Dal suo rientro sul tour dopo i tre mesi di stop, Jannik ha raggiunto la finale a Roma e la prima finale in carriera a Parigi: “Di buono mi porto via che… - dice – ho fatto un’altra finale Slam, e non è da sottovalutare che sia la terza consecutiva; che vado sempre lontano nei tornei e sono all’ottava finale di fila; che posso giocare ad un buon livello con stabilità durante il match, e che riesco a resettare in fretta se ci sono momenti difficili. Ci sono tante cose positive, anche se ora vedo solo quelle negative”.
Sinner finisce in fretta gli impegni con le tv e scappa via, verso un po’ di tranquillità: “Mi servirà un po’ di tempo e l’affetto della mia famiglia – spiega - ; voglio tornare a casa qualche giorno, voglio rivedere mio padre che oggi non è potuto venire perché lavorava. Siamo una famiglia semplice e quello che vivo con questo sport non ci ha cambiato. Da piccolo non mi sarei mai immaginato di trovarmi un giorno in questa posizione, per me non era neanche un sogno. Ora mi trovo qui, ho giocato il match più lungo della storia del torneo ed è stato un gran match, Fa male, ma non bisogna piangere. Ho bisogno di un paio di giorni, di un po’ di calma e tempo per me stesso. E poi si ricomincerà, non sono certo uno che si perde. Mi preparerò per Halle e Wimbledon, il prossimo obiettivo è quello. Sono momenti complicati, ma piano piano si risale”.
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