

Uno Us Open poco tricolore: sorride solo Bronzetti, per la prima volta al terzo turno in uno Slam. Coco troppo forte per Mirra. Wozniacki ritrova gli ottavi: c’è una Keys d’annata mentre Muchova ci prende gusto. Ostapenko “regala” lo scettro a Sabalenka che va come un treno: ma in finale non basta. A San Diego si rivede Kenin ma vince Krejcikova. Ad Osaka la “prima” di Krueger. Trevisan brilla a Guadalajara dove Sakkari torna al successo. Guangzhou è di Wang Xiyu: Ningbo di Jabeur. Kudermetova si prende Tokyo
di Tiziana Tricarico | 26 dicembre 2023
A New York va in scena l’ultimo Slam dell’anno, dotato di un montepremi record di 65 milioni di dollari, di scena sui campi in cemento dell’USTA Billie Jean King Center di Flushing Meadows e per la prima volta trasmesso in diretta ed in esclusiva da SuperTennis. Nel tabellone femminile sono cinque le azzurre al via, e nessuna di loro è particolarmente fortunata nel sorteggio.
UNA BIG APPLE POCO TRICOLORE
Tensione alle stelle e un diritto un po’ troppo ballerino confezionano una giornata da dimenticare per Elisabetta Cocciaretto, che esce di scena al primo turno. La 22enne di Fermo, n.29 del ranking (“best” eguagliato) e del seeding, che negli ultimi due Major giocati aveva raggiunto il terzo turno, cede 62 75 alla slovena Kaja Juvan, n.145 WTA (ma top 60 appena un anno prima), promossa dalle qualificazioni. La marchigiana parte con un break di vantaggio in entrambi i set ma non basta: Elisabetta paga eccessivamente la pressione di una partita che sulla carta deve vincere, come prova anche il “warning” per aver spaccato la racchetta per la frustrazione.
Eliminazione al primo turno anche per Jasmine Paolini. La 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.35 WTA (record personale confermato), è battuta 62 46 61 dalla lettone Jelena Ostapenko, n.21 del ranking e 20esima testa di serie. La tennista toscana, alla quarta partecipazione al main draw aveva vinto in due set l’unico precedente con la 26enne di Riga, disputato all'esordio nelle qualificazioni dell’ITF da 50mila dollari di Burnie (cemento) nel lontano 2014.
Sul palcoscenico dell’”Arthur Ashe Stadium” Camila Giorgi, n.52 WTA, rimedia una dura sconfitta (62 62 lo score) dalla statunitense Jessica Pegula, n.3 del ranking e terza favorita del seeding. In grande spolvero l’americana che a metà agosto ha conquistato a Montreal il suo primo “1000”: disegna il campo con i suoi colpi potenti non disdegnando qualche chiusura di tocco, e frustrando qualsiasi tentativo di riaprire il match dell’azzurra. Ma un po’ troppo severo il punteggio per la 31enne di Macerata che ci prova comunque.
Di cuore e d’orgoglio supera il primo ostacolo Martina Trevisan, che ribalta una partita incredibile. La 29enne mancina di Firenze, n.58 WTA, batte 06 76(0) 76(8) la kazaka Yulia Putintseva, n.78 del ranking, vendicando la sconfitta dell’esordio ad Abu Dhabi nel 2021. Trevisan eguaglia così il secondo turno del 2021 allo US Open: "Sono andata oltre i miei limiti, ho sentito i crampi da inizio terzo set, ho vinto una battaglia contro il mio fisico e la mia avversaria - dice -. La cosa importante è il cuore, una delle cose che mi caratterizza. Ho cercato di dare tutto, quando ho sentito i crampi ho cercato di lasciarmi andare. Sono contentissima".
Al secondo turno, però, Martina saluta New York, eliminata per 62 62 dalla ceca Marketa Vondrousova, n.9 del ranking e del seeding, campionessa di Wimbledon.
SOLO BRONZETTI SORRIDE
Prima volta al terzo turno di uno Slam per Lucia Bronzetti. La 24enne di Villa Verucchio, n.76 WTA, dopo il successo in due set dell’esordio contro la ceca Barbora Krejcikova, n.12 del ranking e del seeding (ma tutt’altro che in condizioni ottimali), supera la più classica “prova del 9” lasciando solo cinque giochi alla tedesca Eva Lys, n.143 WTA, proveniente dalle qualificazioni. Una vittoria importante perché giunge al termine di un match che nel primo set avrebbe potuto aprirsi a qualsiasi scenario, complice la scarsa precisione di entrambe al servizio.
