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L’energia di Jennifer Ruggeri: “Questi successi? Un punto di partenza”

Fiducia e consapevolezza, due parole che stanno segnando la crescita della 22enne Jennifer Ruggeri, che tra fine agosto e inizio settembre ha infilato 10 succesi consecutivi vincendo i tornei ITF di Trieste e Fiano Romano. Dopo un 2024 complicato, la nuova stagione ha rilanciato le quotazioni della marchigiana, che punta a scalare la classifica WTA

16 settembre 2025

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Quando si dice avere il tennis sotto casa. È stato così per Jennifer Ruggeri, cresciuta a Porto Potenza, un paese sul mare nelle Marche dove ancora oggi risiede. “Ho provato a trasferirmi a Jesi – racconta la classe 2003 nata (il 23 luglio) a Civitanova Marche, in provincia di Macerata – ma non ha funzionato. Sono abituata ad avere il mare davanti”. Si allena alla MTA Pro Team di Jesi con l’allenatore di sempre Massimiliano Albarella, affiancato da qualche anno dall’ex pro Alice Savoretti che la segue anche nei tornei. Grintosa e con un carattere molto forte, Jennifer vanta un best ranking di n.431 che risale al maggio del 2024. Poche settimane fa ha vinto il suo primo titolo ITF nel W35 di Trieste, al termine di un cammino praticamente perfetto, e subito dopo ha fatto il bis a Fiano Romano (W15), risalendo alla posizione numero 509 della classifica WTA.

Jennifer, la sua carriera sembra ripartita alla grande: ha vinto 10 match di fila. Come sta vivendo questo momento?

"Il 2024 è stato un anno un po' particolare per me. Non ho giocato molti tornei e non ero in fiducia.  È stato un periodo così. Anche all'inizio di quest’anno non sono partita nel migliore dei modi, però alla fine credo che il segreto sia sempre lo stesso: lavorare ogni giorno e giocare il maggior numero possibile di tornei. Nell’ultimo periodo mi sono accorta che il livello del mio tennis stava salendo. Ho avuto diverse buone prestazioni, arrivando in fondo ai tornei. Mancava solo quel qualcosa in più che poi, nelle ultime settimane, è arrivato. Inaspettato, forse, però non nascondo che ero convinta che prima o poi sarebbe giunto il mio momento. Questo è certamente un periodo molto positivo”.

Che cosa è esattamente quel qualcosa in più che prima mancava?

"Una cosa che sento da tempo. Sono convinta di avere il gioco per poter salire nel ranking, di avere possibilità di giocare ad alto livello, però mi mancava la fiducia. Aver fatto un passo indietro, tornando a giocare alcuni tornei di livello leggermente inferiore rispetto a quelli della scorsa stagione, mi ha aiutato ad acquisire più consapevolezza di me stessa e del mio gioco. Mi mancava proprio tirare fuori quell'energia che avevo un po' perso”.

Stiamo parlando della primavera 2024, quando ha giocato le qualificazioni al WTA 1000 di Roma e al WTA di Parma?

Esatto. Quando sei in fiducia, giochi bene ed entri in quel loop dove ti senti un po' invincibile. Mi mancava proprio quella parte lì. Dopo i buoni risultati del 2023, è normale che arrivi anche il momento in cui ci siano sconfitte, un periodo un po' più buio. Avere continuità non è mai facile. Sicuramente per me il 2024 è stato un anno particolare. Dal punto di vista mentale mi ha un po' stravolto. La perdita di mio papà sicuramente mi ha tolto l'attenzione dai tornei. Certe situazioni ti fanno capire che non tutto, nella vita, si basa sul tennis o sui risultati. Anzi, credo che i risultati di questi ultimi mesi siano dovuti ad una maggiore maturità fuori dal campo. Ho imparato ad accettare anche i momenti in cui non sono al 100%. Sono quelli in cui si impara di più”.

L’energia di Jennifer Ruggeri: “Questi successi? Un punto di partenza”

Come si dice, è nei momenti di difficoltà che si cresce di più.

"Vero, impari anche a conoscerti. Ho scelto di andare ai tornei pur di evitare la situazione. Il tennis e l’ambiente dei tornei sono stati una valvola di sfogo e di distrazione. Ma ovviamente non è stato facile conciliare le cose. Tornassi indietro, forse, farei diverse scelte, magari mi fermerei un po’ con i tornei e starei di più a casa. Ma credo molto nel destino: se le cose sono andate in un modo è perché dovevano andare così”.

Dai primi di luglio a oggi ha recuperato circa 240 posizioni in classifica.

"Sono molto contenta perché è il frutto del lavoro di questi mesi. Il mio obiettivo adesso è giocare più partite possibili, non sono una che guarda molto al ranking. In verità, prima lo guardavo e forse è stata anche un po' la cosa che mi ha penalizzata. Pensavo sempre ai punti, ai risultati, anche paragonandomi ad altre ragazze. Adesso credo di essere maturata: penso al match di domani e che poi il resto verrà da sé”.

Ha usato la parola ‘maturità’: è quella che sta arrivando?

"Sì, dal punto di vista mentale assolutamente. Tecnicamente, a parte Trieste dove credo di avere giocato un buon tennis, a Fiano Romano, la settimana dopo, non ero al top. La differenza l'ha fatta proprio la parte mentale, cioè la gestione della partita e delle emozioni. Ho capito l’importanza della componente mentale”.

Ha citato Trieste, il suo primo successo ITF. Cosa si prova ad alzare un trofeo?

