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Collins batte Swiatek e sposa il rosso: “Vorrei più tornei sulla terra”

Dopo la splendida vittoria contro Iga Swiatek, Danielle Collins analizza il suo match: “Brava – ha detto – a credere nel mio tennis. Ho imparato dalle tante sconfitte contro di lei”. Poi, la statunitense giura amore ai tornei sulla terra battuta (“mi piace davvero tanto giocare qui”) e ringrazia… Elena Dementieva

10 maggio 2025

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Danielle Collins, di nuovo protagonista agli Internazionali BNL d'Italia (foto Giampiero Sposito/FITP)

Col senno di poi, la semifinale colta da Danielle Collins nella scorsa edizione degli Internazionali BNL d’Italia doveva mettere in guardia. Perché la statunitense, ritiranda nel 2024 salvo poi cambiare idea in virtù della miglior stagione in carriera, sul rosso ci sa fare eccome. La prova definitiva è arrivata sul Centrale contro Iga Swiatek, con un match superlativo che ha spedito la numero 2 del mondo a fare le valigie, battuta 6-1 7-5 e fuori così presto dal WTA 1000 del Foro Italico per la prima volta dal 2020, in un torneo che l’aveva vista trionfare in tre delle ultime quattro edizioni.

Dopo aver perso contro di lei così tante volte (7-1 i precedenti per la polacca, ndr) – ha detto la statunitense in conferenza stampa – sapevo cosa aspettarmi, ho imparato dalle sconfitte. Ho cercato di pensare al fatto che, malgrado nelle ultime sfide mi avesse sempre battuto, contro di lei ho giocato spesso il mio miglior tennis. Questo mi ha dato fiducia. Ho cercato di imparare da certe situazioni, per portare avanti il mio piano di gioco cercando di essere più precisa rispetto ad altre volte”.

“La mia priorità – ha aggiunto la n.35 WTA – era di cercare di essere solida pur proponendo il mio solito tennis, quindi uno stile di gioco aggressivo. A volte funziona e sembra andare tutto bene, a volte meno e arrivano più errori. Credo che la chiave sia stata credere in me stessa nei momenti importanti, per andare a prendermi i punti senza paura. Se ho notato qualche differenza nel tennis di Iga rispetto al solito? Sì, qualcosa sì, ma non credo sia questa la sede per parlare di determinate aree del suo gioco o discutere di ciò che sta facendo”.

Danielle Collins (foto Giampiero Sposito/FITP)

Danielle Collins (foto Giampiero Sposito/FITP)

Come accennato, la terra è una superficie che alla Collins piace, quella di Roma in particolare. “Mi è sempre piaciuto giocare qui, e credo che il Centrale sia leggermente più veloce rispetto ad altri campi dell’impianto, il che è positivo per il mio gioco. In passato, per questioni di salute, infortuni e altri motivi, ho dovuto rinunciare a molti tornei della stagione sulla terra rossa, ma è una delle superfici che preferisco. Ho anche vinto un titolo sul rosso, a Palermo (il suo primo in carriera nel Tour, nel 2021, ndr). È una parte dell’anno che mi piace: credo che la terra sia speciale e rispetto ai campi in cemento è anche meno probante per il fisico. Mi piace davvero tanto giocare sulla terra e vorrei che la stagione sul rosso fosse più lunga”.

Curiosamente, la Collins ha vinto contro la n.2 del mondo pur servendo meno di una prima palla su due, precisamente il 48%. “A volte – ha spiegato – cerco di esagerare, mirando un punto specifico e finisco per sbagliare di poco. Oggi mi è parso che anche Iga abbia servito con una percentuale non eccellente, non saprei come mai è stato così per entrambe. Forse le mie difficoltà sono contagiose. Ma entrambe abbiamo utilizzato molto bene la seconda, servendo in maniera forte ed efficace. Nel mio caso ha pagato. Crescendo, ho osservato spesso Elena Dementieva: la adoravo, è sempre stata una delle giocatrici che preferivo guardare ed è una fonte d’ispirazione. Malgrado avesse spesso difficoltà al servizio ha avuto comunque una grandissima carriera, sfruttando altre parti del suo gioco. A volte, quando mi capita una giornata nella quale il servizio non funziona, cerco di pensare a lei e a tutto ciò che ha saputo ottenere malgrado quel limite. È la prova di come, anche se in un determinato giorno qualcosa non funziona, c’è molto altro sul quale poter contare per ottenere grandi risultati

A giocare a favore dell’americana, in un torneo come gli Internazionali BNL d’Italia, anche il giorno di riposo fra un match e l’altro. “Mi dà la possibilità di divertirmi un po’ di più – ha spiegato –, anche se per me l’Europa è uno dei posti nei quali è più complesso giocare, perché faccio veramente molta fatica ad abituarmi al fuso orario. Per assurdo, per me è meno complicato in Australia malgrado la differenza oraria sia molto superiore. Qui si parla di 6 ore, ma sono sufficienti per destabilizzarmi. Per questo cerco sempre di arrivare con grande anticipo, in modo da darmi una settimana di tempo per adattarmi. I primi giorni dormo in maniera pessima, così ho bisogno di altri giorni per rimettermi in sesto e non soffrire il jet lag, così come per prepararmi a dovere per il torneo”. Sino a qui, agli IBI, ha funzionato alla grande.

Danielle Collins (foto Giampiero Sposito/FITP)

Danielle Collins (foto Giampiero Sposito/FITP)

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