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Slam

Musetti ha un solo obiettivo: “Voglio arrivare in fondo, mi sento pronto”

Il carrarino, numero 7 del mondo, non si nasconde più: “Devo essere ambizioso, lo swing sul rosso mi dà fiducia”

di | 25 maggio 2025

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Mi sento pronto, l’obiettivo è vincere il trofeo”. Ambizione e consapevolezza, questo è ora Lorenzo Musetti. Dopo lo straordinario swing su terra battuta, l’azzurro è sbarcato al Roland Garros, sui campi che gli hanno regalato alcune delle prestazioni più belle della carriera, da numero 7 del mondo. “Credo di avere più esperienza a livello Slam – spiega nel corso della conferenza stampa - , la semifinale raggiunta a Wimbledon mi ha dato molte indicazioni su quello che serve per arrivare in fondo. E non mi riferisco solo a livello tecnico e fisico, ma più in generale sulla routine quotidiana che richiedono questi appuntamenti. Dopo questo swing su terra, come ho già detto alla vigilia del torneo, mi sento pronto per arrivare in fondo”.
 
L’esordio con Hanfmann ha dato buone indicazioni al carrarino: “Il primo match in uno Slam non è mai facile – spiega Lorenzo -, inoltre oggi c’era molto vento e non sentivo benissimo la palla, o comunque non come avrei voluto. Lui, in particolare nel primo set è stato molto bravo ma nel secondo e nel terzo sono riuscito a gestirla bene. Inoltre, credo di aver servito bene per tutto il match e quella è stata la chiave per mantenere quel livello. Lo considero un buon debutto, e chiuderla in tre set è una iniezione di fiducia”.
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Parigi, la terra rossa e il Philippe Chatrier; tra Musetti e questo torneo c’è sempre stato un feeling speciale: “Qui ho sempre fatto bene – spiega – contando anche le Olimpiadi, anche se giocate in condizioni diverse, è il campo dove mi trovo meglio. Mi piace molto, qui ho sempre espresso un ottimo tennis e ho giocato alcune delle partite più belle. Inoltre, le ultime settimane mi hanno dato fiducia, speranza e la consapevolezza che sto facendo il lavoro nel modo giusto”.
 
Un’atmosfera surreale ha preceduto il match di Lorenzo Musetti... nel segno di Rafael Nadal: “L’ho visto fuori dagli spogliatoi con Roger, Andy e Nole – racconta – è stata una scena toccante. Per certi versi un po’ drammatica per me perché rappresenta la fine di un’era che ho vissuto più da tifoso che da giocatore. Di Rafa ho due ricordi speciali: quando mi allenai qui con lui nel mio primo Roland Garros.... mi lasciò un game! E una volta a Roma, il giorno dopo la mia prima vittoria si avvicinò e si congratulò con me mentre mi stavo allenamento”.

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