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L'ennesimo ritorno di Vera Zvonareva, a 41 anni

Dopo un anno e mezzo di inattività, l’ex numero due del mondo ha raggiunto la finale in singolare e in doppio nel W100 di Dubai. Ma è difficile pensare che possa rientrare a pieno regime nel Tour

11 dicembre 2025

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A 41 anni, Vera Zvonareva non ha perso la voglia di lottare. Ex numero due del ranking Wta e finalista Slam a Wimbledon e agli Us Open nel 2010, la tennista moscovita è tornata in campo la scorsa settimana in un torneo Itf da 100mila dollari di montepremi a Dubai, raggiungendo subito la finale, dopo un anno e mezzo di inattività.

Nel suo percorso negli Emirati Arabi Uniti, interrottosi all’atto conclusivo nel duello perso con un duplice 6-3 contro la Top-100 croata Petra Marcinko, Zvonareva ha dato vita anche a un vero e proprio scontro generazionale in semifinale con la stellina britannica Mika Stojsavljevic, vincitrice degli Us Open Juniores nella passata stagione e di ben ventiquattro primavere più giovane della sua avversaria. Basti pensare che nel dicembre 2008, mese di nascita dell’attuale numero 298 del mondo, Zvonareva si trovava nel pieno della sua carriera, in settima posizione nella classifica Wta di singolare e con già tre titoli Slam in bacheca tra doppio femminile e misto.

Dopo essersi presa una pausa - l’ennesima della sua carriera - nel giugno 2024 dopo la partecipazione al torneo di doppio del Roland Garros insieme a Mirra Andreeva, senza però aver comunicato alcuna intenzione di porre fine alla propria avventura nel Tour, Zvonareva ha sorpreso tutti per le modalità con cui si è materializzato il suo rientro nel circuito. Finalista anche in doppio in coppia con Rada Zolotareva, la classe 1984 ha beneficiato di una wild card in un torneo che per lei si potrebbe definire “di casa”, in quanto ormai da oltre un anno fa base proprio nella lussuosa città degli Emirati Arabi Uniti, dove ricopre il ruolo di coach sui campi del TopSpin Sports Centre.

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Tra una difficile convivenza con problemi costanti alla spalla, che ne hanno condizionato il rendimento negli anni più importanti della sua carriera, e altre scelte di vita, come il ritiro prima annunciato nel 2016 in seguito al matrimonio con Alexander Kucher e alla nascita della figlia Evelyn, poi “annullato” dal rientro in campo nell’aprile successivo, il percorso di Vera Zvonareva nel circuito è stato ricco di colpi di scena.

Tra le migliori interpreti del doppio, disciplina che le ha fruttato anche un titolo alle Finals del 2023 con Laura Siegemund, la tennista russa ha avuto la forza di trovare sempre la strada più corretta da percorrere, senza trascurare tutti quei minimi dettagli che ad alti livelli possono fare la differenza. Una delle doti più importanti di Zvonareva è stata quella di dare la stessa importanza ai tornei Wta o Itf affrontati nel corso degli anni: il suo notevole impegno in ogni evento può fungere da fonte d’ispirazione sia per i più giovani, intenzionati a emulare il suo cammino, sia per i più esperti, ai quali giunge l’importante insegnamento di come sia sempre possibile superare le difficoltà per arrivare, con la forza di volontà, a ritagliarsi nuove soddisfazioni e aprire nuovi capitoli.

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L’esperienza accumulata negli anni - ha dichiarato Zvonareva durante il torneo di Dubai - mi dà una mano nell’affrontare questi eventi, ma il passato ormai è alle spalle. Non è facile restare appassionate a questo sport per tutta la vita, ma sarò sempre pronta a lottare per fare mio ogni singolo punto. Nei tornei Itf si trovano tante ragazze giovani e affamate di successo, ma io non sono una che si arrende facilmente: le vittorie o le finali Slam non contano più, ora guardo al presente”.

Terza giocatrice più anziana nel ranking Wta di singolare dopo Venus Williams e Emily Webley-Smith, Vera Zvonareva si è ritrovata in 654esima posizione dopo l’ottimo percorso nel W100 di Dubai. La sensazione, considerando anche il suo attuale impiego da allenatrice delle giovani racchette emiratine, è che si sia trattata di una fugace apparizione in un torneo a lei molto comodo anche sotto l’aspetto logistico, ma non è da escludere che nel 2026 possa riprovarci, magari restando all’interno dei confini degli Emirati Arabi Uniti.

Mai persa la voglia di competere e ritrovata anche una certa continuità nel breve periodo - considerando che non vinceva quattro partite di fila dal torneo di Miami del 2022, quando raggiunse il terzo turno partendo dalle qualificazioni, e che non giocava una finale da cinque anni -, non è detto che non voglia subito riprovarci. Per questo motivo, tenere sotto controllo l’entry list e il tabellone del W100 in programma a fine gennaio a Fujairah potrebbe non essere una cattiva idea.

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