Terza finale Slam consecutiva, la quarta complessiva, 20 vittorie di fila e il definitivo cambio generazionale. La sfida tra Jannik Sinner e Novak Djokovic è combattuta, intensa, calda, sempre sul filo. Cornice ideale per il ritorno – dopo 49 anni - di un italiano (tabellone maschile) nella finale di Parigi: “Sono molto felice di aver raggiunto la finale – dice il numero 1 del mondo in conferenza stampa – , onestamente non pensavo di tornare e fare finale a Roma e qui. Non ho giocato per quasi 4 mesi e ora sono nella mia terza finale Slam consecutiva. Non me lo aspettavo”.
Nole lotta come un leone con tutto l’orgoglio che ne ha caratterizzato l’intera carriera e lo ‘Chatrier’ si infiamma; oltre la carta d’identità, oltre un fastidio alla gamba, oltre la qualità del suo avversario: “Giocare contro Nole genera sempre molto stress – spiega Jannik - , non puoi mai permetterti momenti di relax. Devi sempre giocare il tuo miglior tennis perché basta un punto e le cose possono cambiare rapidamente. È stata una sfida complicata, una partita a scacchi, mi aspettavo una lotta così dura e intensa. C’era una bella atmosfera e in campo è stata una battaglia fisica e mentale, se non avessi fatto attenzione in alcune situazioni nel secondo e nel terzo set, la partita si sarebbe potuta allungare molto”.
Nel terzo set, infatti, il serbo ha avuto a disposizione tre set point: “Perdere il terzo avrebbe fatto cambiare le cose – aggiunge – ; ho spinto molto nel tie break perché nel quarto o nel quinto set lui avrebbe avuto molta fiducia e grande esperienza. Sono felice di averla chiusa in tre”.
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