Proprio il Court 10 di Flushing Meadows, che l’aveva vista uscire piangendo dodici mesi fa, costretta al ritiro per crampi nel decimo gioco del set decisivo contro la statunitense Davis in un match di primo turno che avrebbe meritato di vincere, la vede gioire per la prima qualificazione al terzo turno di uno Major. “Sono davvero contenta: lo scorso anno sono uscita in lacrime da questo campo e oggi su questo stesso campo faccio il terzo turno - dice -. E’ un’emozione indescrivibile e spero di riuscire ad andare ancora più avanti”. Purtroppo per la romagnola non succede, perché il pass per gli ottavi lo stacca la cinese Qinwen Zheng, n.23 del ranking e del seeding, che s’impone per 63 46 64.
COCO, CHE LEZIONE A MIRRA!
A volte un esordio complicato può dare la scossa. Ed è quello che è accade a Coco Gauff che, dopo le fatiche del primo turno contro Siegemund, affronta con ben altro piglio e concentrazione il secondo impegno, impartendo una lezione di tennis all’enfant prodige del tennis russo (e mondiale) Mirra Andreeva. La è la prima top player a staccare il pass per il terzo turno allo Us Open: sul palcoscenico dell’”Arthur Ashe Stadium” la 19enne di Atlanta Georgia, n.6 del ranking e del seeding, ha batte 63 62 la 16enne di Krasnojarsk, Siberia, n.63 WTA, la più giovane tennista in gara nel main draw, incapace di tenere il ritmo forsennato della sua avversaria e vittima anche di un pizzico di frustrazione nel finale.
WALL-ZNIACKI AGLI OTTAVI!
Wozniacki torna in versione Wall-zniacki mettendo a segno il primo successo su una top cento dal ritorno nel circuito. E lo fa in grande stile Caroline, n.623 WTA, in gara con una wild card: l’ex numero uno del mondo sconfigge infatti al secondo turno per 75 76(5) Petra Kvitova, n.11 del ranking e del seeding. “Caro” non batteva un top 20 dalla vittoria, sempre contro la ceca due volte campionessa di Wimbledon, alle WTA Finals del 2018. E non smette di sorridere “Sunshine”.
Perché per la settima volta in carriera, la prima dal 2016, Wozniaki centra gli ottavi a Flushing Meadows. La 33enne di Odense, finalista a New York nel 2009 (a soli 19 anni) e di nuovo nel 2014, rientrata ad agosto dopo uno stop di tre anni e mezzo durante i quali si è sposta ed è diventata madre di due bambini, dimostra di non aver perso quella capacità pazzesca di essere un muro che rimanda dall’altra parte della rete qualsiasi colpo.
Al terzo turno a farne le spese è la statunitense Jennifer Brady, n.433 WTA, in gara con il ranking protetto: la 28enne di Harrisburg, avanti un set e 2-0 nel secondo, dopo aver fallito due opportunità del 3-0 finisce per perdere 12 dei successivi 14 game, cedendo nettamente sul piano fisico (46 63 61 lo score).
IGA VA VELOCE
Va veloce Swiatek, e si rimette in media con i “bagel”. La polacca, campionessa in carica, infila la decima vittoria consecutiva ed approda agli ottavi dello Us Open. La 22enne di Varsavia, n.1 del ranking mondiale, al terzo turno liquida 60 61 la slovena Kaja Juvan, n.145 WTA, promossa dalle qualificazioni. Sono amiche Iga e Kaja (e meno male, verrebbe da dire…).
Si sono conosciute nel 2014, quando avevano 13 anni ed avevano appena iniziato la loro avventura sportiva alle Summer Cup di Tennis Europe. Hanno vinto insieme la medaglia d'oro nel doppio ai Giochi Olimpici Giovanili di Rio de Janeiro 2018. E i due precedenti, datati 2021, sebbene vinti entrambi dalla polacca avevano visto una certa lotta in campo, ma questa volta non c’è storia. Per Swiatek 21 vincenti a fronte di 5 errori non forzati e nessuna palla-break concessa.
