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Iron man Sinner, prima finale al RG: “Sono felice, onestamente non me lo aspettavo”

Le parole di Jannik Sinner dopo la vittoria contro Novak Djokovic in semifinale al Roland Garros

di | 06 giugno 2025

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Terza finale Slam consecutiva, la quarta complessiva, 20 vittorie di fila e il definitivo cambio generazionale. La sfida tra Jannik Sinner e Novak Djokovic è combattuta, intensa, calda, sempre sul filo. Cornice ideale per il ritorno – dopo 49 anni - di un italiano (tabellone maschile) nella finale di Parigi: “Sono molto felice di aver raggiunto la finale – dice il numero 1 del mondo in conferenza stampa – , onestamente non pensavo di tornare e fare finale a Roma e qui. Non ho giocato per quasi 4 mesi e ora sono nella mia terza finale Slam consecutiva. Non me lo aspettavo”.
 
Nole lotta come un leone con tutto l’orgoglio che ne ha caratterizzato l’intera carriera e lo ‘Chatrier’ si infiamma; oltre la carta d’identità, oltre un fastidio alla gamba, oltre la qualità del suo avversario: “Giocare contro Nole genera sempre molto stress – spiega Jannik - , non puoi mai permetterti momenti di relax. Devi sempre giocare il tuo miglior tennis perché basta un punto e le cose possono cambiare rapidamente. È stata una sfida complicata, una partita a scacchi, mi aspettavo una lotta così dura e intensa. C’era una bella atmosfera e in campo è stata una battaglia fisica e mentale, se non avessi fatto attenzione in alcune situazioni nel secondo e nel terzo set, la partita si sarebbe potuta allungare molto”.
 
Nel terzo set, infatti, il serbo ha avuto a disposizione tre set point: “Perdere il terzo avrebbe fatto cambiare le cose – aggiunge – ; ho spinto molto nel tie break perché nel quarto o nel quinto set lui avrebbe avuto molta fiducia e grande esperienza. Sono felice di averla chiusa in tre”.
In conferenza stampa Djokovic ha detto che questo potrebbe essere stato il suo ultimo match a Parigi, Jannik si augura che non sia così: “Speriamo non sia vero – ha detto – il tennis ha ancora bisogno di lui. E’ un esempio per tutti noi, e in caso sarei felice di aver condiviso con lui questa pagina della sua storia nel tennis. Sono stato fortunato ad averlo conosciuto quando ero agli inizi e aver avuto l’opportunità di palleggiare con lui da piccolino; è sempre stato onesto e cordiale con me, mi ha dato molti consigli e mi ha aiutato ogni volta che ne ho avuto bisogno. Ho imparato molto da lui e con le sue parole mi ha aiutato a crescere. Io e lui siamo diversi, cambia direzione con una facilità impressionante ed è imprevedibile. Io forse colpisco e servo più forte ma lui è più preciso”.  
 
Quella di domenica, con Carlos Alcaraz, sarà la prima finale Slam tra giocatori nati negli anni 2000: “Carlos mi rende un giocatore migliore, mi porta al limite – spiega con ammirazione - . Ci spingiamo molto e sarà un momento speciale per noi. In campo si sente molto la sua presenza, non guardi l’età in quel momento ma la qualità del suo gioco e le vittorie che ha già ottenuto in carriera. Ha carisma, ha l’aura e quando entra in campo lo senti”.
 
Sinner, Alcaraz e un paragone ingombrante con i Big 3: “Ci vuole tempo per fare paragoni del genere – dice deciso - Il tennis ha bisogno di rivalità ma non ci siamo solo noi, ci sono molti altri giocatori forti in arrivo. E’ impossibile paragonarci”.  
 

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