Prima un fastidio alla spalla l’ha obbligata a molteplici stop tra il 2021 e il 2022, poi la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro durante il derby con Fiona Ferro al Wta 125 di Parigi del maggio 2024 sembrava quasi potesse mettere la parola fine sul futuro di Lois nel grande tennis. E invece...
24 luglio 2025
Possono bastare due tornei giocati alla perfezione per cambiare il corso di una carriera. Lo sa benissimo Lois Boisson, tennista francese che nel maggio scorso ha centrato la semifinale al Roland Garros da numero 361 del ranking Wta - alla sua prima partecipazione in assoluto a un tabellone principale Slam - e che, negli ultimi giorni, è tornata agli onori della cronaca per il titolo vinto nel Wta 250 di Amburgo, battendo nei turni decisivi due giocatrici di maggiore esperienza come Dayana Yastremska e Anna Bondar.
Oggi è numero 44 del ranking Wta, ma fino a pochi mesi fa era sconosciuta al grande pubblico. Nata il 16 maggio 2003, Boisson non ha brillato nel circuito giovanile, raggiungendo al massimo il 171° posto nel gennaio di quattro anni fa, mentre si sta costruendo una carriera di tutto rispetto nel tennis professionistico. Vinto il primo titolo Itf nel 2022 a Digione, curiosamente proprio la sua città natale, la tennista transalpina ha continuato a collezionare successi anche negli anni successivi, arrivando nella passata stagione a imporsi in ben quattro manifestazioni, compreso il Wta 125 di Saint Malo. Una crescita lenta ma costante, la sua, accompagnata da diversi infortuni che ne hanno inevitabilmente condizionato il rendimento. Prima un fastidio alla spalla l’ha obbligata a molteplici stop tra il 2021 e il 2022, poi la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro durante il derby con Fiona Ferro al Wta 125 di Parigi del maggio 2024 sembrava quasi potesse mettere la parola fine sul futuro di Lois nel grande tennis.
La resilienza di Lois - qualità che la ventiduenne ha deciso di evidenziare anche sulla propria pelle con uno specifico tatuaggio sul gomito destro - è stata premiata dalla FFT, la Federazione francese, che ha deciso di offrirle una wild card per il tabellone principale del Roland Garros di quest’anno, a dodici mesi di distanza da quel maledetto infortunio che l’aveva lasciata con il morale sotto i tacchi. Boisson ha risposto presente, piazzando una corsa sensazionale fino al penultimo atto, con tanto di vittorie ai danni di Jessica Pegula e Mirra Andreeva.
Da gregaria a beniamina del pubblico parigino, prima dello Slam francese era finita sulle prime pagine soltanto per uno spiacevole episodio che l’aveva vista protagonista involontaria a Rouen. Durante il match d’esordio in Normandia, la sua avversaria Harriet Dart si era rivolta al giudice di sedia chiedendo il deodorante per Boisson che, a suo dire, emanava un cattivo odore. Nelle ore successive, la giocatrice di Digione aveva dato sfoggio della sua personalità e di uno spiccato senso dell’umorismo, arrivando a replicare sui social richiedendo una sponsorizzazione a una nota azienda di prodotti per l’igiene personale.
La recente vittoria ad Amburgo, la prima in carriera nel circuito maggiore, ha spinto Boisson nella Top-50 del ranking Wta di singolare, sempre più leader di Francia davanti a Elsa Jacquemot (n.96) e Leolia Jeanjean (n.99), le altre due transalpine tra le prime cento del mondo. Dopo una breve parentesi nel basket, sport a cui si è avvicinata grazie al padre Yann che ha militato anche nella Serie A francese, Lois ha scoperto il tennis quasi per caso, all’età di otto anni, durante un periodo di vacanza con la famiglia, e da quel momento non lo ha più lasciato.
Dotata di un gioco ricco di variazioni e in grado di adattarsi a più superfici diverse - anche se è sulla terra battuta che finora ha ottenuto i migliori risultati - si contraddistingue per un gran diritto e per essere una grande combattente da fondocampo, oltre che per una buona velocità di gambe. Allenata da Florian Reynet, ex numero 273 Atp, Boisson annovera nel proprio team anche il preparatore atletico Sebastien Durand, condiviso con Grigor Dimitrov e da considerarsi una delle figure centrali nel suo percorso di crescita grazie all’introduzione di un allenamento neuro-visivo che coinvolge cervello e vista, portando a sensibili miglioramenti nell’attività sul campo.
Nel suo box ad Amburgo era presente, per conto della FFT, l’ex numero 40 Wta Pauline Parmentier, che non ha nascosto le qualità di Boisson: “Può mettere in difficoltà le sue avversarie sin dal riscaldamento, in quanto i suoi colpi assumono un rimbalzo complicato da gestire. Sul cemento dovrà adattare i suoi movimenti, ma può diventare pericolosa anche su quella superficie. Deve continuare a mantenere grandi ambizioni perché, fin da ora, può soltanto migliorare la propria classifica”.
Costretta a rinunciare al Wta 1000 di Montreal per un problema all’adduttore accusato proprio nell’ultima apparizione in Germania, Boisson punta al pieno recupero in vista degli Us Open. Con un’invidiabile forza di volontà e una fame di risultati che va ben oltre i propri limiti, la transalpina è sempre riuscita a convertire ogni ostacolo incontrato nel suo percorso in energia positiva per raggiungere nuovi traguardi. Chissà, a questo punto, che anche a New York non possa ritagliarsi nuove soddisfazioni: l’avventura di Lois Boisson nell’élite del tennis è soltanto agli inizi, ma ci sono tutti i presupposti perché duri a lungo.