MUCHOVA CI HA PRESO GUSTO
Servizi, dritti, rovesci, drop-shot, variazioni in back e slice, intelligenza tattica e lob in tweener. Mette in mostra tutto il suo notevole bagaglio tecnico Karolina Muchova, n.10 del ranking e del seeding, approdando per la seconda volta negli ottavi a New York,
grazie al 76(0) 63 rifilato alla statunitense Taylor Townsend, n.132 WTA. Sia la ceca che la statunitense sono famose per il loro tennis spumeggiante e creativo, ed il pubblico del “Louis Armstrong Stadium” assiste a ben 73 discese a rete, 30 per la ceca e 43 per la statunitense.
IL RUGGITO DI ARYNA
Sull’avanbraccio sinistro porta tatuata una testa di tigre (è infatti nata nel 1988, l’anno della Tigre secondo l’oroscopo cinese), fiera che definisce alla perfezione la tennista bielorussa: coraggiosa, impulsiva, determinata. In appena 60 minuti Sabalenka stacca il pass per gli ottavi. Stesso turno, stesso punteggio: almeno in termini numerici.
La 25enne di Minsk, n.2 del ranking e del seeding, liquida 61 61 la francese Clara Burel, n.62 WTA, già battuta proprio lo scorso anno al terzo turno sul cemento di Flushing Meadows. Dodici mesi prima sul Grandstand era finita 60 62: stavolta sul Luis Armstrong Stadium la 22enne di Rennes riesce solo ad evitare il “bagel”. Aryna inanella così la sua 47esima vittoria in stagione (record) contro 10 sconfitte.
GAUFF AVANTI, MA CHE FATICA!
Essere tra le favorite per il titolo aggiunge un carico di pressione supplementare, chiedere a “Coco” per informazioni. Seconda vittoria in rimonta in tre partite per Gauff, approdata per il secondo anno di fila agli ottavi, stavolta superando 36 63 60 la belga Elise Mertens, n.32 del ranking e del seeding, che nel turno precedente aveva annullato due match-point alla statunitense Collins, n.34 WTA.
“E’un incontro che in passato avrei potuto perdere, soprattutto dopo aver subìto il contro-break immediato nel secondo set. Sto cercando di capire queste situazioni per affrontarle nel miglior modo possibile”.
Non contenta, la 19enne di Atlanta diventa la prima “giocatrice di casa” a centrare i quarti per due edizioni consecutive prima di compiere i vent’anni dai tempi di Serena Williams (2001). Gauff infatti negli ottavi ferma (63 36 61) la corsa dell’ex numero 1 del mondo Wozniacki. “Caroline è tornata, anzi è come se non se ne fosse mai andata dal circuito - dice Coco -. E' stata un'ispirazione, ti rimanda indietro tante palle, a volte mi sembrava di giocare contro me stessa. Sapevo di dover essere aggressiva, non sempre ci sono riuscita ma sono contenta di essere rientrata, e di aver recuperato concentrazione ed efficienza dopo aver perso il secondo set”
UNA KEYS D’ANNATA
Semplicemente ingiocabile! Certo, l’avversaria le dà una mano dimostrando qualche limite di personalità, ma Madison colpisce per tutto il match quasi non ci fosse un domani approdando per la terza volta in carriera nei quarti: la 28enne di Rock Island, Illinois, n.17 WTA e 17esima testa di serie, si aggiudica per 61 63 il derby a stelle e strisce contro Jessica Pegula, n.3 del ranking e del seeding, che non riesce a bissare i quarti del 2022.
Per Keys si tratta invece della decima volta tra le migliori otto in un Major, la terza a New York, dove ha raggiunto la finale nel 2017, persa contro la connazionale Stephens, e la semifinale l’anno successivo (stoppata da Osaka, poi vincitrice del torneo).
Non contenta, nei quarti Madison concede appena cinque giochi (61 64) alla ceca Marketa Vondrousova, n.9 del ranking e del seeding, campionessa all’ultimo Wimbledon e in serie positiva da 11 partite nei Major, che per la prima volta era approdata nei quarti a New York. Decisiva la capacità dell’americana di sfruttare servizio e diritto per accorciare gli scambi contro la ceca.
