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Nadal: "Non è detto che sia il mio ultimo Roland Garros"

Il maiorchino, quattordici volte vincitore a Parigi, ha parlato nel corso del media day alla vigilia del via del torneo: "Zverev primo avversario? Può capitare quando non sei testa di serie, va accettato". E sulla condizione: "Mi sento bene, le motivazioni ci sono e sono migliorato"

25 maggio 2024

Rafa Nadal (Getty Images)

Rafa Nadal (Getty Images)

"E' molto probabile che questo sia il mio ultimo Roland Garros, ma non lo posso dire al 100%. Non voglio negarmi questa opportunità. Non posso prevedere quel che accadrà e spero che capiate quel che voglio dire. Ho avuto un lungo recupero di quasi due anni per tornare dall'infortunio, mi sento meglio, e non sono un tipo che reagisce male per via di alcune sconfitte rimediate qui e là. Ci sono delle ragioni che mi spingono a credere che potrebbe non essere l'ultimo: amo ancora giocare a tennis, oggi viaggio con la mia famiglia e mi piace questa nuova esperienza, e poi non sono ancora riuscito a capire come potrei giocare senza alcun condizionamento fisico". 

E' quanto dichiarato da Rafa Nadal nel corso della conferenza stampa tenuta a Parigi nel corso del media day alla viglia del via del secondo Slam della stagione. Il maiorchino ha poi commentato il sorteggio del tabellone principale il cui esito ha regalato lui al primo turno Alexander Zverev, fresco vincitore degli Internazionzali BNL d'Italia: "Mi stavo allenando e qualcuno mi ha detto del sorteggio. Ma era qualcosa che mi aspettavo in un certo senso, fa parte del gioco quando non sei testa di serie come lo sono io oggi, e va accettato. Sulla carta non è il migliore dei sorteggi, affronto uno degli avversari più tosti che è arrivato qui dopo la vittoria di un Masters1000. E' andata così e non posso farci nulla se non far di tutto per farmi trovare pronto".

Nadal ha poi proseguito chiarendo quale sia il suo stato di forma attuale e quali le aspettative con cui è sbarcato a Parigi: "Ho svolto due buone settimane di allenamenti e penso che questa sia  stata la prima settimana in cui sono riuscito a correre senza alcun fastidio e questa è una cosa incoraggiante, il che non vuol dire che lunedì scenderò in campo e giocherò alla grande, non ho ancora sulle spalle abbastanza tennis di alto livello per poterlo credere ma è abbastanza per me ora perché era una circostanza difficile e questo resta un posto magico. In fondo al cuore non ho alcuna speranza di poter vincere e regalare un qualcosa di bello, ma ho la motivazione giusta, e anche se piccola la speranza di far bene c'è".

Una città, Parigi, e un sito, quello del Roland Garros, che per Rafa hanno svolto un ruolo molto importante nella marcia d'avvicinamento allo Slam a lui più caro e che in termini di preparazione son valsi più di qualsiasi altro torneo: "Volevo essere qui. Giocare a Ginevra o Lione non avrebbe cambiato nulla, ho preferito allenarmi qui. Essere qui è stata la motivazione più grande per riassaporare le giuste vibrazioni e le giuste emozioni. Allenarmi qui una settimana mi ha dato molte cose dal punto di vista personale ed emotivo che gli altri tornei non riescono a darmi ed era la cosa più importante".

"E in più mi sento meglio, non perché sia qui ma perché abbiamo lavorato per far sì che fosse così, senza concederci alcuna pausa per presentarci qui nelle condizioni migliori. Certo, il percorso non è stato quello ideale ma mi sento ugualmente grato di poter essere qui e darmi ancora una chance, magari l'ultima, magari no. Vediamo, continuiamo ad esplorare, ma voglio essere chiaro su questo perché non voglio venga fatta confusione: mi piace quel che faccio e in allenamento mi sento competitivo, forse non lo sono ancora nei match ufficiali (risate) ma vi posso dire che in allenamento riesco a giocare contro chiunque e questo almeno mi dà un po' di speranza (altre risate)".

Le utime considerazioni Nadal le riserva ancora per le sue sensazioni, i suoi dubbi e l'attesa che ancora lo seprara da quello che potrebbe essere il suo ultimo match parigino. Circostanza che, a giudicare dalle sue parole, non ne ha minato la marcia d'avvicinamento al torneo ma, anzi, sembra aver risvegliato ulteriormente il suo spirito competitivo: "Ansioso per il debutto? No, concentrato semmai per giocare bene. Sarà un primo turno molto tosto e magari ripeterò il disastro fatto a Roma, chi lo sa, ma è un'opzione. Nella mia testa c'é però la volontà di fare qualcosa di diverso e giocare meglio di quanto fatto sin qui. Nono se basterà: non gioco al meglio dei cinque e contro avversari di questo calibro da tantissimo tempo. Le domande che mi state facendo sono le stesse che mi sono fatto io. La risposta arriverà lunedì, e questo è quanto. Il resto sono chiacchiere e ancora chiacchiere. Quel che conta sono le mie sensazioni, e io mi sento meglio. Certo, non è ideale come primo turno ma è andata così e dovrò farmi trovare pronto fin dall'inizio".


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