

Nel “China Open” di Pechino la 35enne di Tianjin, in tabellone grazie ad una wild card, ritrova quella vittoria che le mancava da quasi venti mesi. “Ho avuto il sostegno di tante giocatrici…è la grande famiglia del WTA Tour: mi piace, ed è questa la ragione per la quale continuo a giocare”
di Tiziana Tricarico | 25 settembre 2024
A volte superare un primo turno può essere meraviglioso tanto quanto vincere un torneo. Soprattutto se sono oramai quasi venti mesi che non ti riesce di portare a casa una partita. Ora finalmente la “maledizione” di Zhang Shuai si è spezzata. Superando con due tie-break la statunitense McCartney Kessler all’esordio nel “China Open” la 35enne di Tianjin è tornata ad alzare le braccia al cielo dopo ben 24 sconfitte si fila, sparpagliate negli ultimi 603 giorni.
Nell’Era Open, solo una giocatrice ha perso più di 24 partite consecutive (non considerando i risultati di Billie Jean King Cup): è accaduto agli albori del tour, quando la svedese Madeleine Pegel perse i suoi primi 29 incontri, tra il 1968 ed il 1972.
L’ultimo successo sul tour di Zhang risaliva infatti al 31 gennaio del 2023 quando aveva battuto l’americana Madison Brengle nel primo turno del torneo di Lione, vinto dalla giocatrice cinese l’anno precedente. Da allora in avanti solo bocconi amari da mandare giù per Shuai, che in questi mesi ha perso più o meno contro chiunque lei che il 16 gennaio dello scorso anno aveva fatto segnare un “best ranking” di tutto rispetto, arrampicandosi fino al n.22.
“Penso che questo sia il momento perfetto - ha detto Zhang a WTA Insider -. La mia prima vittoria in un torneo WTA era stata 15 anni fa proprio al ‘ China Open’, e poi il giorno dopo ho battuto anche la numero uno del mondo [Dinara Safina]. Forse Dio ha un piano”.
La cinese in carriera ha conquistato tre trofei - Lione 2022, Guangzhou 2017 e 2013 - ed ha giocato altre tre finali (Birmingham 2022, Nottingham 2021 ed Hobart 2020).
Zhang è una delle 15 giocatrici cinesi presenti nel main draw, ma è entrata in tabellone grazie ad una wild card come la giocatrice con la classifica più bassa nella storia del torneo (n. 595). Lo scorso anno, dopo essersi sentita svuotata mentalmente e fisicamente, aveva chiuso la stagione dopo Montreal e si era presa una pausa di sei mesi. “Nella mentalità asiatica quando facciamo qualcosa di non perfetto, l’insegnante o la famiglia ti rimproverano. Pensiamo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non è vero. Non è un male. Nessuno può essere perfetto al 100%”.
La tennista di Tianjin si è ripresentata sul tour a febbraio per il torneo di Dubai ma con sole otto partecipazioni con il ranking protetto a disposizione ha dovuto scegliere in modo strategico dove giocare. Ha scelto tornei che le piacevano e in cui giocava bene, ma i sorteggi non sono stati affatto favorevoli. “Ho giocato contro molte grandi giocatrici: Pliskova, Shnaider, Kudermetova, Kasatkina - ha sottolineato Zhang -. Era tornato tutto come all’inizio della carriera, quando perdevo sempre al primo turno degli Slam. Quindi ho pensato di sfidare me stessa, anche se non sono più giovane e di conseguenza non ho molte possibilità. Ma mi sono detta che avevo bisogno di almeno un’altra vittoria nella mia vita”.
Ma ha rischiato anche stavolta. Contro Kessler ha rimontato da un break sotto nel primo parziale per poi chiudere al tie-break al terzo set-point. Nella seconda frazione ha servito per chiudere sul 5-4 ed ha mancato un match-point giocando male sotto rete: “Avrei dovuto giocare una volée di rovescio, non una swing volley - ha spiegato -. Gioco così tanto in doppio che posso vincere facilmente punto come quello. Ho costruito il punto così bene…e mi sono detta ‘Oh mio Dio, cosa stai facendo Shuai?’…”.
Zhang, però, si è rifiutata di lasciare che quel momento di sfortuna definisse la sua giornata: “Seduta al cambio campo mi sono detta che se pensavo ancora a quel punto avrei perso l’intero incontro e mi sono raccontata che…era stata la mia compagna di doppio a sbagliare! Quando la mia compagna gioca un brutto punto, non mi importa. Dico che va bene così, nessuno può essere perfetto. Ed è un ottimo sistema”.
Ed ha funzionato. Zhang ha tenuto il turno di battuta nel dodicesimo game che le ha permesso di giocare un altro tie-break e di chiudere l’incontro in due set.
Prossima avversaria per lei la statunitense Emma Navarro, n.8 del ranking e sesta favorita del seeding.
La prima a gioire della vittoria di Shuai è stata la sua amica Coco Gauff, ma Zhang ha sottolineato di aver ricevuto tanto incoraggiamento in questi mesi da molte “colleghe” del circuito mentre le sconfitte si accumulavano. Dalle giocatrici, agli allenatori, allo staff del tour, la cinese ha detto di non essersi mai sentita sola. “Nessuno si preoccupava di quante partite perdessi perché tutti dicevano che giocavo così bene…. Non sento le altre giocatrici come avversarie: se una gioca bene sono contenta per lei. Ci ispiriamo a vicenda. Questa è la grande famiglia del WTA Tour: mi piace, ed è questa la ragione per la quale continuo a giocare”.
Non ci sono commenti