OSTAPENKO “REGALA” LO SCETTRO A SABALENKA
Finisce dopo 75 settimane il regno di Iga Swiatek. Finisce perché la polacca perde per la quarta volta su quattro con Jelena Ostapenko. Negli ottavi la lettone, n.21 WTA e 20esima testa di serie, campionessa al Roland Garros 2017, s’impone in rimonta per 36 63 61. Non va oltre, però, la 26enne di Riga, perché nel suo primo quarto di finale a Flushing Meadows raccoglie solo due giochi contro Gauff (60 62 lo score)
Un primo set perfetto: poi qualche errore, un po’ di “braccino” ed il consistente e generoso contributo della sua avversaria. Alla fine della storia, però, è Coco la prima giocatrice a qualificarsi per il penultimo atto allo Us Open. Per Gauff è la seconda “semi” Slam in carriera dopo quella raggiunta al Roland Garros nel 2022.
ZHENG ELIMINA JABEUR
Meno di un anno fa, Zheng Qinwen era votata “Newcomer of the Year”, debuttante dell’anno, nel tour WTA. Oggi a vent’anni raggiunge il primo quarto Slam in carriera. A Flushing Meadows la cinese, 20enne di Shiyan, n.23 WTA e 23esima testa di serie, sfoggia un tennis moderno, un pressing costante e senza pause: così spegne le variazioni sul tema della tunisina Ons Jabeur, n.5 del ranking e del seeding, finalista nel 2022, sconfitta 62 64. Grazie alla sua prima vittoria contro una top ten in un Major diventa la quarta cinese nei quarti dello US Open in singolare femminile nell'Era Open dopo Li Na (quarti 2009, semifinale 2013), Peng Shuai (semifinale 2014) e Wang Qiang (quarti 2019).
La sua corsa si arresta nei quarti (61 64) contro Sabalenka, che a sua volta negli ottavi, nella sua prima partita da “regina virtuale”, ha lasciato appena quattro giochi alla russa Daria Kasatkina, sconfitta per la quinta volta in sette confronti. Aryna, che continua a concedere le briciole alle sue avversarie, centra così di nuovo le “semi” a New York. La bielorussa, vincitrice a gennaio dell’Australian Open (ma a segno anche ad Adelaide 1 e nel “1000” di Madrid), si è già assicurata il trono mondiale grazie al ko di Swiatek con Ostapenko negli ottavi. Per Sabalenka è la settima “semi” in un Major, quinta consecutiva - serie iniziata proprio a New York 12 mesi prima - e la terza di fila a Flushing Meadows.
L’ESTATE DI KAROLINA
Se riesce a vincere anche quando gioca male allora vuol proprio dire che ha cambiato mentalità. E questo non può che essere un vantaggio per Muchova, che approda per la prima volta in semifinale allo Us Open. E pensare che dodici mesi prima, dopo una serie di infortuni che la metà basta, Karolina usciva di scena all’esordio. Ma quando è in salute la ceca è un’avversaria difficile da battere e non nasconde le sue ambizioni. Pur senza mettere in mostra tutto il suo notevole bagaglio tecnico, la 27enne di Olomuc, n.10 del ranking (“best”) e del seeding, supera negli ottavi 63 57 61 la cinese Wang Xinyu, n.53 WTA, per la prima volta approdata alla seconda settimana di uno Slam.
Quindi nei quarti Muchova lascia appena tre game alla rumena Sorana Cirstea, n.30 WTA e 30esima testa di serie (60 63 lo score), che non giocava un quarto in un Major da 14 anni (Parigi 2009). E' sempre più l'estate di Karolina che dopo la prima finale Slam al Roland Garros (fermata da Swiatek) e la prima in un WTA 1000 a Cincinnati, festeggia anche la prima “semi” in carriera a New York.
TUTTO COME DA COPIONE NELLE SEMIFINALI
Vince in rimonta il match del torneo contro Keys per 06 76(1) 76(5): così Sabalenka si guadagna la seconda finale Slam in carriera come preludio al suo giorno di gloria, lunedì 11 settembre, quando ufficialmente sarà la nuova numero uno del mondo WTA.
Quello contro Madison è un successo speciale almeno per altri due motivi: perché le permette di raggiungere per la prima volta in carriera le 50 vittorie nel circuito maggiore in una singola stagione e perché la rende la terza giocatrice nell'Era Open capace di vincere una “semi” Major dopo aver perso il primo set 6-0. Prima di lei ci erano riuscite solo Graf (contro Sanchez-Vicario al Roland Garros 1992) ed Ivanovic (contro Hantuchova all'Australian Open 2008).
