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A Seoul Swiatek fa 25: è la prima nata negli anni 2000 a riuscirci

Nella finale tra le due giocatrici più forti in tabellone la polacca si è imposta in rimonta sulla russa Alexandrova, mettendo in bacheca il 25esimo trofeo WTA in carriera

di | 21 settembre 2025

Iga Swiatek in azione (foto Getty Images)

Iga Swiatek in azione (foto Getty Images)

L'espressione “i numeri non mentono” è solo un luogo comune, soprattutto nel tennis. L'esempio è la finale del "Korea Open" (WTA 500 - montepremi 1.064.510 dollari) che si è concluso sui campi in cemento di Seoul dove Iga Swiatek è stata superata da Ekaterina Alexandrova in quasi tutte le categorie statistiche, compreso il totale dei punti conquistati. Eppure è stata la polacca a vincere in rimonta sulla russa con lo score di 16 76(3) 75,  in 2 ore e 41 minuti di partita. Per la 24enne di Varsavia si è trattato del terzo titolo stagionale (dopo Wimbledon e Cincinnati), il 25esimo della carriera: la ex numero uno del mondo è la prima tennista nata negli anni duemila ad averne conquistati così tanti. Ora il suo record nelle finali WTA è di 25-5.

“Prima di tutto, voglio congratularmi con Ekaterina per una settimana fantastica e una finale straordinaria - le prime parole a caldo di Iga -. Onestamente, non so come ho fatto a vincere perché tu hai giocato benissimo e io ho solo cercato di restare in partita. Spero che giocheremo altre finali perché contro di te è sempre difficile, ma anche divertente".

La finale. Quella mentalità del “cercare di restare in gioco” ha dato alla Swiatek il vantaggio in una partita caratterizzata da margini minimi, ad esclusione di un primo set a senso unico. Alexandrova, chiaramente sfavorita, è partita alla grande e le sono bastati 30 minuti per aggiudicarsi il parziale in modo convincente, strappando il servizio alla polacca già nel game di apertura. Swiatek ha ribaltato il copione all'inizio del secondo parziale, brekkando immediatamente la russa, ma l'inerzia è cambiata di nuovo quando Alexandrova ha firmato il contro-break nel game successivo.

Le due hanno poi continuato a tenere il servizio fino al tie-break, dove Swiatek è sembrata finalmente prendere il controllo per la prima volta nella partita: è scattata avanti 3-0, ha allungato fino al 5-2 e ha chiuso per 7 punti a 3 costringendo l'avversaria al set decisivo. All'inizio del set Iga ha concesso un break ad Ekaterina con tre doppi falli nello stesso game, ritrovandosi sotto 3-1, ma ha riaggiantato la sua avversaria e si è riportata davanti (4-3). Da quel momento in poi, la pressione ha giocato a favore di Swiatek: con Alexandrova al servizio per rimanere in partita, Iga ha alzato il ritmo, chiudendo il discorso con un vincente di diritto incrociato sul secondo match-point.

Ekaterina Alexandrova in azione (foto Getty Images)

Ekaterina Alexandrova in azione (foto Getty Images)

Nonostante la sconfitta, Alexandrova ha dominato quasi tutte le statistiche chiave: ha realizzato più ace (6 contro 2), meno doppi falli (6 contro 9), una percentuale più alta di prime di servizio (595 contro 535), una percentuale più alta di prime di servizio (66% contro 58%), più vincenti (30 contro 23), meno errori non forzati (25 a 40), più palle-break procurate (8 contro 7) e una percentuale di conversione migliore (63% contro 43%) e, soprattutto, più punti totali vinti (108 a 97).

Ma la Swiatek è stata semplicemente più determinata.

Nei momenti più importanti - sul 5-4 nel secondo set, con Alexandrova a due punti dalla vittoria, durante il tie-break o quando era sotto di un break nel terzo - Swiatek ha dimostrato esattamente perché un tempo era la numero 1 al mondo e perché potrebbe riconquistare quel posto in un futuro non troppo lontano. Per ora, Swiatek rimane al secondo posto sia nella classifica PIF WTA che nella Race to the WTA Finals.

Ma non è questo che conta di più per lei in questo momento. Con questo titolo, Swiatek ha finalmente lasciato un'eredità duratura a Seul, cosa che suo padre, Tomasz Swiatek, non è riuscito a fare per un soffio. “Sono felice di aver vinto qui, vista la storia della mia famiglia - ha detto Iga -. Mio padre non è riuscito a vincere le Olimpiadi [qui], ma almeno io ho vinto questo torneo. Quindi spero che l'anno prossimo venga a godersi tutto”.

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