piuttosto chiaro. Le tante vittorie di prestigio e una popolarità arrivata quasi all’improvviso non hanno consentito a Naomi Osaka di calarsi in maniera progressiva nella nuova realtà, finendo per incidere negativamente sulla sua carriera. In grado di imporsi in sette delle dodici finali disputate nel circuito Wta (arriva da tre ko di fila all’atto conclusivo), Osaka è diventata nel 2018 la prima tennista giapponese a vincere un torneo dello Slam, mentre l’anno seguente si è tolta la soddisfazione di diventare la prima asiatica in vetta alla classifica mondiale, status che le è appartenuto per un totale di venticinque settimane, divise in due fasi tra gennaio e giugno e poi tra agosto e settembre.

Ultima tedofora delle Olimpiadi di Tokyo, nel 2021 ha avuto l’onore di accendere il braciere olimpico, uscendo poi di scena al terzo turno in singolare per mano della futura finalista Marketa Vondrousova, a sua volta battuta nel match per la medaglia d’oro da Belinda Bencic. Un’altra batosta pesante da digerire, viste le enormi aspettative sulle sue spalle da parte di un paese intero.

Ma oggi, finalmente, sembra tutto acqua passata. Una possibile svolta nell’ultima fase della carriera della Osaka si può ricondurre alla nascita della figlia Shai, data alla luce nel 2023 dalla relazione (interrotta quest’anno) con il rapper statunitense Cordae. “Se non raggiungo una certa classifica, non mi vedo più a giocare. Se non mi trovo dove sento e penso di poter arrivare, preferisco trascorrere del tempo con mia figlia”, disse Osaka in un’intervista rilasciata a fine 2024. Oggi, a quasi un anno da quelle dichiarazioni, la nipponica si trova alla quattordicesima posizione del ranking Wta e sembra finalmente tornata la Osaka dei vecchi tempi: concreta, aggressiva e priva di pensieri negativi.

Ritrovato il sorriso nel maggio scorso nel Wta 125 di Saint-Malo - primo titolo a quattro anni di distanza dagli Australian Open 2021 -, in stagione la giapponese ha disputato le finali nel Wta 1000 di Montreal e nel Wta 250 di Auckland, oltre alla semifinale agli Us Open, dove si è arresa in tre set combattuti alla statunitense Amanda Anisimova.

Per quanto la sua carriera sia stata inevitabilmente condizionata dai già citati problemi di natura depressiva, che non le hanno consentito di esprimersi al meglio negli anni “clou”, in questo 2025 Naomi ha dato la sensazione di essersi definitivamente messa alle spalle tutti i problemi. Gli ultimi risultati ottenuti sul cemento americano – con vittorie contro Gauff, Svitolina e Muchova - lasciano intendere come la giapponese sia tuttora ben focalizzata sui propri obiettivi e desiderosa di tornare a lasciare il segno anche negli Slam. Ritrovata la serenità grazie alla piccola Shai, Naomi Osaka guarda ora al futuro senza timori, con la consapevolezza di avere le carte in regola per tornare a dire la sua anche nei tornei più importanti del mondo. Sabalenka, Swiatek e tutte le altre sono avvisate.

La rinascita di Naomi: dalla depressione al ritorno nell’élite

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