"Un'emozione grande, anche perché erano settimane in cui arrivavo sempre in fondo ai tornei, ma non riuscivo a fare l’ultimo passo. Un successo che ho fortemente voluto. Ci sono state diverse partite lottate e vincere è stato… indescrivibile. Lo vivo anche un po' come un punto di partenza”.

Poi ci ha preso gusto tanto che si è ripetuta - e non è mai facile - al W15 di Fiano Romano.

"Infatti, inconsciamente, dopo una vittoria, ho finito per mettermi un po’ di pressione da sola. Sono arrivata a Roma cercando di rimanere serena, ma già durante il primo match ho avvertito la tensione di dover confermare i risultati della settimana precedente. Si ha sempre un po’ il timore di fare una figuraccia ma mi sono detta: ‘anche se perdi, non fa niente, l'importante è che dai tutto quello che hai’. È stato questo pensiero ad avermi aiutata”.

L’energia di Jennifer Ruggeri: “Questi successi? Un punto di partenza”

Quando ha iniziato a giocare a tennis?

"All'età di sei anni e mezzo. Avrei iniziato anche a 5 anni ma mi hanno detto che era troppo presto per cui ho dovuto aspettare. A Porto Potenza, dove vivo ancora oggi, ho i campi praticamente sotto casa. Mia sorella maggiore giocava e io, che la copiavo un po’ in tutto, ho voluto imitarla. A dire la verità non è che il tennis mi piacesse poi tanto ma amavo l’idea di competere. Volevo giocare i tornei e poi c'erano le coppe, le medaglie, volevo vincerle. È stata proprio quella cosa lì a farmi appassionare al tennis. All'età di 11 anni ho fatto un anno a Civitanova e poi, dalla stagione successiva, sono approdata a Jesi ma avendo scelto di studiare in un Liceo Scientifico tradizionale non è stato facile conciliare tennis e studi”.

Gli anni da junior come li ha vissuti?

"Rispetto alle mie coetanee non ho giocato tanti tornei da under 18, anche perché c'è stato di mezzo il Covid che non mi ha favorito. Peccato perché penso che giocare i tornei Tennis Europe aiuti molto a crescere e lo consiglio sempre alle ragazze più giovani che si allenano alla MTA”.

A proposito, come è composto oggi il suo staff?

Massimiliano Albarella mi allena da quando sono piccola, e negli ultimi tre anni si è unita allo staff anche Alice Savoretti. Lei è stata 400 WTA ed è anche lei di Porto Potenza. Abbiamo giocato anche la serie A insieme e ritrovarla a Jesi mi ha aiutato tanto. Ha smesso di giocare a 26 anni, ma si è allenata molto in Spagna, quindi ha quella mentalità tipica del tennis spagnolo. Mi ha dato risorse molto importanti. Con Massimiliano continuo ad allenarmi ma lui non viaggia più come prima, quindi c'è Alice che ha la possibilità di accompagnarmi ai tornei. Il mental coach è Paolo Ticà: mi conosce da quando sono piccola, ma lavoriamo insieme solo da un anno e mezzo. Mi ha dato una grande mano e specialmente dopo il 2024 è stata una risorsa importante. Il mio preparatore atletico, invece, è Riccardo Tiranti”.

Dovesse raccontarsi come giocatrice?

Sono sempre stata molto aggressiva. Tendo a prendermi il punto, quindi ho un gioco abbastanza veloce. Alice mi ha aiutato a inserire diversi cambi di ritmo e variazioni: slice, palla corta, traiettorie più alte e adesso sono diventata una giocatrice trasversale che sa fare un po' tutto. La mia ottica di gioco però resta aggressiva. La grinta, da quando sono piccola, non mi è mai mancata e credo sia una delle mie principali qualità”.

Superficie preferita?

"In prospettiva mi dicono tutti che saprò esprimermi al meglio sul veloce, però io dico terra battuta perché è dove ho giocato più partite ed ho ottenuto i risultati migliori”.

C’è una giocatrice che l’ha ispirata?

"Da sempre Serena Williams, per me regina indiscussa del tennis. Da piccola tendevo anche a vestirmi come lei e la imitavo”.

Programmazione?

Dopo Tolentino, WTA 125 vicino a casa, andrò a Pula in Sardegna, già la settimana successiva, per 2/3 settimane di tornei. Poi c'è anche la Serie A con Beinasco. Nei prossimi mesi vorrei alzare un po' il livello dei tornei se il ranking lo consentirà. È ora di misurarmi anche con i tornei sul veloce”.

A proposito di obiettivi: se ne è data?

"L'obiettivo è quello di migliorare il mio best ranking (431, ndr.). Vorrei chiudere l’anno nelle prime 400".

Fuori dal campo che ragazza è?

"Una ragazza molto socievole, estroversa e sorridente. In una parola: solare. Amo aiutare gli altri, dare una mano anche in base un po' alle mie esperienze e sicuramente mi piace imparare dagli altri".

Hobby?

"Stando sempre ‘fuori’ per tornei purtroppo hobby non se ne possono coltivare tanti. Ultimamente mi sono avvicinata alla pittura ad acquarello".

Se chiude gli occhi e prova a sognare?

"Mi auguro di poter giocare i tornei del Grande Slam e avere la continuità per essere una giocatrice professionista. Da quando sono piccola dico sempre di volere diventare la numero uno del mondo. È un sogno grande, però se uno ci crede…”.

L’energia di Jennifer Ruggeri: “Questi successi? Un punto di partenza”

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