-
Wta

Coach Pizzorno su Jasmine: "Può crescere ancora, con Sara un lavoro di squadra"

"Abbiamo cominciato a Pechino - spiega il coach torinese - per un periodo di prova. Abbiamo fatto insieme tutta la trasferta cinese che è andata piuttosto bene. Per me era fondamentale unire le forze proprio con Sara e mettere assieme le nostre competenze per il bene di Jasmine"

di | 08 dicembre 2025

20251208_20220615_pizzorno_7.jpg

Il legame è forte, è già stabile e non è certo nato ieri. Danilo Pizzorno è nell'orbita dello staff di Jasmine Paolini dal 2020, da quando la toscana è decollata fra le top 100, mentre ancora lavorava con Renzo Furlan come coach principale. Oggi, a quasi 30 anni, da numero 8 Wta, Jas riparte per preparare il 2026 da due certezze: da un lato Sara Errani come partner di doppio e guida tattico-strategica, dall'altro lato proprio il torinese Pizzorno (classe 1965) come allenatore.

Danilo, un passo indietro: lei seguiva la russa d'Italia Liudmila Samsonova, che ha portato al numero 12 Wta. Quando e come è terminata la vostra collaborazione?

"Giusto prima degli ultimi Us Open. Dopo il torneo di Cleveland, Liudmila mi ha mandato un messaggio dicendomi che voleva interrompere la collaborazione. Mi è dispiaciuto, ma ne ho preso atto. Credo che ogni atleta debba fare un suo percorso, per arrivare alla piena maturità".

Quando ha conosciuto Jasmine?

"Giugno 2020, subito dopo il periodo più duro della pandemia. Mi chiamò Renzo Furlan chiedendomi se potevo dare una mano sulla parte tecnica".

Quindi la scelta di chiamarla come coach, nei mesi scorsi, è stata quasi naturale.

"Diciamo che mi ha dato un vantaggio il fatto di conoscerla. Quando ti rapporti con una giocatrice di quel livello è importante conoscere il 'linguaggio' che è più utile per lei e per le sue caratteristiche. Partire da zero è senza dubbio più difficile".

Liudmila Samsonova in azione a 's-Hertogenbosch (Getty Images)

Liudmila Samsonova in azione a 's-Hertogenbosch (Getty Images)

Quando è arrivata la chiamata ufficiale di Jasmine?

"Abbiamo cominciato a Pechino, per un periodo di prova. Abbiamo fatto insieme tutta la trasferta cinese che è andata piuttosto bene: quarti a Pechino, semi a Wuhan e Ningbo. Ci siamo trovati a nostro agio fin da subito anche con Sara (Errani, ndr) e abbiamo deciso di parlare in modo più approfondito del progetto. Per me era fondamentale unire le forze proprio con Sara e mettere assieme le nostre competenze per il bene di Jasmine. Durante le Wta Finals abbiamo messo le basi per il 2026".

Quando Jasmine si era separata da Furlan c'era già stato un contatto?

"In realtà il rapporto con lei c'è sempre stato, soprattutto nelle fasi di preparazione, e Jasmine mi chiedeva spesso dei suggerimenti su determinati aspetti. Però io al tempo ero impegnato e lei scelse Marc Lopez. Il mio consiglio? Di non avere fretta, di attendere ciò che era meglio per la sua carriera. Ma da parte mia era distante il pensiero di entrare in pianta stabile col suo staff, essendo nel Tour con un'altra giocatrice. Dopo una settimana dalla conclusione della partnership con Liudmila, Jasmine mi ha cercato e abbiamo cominciato a pensare al futuro".

Caratterialmente come si trova con Jasmine?

"Molto bene perché lei è una persona solare. Anche quando affronta situazioni difficili durante il match, riesce a trovare la chiave per uscirne, in modo positivo. Il suo segreto è prendere tutto come un gioco, dà la giusta importanza a quello che le accade. Per questo trova spesso la lucidità per risolvere i problemi. Jasmine la devi battere, non si batte mai da sola, cosa che nel tennis femminile non è così banale". 

Jasmine Paolini colpisce di rovescio (foto Getty Images)

Jasmine Paolini colpisce di rovescio (foto Getty Images)

Jasmine va verso i 30 anni, da un paio di stagioni è costantemente ad altissimi livelli. C'è ancora margine per crescere tecnicamente?

"All'inizio eravamo partiti dall'idea di collaborare per un certo numero di settimane. Io ho fatto poi la proposta di essere presente full time, sempre. Perché credo molto in lei e credo abbia margini importanti di miglioramento. Stando insieme costantemente si può lavorare sui dettagli, lei inoltre è molto ricettiva e dà grande disponibilità".

Cosa ha visto nella prima trasferta insieme in Cina?

