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Forza Sinner! L'Australia del tennis ha trovato il suo nuovo supereroe

L'Australia si sta sempre più innamorando di Jannik Sinner. I giocatori di casa faticano a scaldare il cuore degli appassionati. E negli ultimi giorni tiene banco il caso Kokkinakis che rischia un'indagine ufficiale per un'esibizione giocata in Russia

di | 24 gennaio 2025

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Cercasi eroe nazionale della racchetta. Da un paio di anni a questa parte, l’Australia fa una fatica tremenda a trovarne uno nel quale identificarsi. La fame bulimica di tennis che accompagna gli Australian Open, che moltiplica lo spazio e il tempo sui media nazionali dedicato allo sport, si aggrappa da un decennio a questa parte a quel che più fa breccia nel cuore della gente.

In principio erano Roger e Serena. Poi, inevitabilmente, soprattutto Novak Djokovic. Ma dopo la saga di tre anni fa, finita con un’espulsione ingloriosa e tante zone grigie mai chiarite, adesso il serbo accende il cuore degli ultrà ancora più di prima, ma inevitabilmente non è più il cavaliere senza macchia e senza paura. E poi è arrivato Jannik Sinner.

Dopo il ritiro di Hewitt, il sistema si è guardato attorno e per qualche anno ha provato ad illudersi che Tomic e Kyrgios avrebbero potuto riempirne il vuoto. Respinti con perdite, e soprattutto a male parole, considerato le tendenze di entrambi al turpiloquio gratuito.

Kokkinakis? Meh... Bravo ragazzo, discreto tennista, buon testimonial per un sacco di aziende, acuti estemporanei tipo l’exploit del titolo di doppio nel 2022 col suo bro, Nick. Ma se alle soglie dei 29 anni non è mai entrato nei top 60 e non hai mai giocato la seconda settimana di uno Slam, vuol dire che il tetto dei limiti è più basso di quel che si pensasse. E quella blesità non aiuta.

Da oggi, poi, è emerso anche che pur di fare cassa a dicembre, Thanasi è atterrato a San Pietroburgo - ignorando il consiglio di Tennis Australia - per un’esibizione sponsorizzata da Gazprom, la compagnia energetica statale inserita nella lista nera dal governo australiano.

Thanasi Kokkinakis e Nick Kyrgios a Melbourne Park nel 2022 (Getty)

Thanasi Kokkinakis e Nick Kyrgios a Melbourne Park nel 2022 (Getty)

Un’iniziativa che dopo aver attirato la condanna dell'ambasciatore ucraino a Canberra, Vasyl Myroshnychenko, e il biasimo dell’opinione pubblica, rischia anche di costargli un’indagine ufficiale per aver violato le leggi sulle sanzioni contro il Cremlino. Popyrin? Appena più efficace, picchi più elevati, ma con ancor meno appeal mediatico, oltre ad un atteggiamento alla Kyrgios, una simpatia alla Tomic e un mezzo speech impediment alla Kokkinakis.

De Minaur è, o almeno sarebbe, la risposta più scontata. Ma per anni il ragazzo di Sydney ha perso malamente tutte le partite in prime time sulle quali erano state convogliate le fanfare nazionali (7 game contro Rafa nel ’19, 5 game con Nole nel ’23 e adesso, nell’ennesimo capitombolo senza gloria contro un top, i 6 game di mercoledì scorso contro Jannik). Demon di soprannome, ma non di fatto: anzi, tanto educato, rispettoso e pacato, affidabile e autoironico, da essere il genero perfetto, ma non necessariamente il capofila carismatico di un movimento tennistico.

Alex De Minaur (Getty Images)

Alex De Minaur (Getty Images)

E le donne? Domani Aryna Sabalenka potrebbe fare la storia del torneo, ma quello della bielorussa resta un marchio spendibile tra gli appassionati, e neanche tutti. Dopo il ritiro di Ash Barty, Tennis Australia ha attraversato un deserto tecnico e di personalità. Numeri 1 nazionali sono state ragazze che in Australia non sono neanche nate – Gavrilova/Saville, Tomljanovic, persino Rodionova – e il Paese che ha dato i natali a Margaret Court, Evonne Goolagong, Daphne Akhurst e – appunto – Ashleigh Barty, adesso vanta una top 100 per il rotto della cuffia, Kimberly Birrell al numero 99.

E allora si guarda altrove, tra le giovanissime. E chi meglio della sedicenne Emerson Jones: finalista al torneo juniores dello scorso anno, semifinalista tra le ragazze a Parigi e a Londra, è stata affidata allo spagnolo Carlos Cuadrado, ex coach della Kutznetsova, nonché uno dei pochi vincitori del torneo junior di Parigi del terzo millennio a non esplodere tra i pro. Partita ai nastri del tabellone di quest’anno da testa di serie numero 1, proprio quando i quotidiani generalisti avevano deciso di investire le prime pagine su di lei, la biondina del Queensland è stata estromessa dal torneo dalla giapponese Wakana Sonobe. Volendo ci sarebbe la finale di doppio misto tra quattro wild card australiane, vinta da Gadecki e Peers su Birrell e Smith, la prima dal 1967, ma se non erro è stata la 37ma volta nella storia del torneo. Non esattamente una novità assoluta né una garanzia di qualità.

L'esultanza di Emerson Jones (Getty Images)

L'esultanza di Emerson Jones (Getty Images)

E allora? Bè, un anno fa, anche nel tentativo di alimentare la fiamma del fenomeno-Sinner tra i frequentatori di Melbourne Park, la macchina organizzativa degli Australian Open aveva invitato i Carota Boys con un paccheetto premium. Dopo un 2024 nel quale il fenomeno-Sinner si è dimostrato più esplosivo del previsto e ha rovesciato il mondo del tennis come un calzino, a Tennis Australia non è rimasto che salire sul cavallo vincente e celebrarlo con un documentario dal titolo Forza Jannik, che è stato trasmesso in prima serata su Channel 9 alla vigilia del torneo, e gli appassionati hanno potuto apprezzare su SuperTennis.

Il documentario ha fatto il giro del mondo, quotidianamente attira migliaia di click su YouTube e che – secondo voci di corridoio – potrebbe tornare sui palinsesti televisivi già la prossima settimana. Significherebbe che l'Australia del tennis ha trovato davvero il suo nuovo supereroe. 


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