Più agevole il compito di Gauff, che si sbarazza di Muchova per 64 75. Coco diventa così la più giovane finalista allo US Open dai tempi di Serena Williams (1999), e la più precoce ad aver raggiunto almeno due finali Slam dopo Sharapova (2006).
La 19enne di Atlanta toglie subito il ritmo a Karolina e completa la seconda vittoria in meno di tre settimane contro la ceca (che aveva sconfitto anche nella finale di Cincinnati festeggiando così il primo titolo in un WTA 1000, la più prestigiosa categoria di tornei dopo gli Slam).
Fuori-programma per le due atlete costrette a fermarsi per 49 minuti a causa di una protesta inscenata da quattro manifestanti del gruppo “Extintion Rebellion” che indossavano magliette con la scritta "End fossil fuels" (Basta con i combustibili fossili).
UNA TEEN-AGER REGINA DI NEW YORK
Quattro anni fa era uscita piangendo dall’”Arthur Ashe Stadum” dopo una dura lezione rimediata al terzo turno contro Osaka. Ora sono altre lacrime, tante e dolcissime, ma di gioia. E sorrisi per una soddisfazione infinita. Coco Gauff è la nuova regina dello Us Open: la 19enne di Atlanta Georgia, n.6 del ranking e del seeding, batte in rimonta 26 63 62, dopo oltre due ore di lotta, la bielorussa Aryna Sabalenka, n.2 del ranking e del seeding. Per Coco è il primo trionfo Slam, lei che aveva perso contro Swiatek la finale del Roland Garros 2022: grazie a questo risultato sale in terza posizione nel ranking, firmando un nuovo “best” (senza dimenticare la ritrovata leadership in doppio con Pegula).
Per la 25enne di Minsk la consolazione (buttala via…) del trono mondiale, che occupa nel nuovo ranking, spodestando Swiatek. Certo, avrebbe voluto tutto Aryna, anche il secondo trofeo Major dopo quello vinto a Melbourne in gennaio, ma non riesce a sfruttare fino in fondo la tensione iniziale della sua giovane avversaria. Quando l'americana si scioglie, per la bielorussa non c’è più nulla da fare.
A guardare il computo di vincenti e gratuiti la chiave del successo di Coco non sta tanto nei primi (solo 12 per lei contro i 25 di Aryna) ma nel ridotto numero di errori non forzati rispetto alla sua avversaria (19 quelli della statunitense, addirittura 46 quelli della bielorussa). Gauff, vincitrice ad agosto prima a Washington e poi a Cincinnati, è in serie positiva da dodici partite, ed ha vinto 18 degli ultimi 19 match giocati.
“Questo momento non poteva essere più dolce o più speciale - le parole della neo campionessa Slam, perfettamente nella parte -. L’unica cosa che volevo è dare il meglio e mettercela tutta: lei è una grandissima giocatrice e merita il traguardo che ha raggiunto”. Poi si rivolge al papa: “Smettila di piangere per favore”. Ed al pubblico: “Grazie di essere venuti così numerosi a sostenermi. Ero già contenta delle vittorie delle ultime settimane ma stasera è davvero fantastico”. Per Coco è un sogno che si realizza: “Sono qui grazie a Venus e Serena. sono il motivo per cui stringo questo trofeo. Mi hanno permesso di credere in questo sogno”.
HALEP SOSPESA
L'ITIA, (International Tennis Integrity Agency) conferma che un tribunale indipendente ha sospeso Simona Halep per quattro anni per aver violato le norme stabilite dalla TADP (Tennis Anti-Doping Programme). La rumena, vincitrice di due Slam in carriera (Roland Garros 2018 e Wimbledon 2019), sospesa provvisoriamente da ottobre 2022, sta affrontando due procedimenti: il primo riguardante l’assunzione di una sostanza proibita - il Roxadustat - durante lo Us Open del 2022; il secondo per delle irregolarità riscontrate nel suo “passaporto biologico”.
Dopo il verdetto, è arrivata via Twitter la dichiarazione della stessa Halep che dice di essere "grata per aver ottenuto una risposta dopo numerosi e ingiustificati ritardi che le avevano dato la sensazione di vivere in un purgatorio", ma non nasconde "lo shock e la delusione per la decisione presa".
SAN DIEGO: KREJCIKOVA TORNA AL SUCCESSO
Semaforo rosso per Jasmine Paolini nel “Cymbiotika San Diego Open” (WTA 500 - montepremi 780.637 dollari) sul cemento del Barnes Tennis Center della città sulla costa californiana: la 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.33 WTA ("best ranking") perde 75 60 dalla statunitense Emma Navarro, n.61 WTA, proveniente dalle qualificazioni.
