

Nulla da fare per l'italiano autore di una prova orgogliosa ma incappato in calo su cui Korda ha costruito con intelligenza il suo successo
di Ronald Giammò | 26 maggio 2025
Delle 33 partite disputate da Luciano Darderi nel 2025 ben 26 lo hanno visto impegnato sulla terra battuta, ma tutta questa argilla, tutto questo scivolare non gli hanno evitato una sconfitta all'esordio in quella che è stata anche la sua seconda partecipazione al Roland Garros. Opposto al n.23 del mondo Sebastian Korda, l'italiano ha ceduto in quattro set col punteggio di 62 46 63 61 al termine di un match in cui non sono mancate lui le occasioni per provare a rinviarne l'esito se non addirittura a ribaltarlo.
Confinato sul campo n.13 con pubblico, tribune e transenne a ridosso dei corridoi, il n.45 del mondo è stato più lento del suo rivale a entrare in partita pagando dazio in un primo set in cui con la sua prima è riuscito a conquistar punti solo nel 36% dei casi. Dopo aver spedito le sue racchette agli incordatori e aver lanciato qualche imprecazione al cielo, il break subito in avvio di secondo set è sembrato il classico campanello d'allarme su una giornata già nuvolosa di suo e per Darderi prossima a volgere al peggio.
E invece è bastato incamerare il primo game per innescare la sua reazione. Le percentuali son tornate a salire, i vincenti finalmente ad andare a segno, in risposta è andato a segno una volta su due e anche Korda ha finito con l'offrire il suo contributo cedendo a un nervosismo che ne ha inquinato il gioco. Tornato in parità, nel terzo set ci si aspettava una sfida ormai equilibrata con i due rivali - ormai a carte scoperte - a contendersi la posta punto a punto. E invece è stato proprio Darderi ad inciampare ancora tanto nel servizio (3 doppi falli) quanto negli scambi, condotti ora dal figlio di Petr con ritmo più sostenuto e traiettorie più affilate.
All'apparire dei primi segni di frustrazione sul volto dell'azzurro, abbinati a qualche lancio di racchetta, due erano le strade che poteva prendere il quarto set: la riscossa o la resa. Il parziale di 4-0 inflitto da Korda in avvio ha di fatto chiuso il match, gestito dall'americano con freddezza nelle sue fasi finali. Trenta minuti da dimenticare in fretta ma che non corrispondono a quanto dimostrato dall'italiano in questo swing sul rosso chiuso con un titolo a Marrakech, un quarto di finale a Monaco e Amburgo e una finale nel Challenger di Napoli. Visti gli otto match in carriera giocati sull'erba, per lui l'estate sul verde si annuncia complicata. Ma è proprio quando non si ha nulla da perdere che si scende in campo più liberi e leggeri. E l'estate, si sa, è stagione di promesse e speranze. Chissà.
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