Ora che la dimensione della Paolini è cambiata, bisogna trovare il modo di colmare il gap con la Swiatek: “Affrontarla è la sfida più dura del nostro sport – spiega con grande franchezza – . Ha 22 anni e ha già vinto cinque Slam, oggi ho giocato con tutto quello che avevo, ci ho messo tutta me stessa, la testa, il cuore, il fisico, i colpi… tutto, ma a volte non basta. Con lei devi sbagliar poco, giocare lungo e, soprattutto, tenere la sua intensità. La sua palla arriva veramente veloce e ti toglie il tempo. Forse allenarmi più spesso con un ragazzo che gioca molto bene potrebbe aiutarmi, un ragazzo che possa togliermi il tempo. Spesso, ad esempio, gioco con mio fratello, lui gioca bene ma lascia scendere un po’ la palla… qui, invece, la palla torna subito. Tenere il ritmo di Iga è la cosa più complicata del nostro sport, specialmente su questo campo”.
Tra poche ore Jasmine Paolini e Sara Errani giocheranno la finale di doppio; a chi le chiede il segreto di questa meravigliosa abbondanza italiana risponde: “Nessun segreto, lavoriamo sodo e siamo ben supportati dai nostri team. Siamo numerosi e ci spingiamo a vicenda. E poi in Italia ci sono tanti tornei Challenger, Itf e WTA 125 e le wild card ci danno la possibilità di giocare spesso… abbiamo tante opportunità per entrare prima nelle qualificazioni Slam”.
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