"Mi interessava soprattutto vederla all'opera con le migliori: Gauff, Anisimova, Swiatek. Da quei match si capisce cosa c'è da migliorare in vista del prossimo salto di qualità. In termini più specifici, ci stiamo concentrando molto sul servizio, non tanto per aumentare la velocità quando per perfezionare la precisione e il rendimento. Lei può usare il servizio come un'arma. Poi deve saper cambiare le rotazioni sul rovescio, colpire in anticipo, rispondere in modo efficace. C'è tanto ancora da fare, è un lavoro che richiede tempo".

Tra le migliori, solo Coco Gauff gioca il doppio con costanza come Jasmine. Questo duplice impegno è ancora sostenibile per l'azzurra?

"Fino a qualche anno fa lei non voleva proprio giocarlo, il doppio. Io e Renzo (Furlan, ndr) le consigliammo fortemente di inserirlo nella programmazione e questo l'ha aiutata parecchio sotto il profilo tecnico. Quando ha conosciuto Sara, poi, ha fatto un ulteriore scatto a livello mentale per diventare competitiva nella specialità. Ha migliorato l'approccio alla rete, la manualità, le variazioni. Secondo me la programmazione deve restare così anche nei prossimi anni, perché l'impegno - con le regole attuali del doppio - non è gravoso. Da parte di Sara, inoltre, c'è piena disponibilità nel capire il momento ed eventualmente evitare qualche impegno se sarà necessario: ci renderemo conto durante il percorso se giocare singolo e doppio sarà sempre sostenibile".

Tutta la grinta di sara Errani e Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Tutta la grinta di sara Errani e Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Quanto c'è di Sara Errani nell'evoluzione da doppista di Jasmine?

"Tanto. Innanzitutto per Jasmine il doppio significa anche coltivare l'aspetto ludico del tennis, con meno pressione rispetto al singolare. Poi con Sara sono complementari: lei sa come muoversi mentre Jas tira forte, la coppia ideale. Oltretutto sono entrambe italiane, possono giocare in Nazionale insieme così come alle Olimpiadi, e questo è un enorme stimolo in più".

Quale sarà il ruolo di Sara nel team?

"Lei ha una grande esperienza e sa come ci si sente nel giocare una finale o una semifinale di uno Slam. Questo è un valore aggiunto importante. Inoltre è importante anche come sparring perché è un 'computerino', mostra una grande precisione che negli allenamenti viene utile. Parlo molto con lei per trovare la soluzione migliore per Jasmine: io posso lavorare su dettagli tecnici che poi vengono esaltati dal supporto strategico fornito da Sara. Si tratta di vero lavoro di squadra, un po' come si fa nel team di Sinner, con Cahill che fa un lavoro e Vagnozzi che ne fa un altro. Tanti altri giocatori hanno ormai team di più persone, perché dividere i compiti permette ai coach di essere più lucidi in un calendario molto fitto".

Jasmine ha già raggiunto due finali Slam di singolare, su terra e su erba. Su quale superficie ha più chance di arrivare a un titolo Major?

"Lei è cresciuta sulla terra, che resta la sua superficie ideale. Ma non è da trascurare il fatto che è migliorata molto sul veloce e anche sull'erba. Onestamente in questo momento non mi sentirei di privilegiare una superficie piuttosto di un'altra, perché non voglio metterle alcun limite. Cerchiamo piuttosto di mantenere una continuità ad alto livello per tutto l'anno. Poi c'è la settimana in cui riesci a dare il cento per cento e allora ti si aprono tante porte, come a Wimbledon quando ha raggiunto la finale. Può anche essere quando meno te lo aspetti". 

Tutta la grinta di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Tutta la grinta di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Fino ai 23 anni, Jasmine era rimasta intorno al numero 200 Wta. Quando l'ha conosciuta, ha capito subito che potenziale aveva?

"La parte importante del progetto era farla diventare una giocatrice completa e indipendente, con una tecnica adeguata. Quando l'ho conosciuta io era numero 96, ma doveva imparare a giocare sul veloce e sull'erba, come affrontava le partite sulla terra. L'evoluzione successiva è stata dovuta alla sua nuova consapevolezza per stare ad alto livello. Dal successo nel 1000 di Dubai in poi ha spiccato il volo, ha capito che poteva rimanere tutte le settimane tra le più forti e giocarsela. Fare due anni costantemente nelle 10 non è per niente facile, lei ci è riuscita".

Il percorso di Jasmine è riproducibile?

"Lei ha doti straordinarie, tra cui una grande rapidità di braccio. Ma la velocità di palla che si può esprimere dipende anche dalla fiducia in se stessi e dalla mentalità. Jasmine ha lavorato su tutti gli aspetti tecnici, tattici, fisici e mentali, con la curiosità di voler sapere cosa c'è di meglio, con l'ambizione di salire ogni volta di più. Se trovi queste caratteristiche in un'atleta, di certo puoi costruire qualcosa di importante". 

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti