"La chiave - spiega Carlos - è stata correre, correre tanto. Abbiamo giocato a un livello pazzesco e per fare il punto a Karen quando gioca bene devi essere perfetto. Ho avuto parecchia pazienza, altra cosa determinante: ho atteso il momento giusto per prendermi le mie chance"
13 maggio 2025
Quando sei una stella di prima grandezza, solitamente, sei abituato a giocare i match del pomeriggio e della sera. Invece, stavolta, Carlos Alcaraz si è dovuto svegliare presto: "Alle 7.15, non prestissimo. Ma il fatto è che non ci sono abituato. Poi per fortuna è andata bene, ma mi auguro di non dover più aprire il programma".
Carlos ha comunque trovato il modo per venire a capo di un match complicato, contro l'ex top 10 Karen Khachanov: "Ho gestito bene l'inizio, non facile - spiega lo spagnolo - mentre in seguito lui è cresciuto e ne è uscita una battaglia. Aver finito prima significa che adesso ho più tempo per recuperare, questo è il vantaggio del primo match".
Come spesso gli capita, la battaglia Carlos l'ha vinta. Emergendo nei momenti cruciali del terzo. "La chiave è stata correre, correre tanto. Abbiamo giocato a un livello pazzesco e per fare il punto a Karen quando gioca bene devi essere perfetto. Ho avuto parecchia pazienza, altra cosa determinante: ho atteso il momento giusto per prendermi le mie chance. Alla fine sono arrivate".
Ora la sfida a Jack Draper, altro momento decisivo nel torneo del numero 3 del mondo. I precedenti sono 5, con tre successi del britannico, l'ultimo a Indian Wells. "Non vedo l'ora di prendermi la rivincita, dopo quel match. Ma dovrò giocare meglio perché da quel momento credo che Jack sia ulteriormente cresciuto. Ormai è costantemente tra i migliori al mondo e su ogni superficie esprime un tennis di attacco molto efficace. Sarà una sfida interessante da giocare e da vedere".
L'elogio di Jack prosegue e va oltre: "Si tratta di un giocatore completo, che ha un gran servizio e si prende tanti punti a rete, ma che sa pure lottare. Con lui bisogna mettere in conto una battaglia, praticamente su ogni punto. Una delle sue doti è la passione che mette in ciò che fa, per questo sta migliorando a ogni torneo, sotto ogni punto di vista, incluso quello fisico".
La partita di Indian Wells aveva lasciato delle scorie negative piuttosto pesanti a Carlitos. "Ricordo perfettamente cosa accadde. Io iniziai malissimo, davvero. E per un bel pezzo lui fu padrone del campo, almeno fino a quando cominciò ad accusare qualche difficoltà fisica. Poi di nuovo ripresi a sbagliare io. In quell'occasione nessuno dei due fece nulla di particolarmente spettacolare, solo vinse quello che fece meno errori. Devo dimostrare di aver imparato la lezione: per batterlo dovrò essere solido e sbagliare il meno possibile. Di certo sia io che lui proveremo a imporre il gioco".