E’ Barbora Krejcikova a portarsi a casa il trofeo: in finale la ceca, n.13 del ranking e quarta favorita del seeding, si impone 64 26 64 sulla statunitense Sofia Kenin, n.93 WTA, approdata alla sua prima sfida per il titolo dopo quasi tre anni (dal Roland Garros 2020). Per la 27enne di Brno si tratta del settimo titolo in carriera, il secondo in questo 2023 dopo quello conquistato a Dubai. “È stata una grande battaglia - dice Krejcikova - sapevo che sarebbe stato difficile, che lei avrebbe preso ogni singolo palla e che avrebbe lottato fino alla fine”. La ceca arrivava a San Diego dopo quattro sconfitte consecutive, compreso il ritiro per infortunio al secondo turno di Wimbledon e un ko al primo turno contro Bronzetti agli US Open. “Ero venuta qui senza troppe certezze ma ero convinta di poter fare bene, e sono felice di esserci riuscita”, aggiunge l’ex n.2 del mondo.
AD OSAKA LA “PRIMA” DI KRUEGER
Osaka saluta una nuova vincitrice: si tratta della teenager statunitense Ashlyn Krueger, che fa centro pieno alla sua prima sfida per il titolo. Nella finale del “Kinoshita Group Japan Open Tennis Championship” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) la 19enne di Dallas, n.123 del ranking, batte a sorpresa 63 76(6) la cinese Lin Zhu, n.35 WTA e prima testa di serie del torneo. La texana non perde un set in tutto il torneo mettendo in fila Baindl, ottava testa di serie, Ponchet, Kalinskaya ed Hontama prima di superare in finale Zhu, secondo successo in carriera su una top 50.
MARTINA LA MESSICANA
Azzurre protagoniste nel “Guadalajara Open Akron” (WTA 1000 - montepremi 2.788.468 dollari) sui campi in cemento della capitale dello stato di Jalisco in Messico (sede nel 2021 delle WTA Finals). Camila Giorgi, n.56 del ranking, elimina in due set l’egiziana Sherif, n.33 WTA e 14esima testa di serie, lascia solo tre game alla spagnola Bucsa, n.87 del ranking, prima di cedere 62 62 alla greca Sakkari, n.9 del ranking e seconda favorita del seeding, finalista nel 2022 nella prima edizione del torneo (stoppata da Pegula). La 31enne di Macerata paga una pessima giornata al servizio: anche la risposta funziona male, soprattutto sulla prima della greca.
Vola Martina Trevisan, n.54 WTA, che all’esordio si impone 60 62 sull’olandese Schuurs, senza ranking in singolare ma n.13 nella classifica di doppio, e poi si aggiudica per 75 62 il derby tricolore contro Jasmine Paolini, n.35 del ranking e 15 del seeding (che al primo turno aveva superato la statunitense Chirico, n.213 WTA). Negli ottavi il capolavoro: la 29enne mancina di Firenze elimina 67(4) 75 63, dopo una battaglia di oltre tre ore, la tunisina Jabeur, n.7 WTA e prima favorita del seeding, approdando per la seconda volta in stagione tra le migliori otto in un “1000” (ci era già riuscita a Miami). Per Martina quello contro Ons è anche il secondo successo su una top ten in questo 2023 (aveva sconfitto Sakkari in United Cup), il quarto in carriera.
Ma i quarti da “1000” sono ancora fatali per Trevisan, stavolta con una bella dose di rimpianti. Martina cede 36 76(9) 63 alla statunitense Doleheide, n.111 del ranking. L’azzurra, avanti 63 4-1, manca 4 match-point: tre consecutivi nel dodicesimo gioco e un altro nel tie-break del secondo set. Dolehide è solo l’ottava giocatrice fuori dalle prime 100 a raggiungere una “semi” in un WTA 1000 da quando è stata istituita questa categoria di tornei (2009): l’ultima a riuscirci era stata la russa Kuznetsova, due volte campionessa Slam, finalista a Cincinnati nel 2019 da n.153 WTA. Ad ogni modo, grazie ai punti conquistati, Trevisan si riavvicina alle top 40.
A GUADALAJARA SI PARLA…GRECO!
