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Sanguinetti e Rybakina: "Elena può e deve vincere di più"

L'ex 42 Atp è entusiasta del suo nuovo ruolo: “Vukov ci sarà sempre, lui ed Elena sono legati. Io e Stefano parliamo molto, siamo sulla stessa lunghezza d’onda: non è un problema essere in due, ormai è quasi una moda per i coach"

05 febbraio 2025

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Se si pensa a Davide Sanguinetti, quasi sicuramente, la prima immagine che verrà in mente è lui che batte a Milano, nel 2002, un certo Roger Federer, allora ventenne di belle speranze ma già campione in carica del torneo. Un successo rimasto nell’immaginario collettivo di un tennis italiano molto, molto diverso da quello di oggi, dominante in maniera quasi straripante.

Sanguinetti è stato n.1 azzurro per ben 92 settimane, con un best ranking di numero 42 al mondo, tanto per far capire di che tempi parliamo. Uno dei sei italiani ad aver raggiunto almeno i quarti di finale a Wimbledon, per la precisione nel 1998.

Il nativo di Viareggio, però, non è solo questo: oltre a essere stato un eccellente giocatore, ora è un signor allenatore, che ha girato il mondo e si è fatto conoscere e apprezzare. E che adesso forse ha la sua grande opportunità.

Notizia di questi giorni è infatti che Sanguinetti è entrato a far parte dello staff di Elena Rybakina, attuale numero 5 del mondo e campionessa di Wimbledon 2022, dopo la rottura della kazaka con Goran Ivanisevic, che l’aveva allenata nella off season e nel corso dell’Australian Open. 

Elena Rybakina e Stefano Vukov

Elena Rybakina e Stefano Vukov

L’ex coach di Novak Djokovic pare non aver gradito particolarmente il ritorno al fianco della Rybakina di Stefano Vukov, che aveva rotto con la giocatrice qualche mese prima dopo una storia in realtà mai chiarita del tutto.

Una situazione di confusione non tollerata da Ivanisevic, che ha detto arrivederci e grazie. Tutto questo non sembra preoccupare minimamente Sanguinetti, entusiasta del suo nuovo ruolo: “Vukov ci sarà sempre, lui ed Elena sono legati. Io e Stefano parliamo molto, siamo sulla stessa lunghezza d’onda: non è un problema essere in due, ormai è quasi una moda per i coach", ha detto l’allenatore azzurro in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, spiegando anche quale sarà il suo ruolo.

Davide Sanguinetti nello studio di SuperTennis allo US Open

Davide Sanguinetti nello studio di SuperTennis allo US Open

Chi si sorprende della chiamata a Sanguinetti da parte di una giocatrice del calibro della Rybakina, si sbaglia di grosso. Il curriculum e le capacità del coach azzurro, nell’ambiente, sono note e apprezzate da tutti. 

Classe 1972, dopo aver concluso la sua carriera Atp con due titoli, entrambi nel 2002 (Milano e Delray Beach, battendo in quest’ultimo caso Andy Roddick in finale), Sanguinetti è diventato un allenatore di tennisti del calibro di Vincent Spadea e poi dell’ex numero uno Wta Dinara Safina, dal 2011 al 2012.

Dopo l’esperienza con il giapponese Go Soeda, Sanguinetti è stato accanto a Ryan Harrison, nel 2017, al cinese Wu e ai doppisti campioni di Slam Michael Venus e John Peers. Lo scorso anno l’allenatore italiano si è preso cura di un talento come lo statunitense - vincitore delle Next Gen ATP Finals 2022 -  Brandon Nakashima, passato sotto la sua guida da numero 160 del mondo a numero 35. Non male, insomma, come biglietto da visita.

Mariano Puerta e Davide Sanguinetti (foto Milesi)

Mariano Puerta e Davide Sanguinetti (foto Milesi)

"È una nuova avventura che prendo con tanta passione e voglia di far bene, c’è più pressione perché bisogna vincere ma questa cosa mi piace molto – ha detto Sanguinetti sempre nell’intervista alla Gazzetta -. Elena è una giocatrice che apprezzo: sono sempre stato affascinato dal suo gioco. Secondo me avrebbe dovuto vincere di più, soprattutto a livello Slam: una come lei non può accontentarsi della vittoria a Wimbledon nel 2022, e l’obiettivo è proprio quello, tornare a vincere un Major”. 

Sanguinetti era un giocatore abbastanza atipico, con uno stile molto particolare: grande anticipo, ottimo rovescio a due mani, imprevedibile e con la particolarità di una racchetta incordata quasi sempre con una tensione bassissima, a 18 kg.

L’obiettivo è fare acquistare velocità e sicurezza al gioco della Rybakina, aggiungendo soprattutto aggressività e, perché no, fantasia. Sanguinetti ha le idee chiare, e non sembra intenzionato a sprecare quella che per lui, a 52 anni, rappresenta una grande occasione.  

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