Nessuna sorpresa in finale. A conquistare il trofeo è la greca Maria Sakkari, n.9 del ranking e seconda favorita del seeding, che si impone 75 63 sulla statunitense Doleheide, n.111 del ranking, rivelazione assoluta del torneo. Dalla vittoria del suo primo titolo nel tour, sulla terra di Rabat a maggio del 2019, la 28enne di Atene aveva perso tutte le altre sei finali disputate, compresa quella di Guadalajara dello scorso anno. Ed invece al termine di una settimana nella quale non lascia nemmeno un set alle avversarie riesce a conquistare il suo secondo titolo WTA in carriera.
“È incredibile, sono senza parole - dice - erano passati quattro anni e mezzo da quando avevo vinto il mio primo titolo, e finalmente ce l’ho fatta di nuovo. Sento di non aver ancora realizzato davvero quello che ho fatto questa settimana, e ci vorrà un po’ di tempo. Ma allo stesso tempo, voglio solo godermi davvero il momento e continuare a lavorare sodo, perché sono sicuro che ne arriveranno altri in futuro”. Sakkari è la prima tennista del suo Paese a sollevare un trofeo “1000” e la prima giocatrice di questo 2023 a vincere un “1000” senza perdere un set. Grazie a questo successo la greca risale al n.6 del ranking (lei che ha un “best” di n.3 datato marzo 2022) e si candida per uno dei quattro posti rimasti per le WTA Finals di Cancun.
WANG XIYU SI PRENDE GUANGZHOU
Si ferma nei Lucia Bronzetti nel “Galaxy Holding Group Open” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento di Guangzhou, in Cina. La 24enne di Villa Verucchio, n.60 del ranking e quarta testa di serie, dopo aver liquidato le qualificate Ya Yi Yang di Taipei, n.236 WTA, e la giapponese Uchijima, n.173 del ranking, perde 67(8) 64 61 con la belga Greet Minnen, n.68 WTA e settima favorita del seeding.
E’ un sabato speciale per Wang Xiyu: la cinese, n.88 WTA, vince il suo primo titolo e lo fa in casa, dominando in finale 60 62 la polacca Magda Linette, n.27 del ranking e prima favorita del seeding, semifinalista all’Australian Open. La 22enne di Taixing diventa la quarta cinese nell’albo d'oro del torneo dopo Wang Qiang (2018), Zhang Shuai (2013 e 2017) e Li Na (2004).
NINGBO E’ DI JABEUR
Per la seconda settimana di fila esce nei quarti Lucia Bronzetti. Nel “Ningbo Open” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento della metropoli cinese nella provincia dello Zhejiang la 24enne riminese, n.65 del ranking ed ottava favorita del seeding, reduce dai quarti a Guangzhou, batte in due set all’esordio l’elvetica Teichmann, n.145 WTA (ma a ridosso della top 20 poco più di un anno prima), promossa dalle qualificazioni: quindi supera sempre in sue set l’ucraina Baindl, n.88 WTA, ma poi lascia via libera (60 63 lo score) alla ceca Linda Fruhvirtova, n.117 del ranking.
Il trofeo - il quinto complessivo, il secondo di questo 2023 - finisce nella bacheca di Ons Jabeur: in finale la tunisina, n.7 del ranking e prima favorita del seeding, liquida 62 61 la russa Diana Shnaider, 19enne di Žigulëvsk, n.85 WTA, per la prima volta all’ultimo atto in un torneo del circuito maggiore.
KUDERMETOVA, CHE SETTIMANA A TOKIO!
Veronika Kudermetova torna a vincere un torneo dopo un anno e mezzo. La russa, n.19 WTA ed ottava testa di serie, conquista il “Toray Pan Pacific Open” (WTA 500 - montepremi 780.637 dollari) sul cemento di Tokyo, il secondo titolo in carriera dopo Charleston 2022, battendo in finale 75 61 la statunitense Jessica Pegula, n. 4 del ranking e seconda favorita del seeding.
Per la 26enne di Kazan è la seconda top five battuta in settimana dopo il successo nei quarti sulla regina del tennis mondiale Iga Swiatek. Come Sakkari a Guadalajara, anche Kudermetova interrompe una striscia negativa nelle finali WTA: aveva infatti perso le ultime quattro. “Jessica è una grande giocatrice e una grande lottatrice, ma io ero preparata per la battaglia", commenta.
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