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Slam

Draper impara sul rosso e punta sul verde: obiettivo Wimbledon

Per il n.5 del mondo la stagione sulla terra battuta si è rivelata molto più di un momento di apprendimento. La prossima settimana, di ritorno sull'erba di casa, avrà la possibilità di continuare a crescere

04 giugno 2025

Jack Draper (Getty)

Jack Draper (Getty)

Vent'anni. Tanti ne aveva Jack Draper quando nel 2021 da n.309 del mondo fece il suo esordio nel main draw del Queen's battendo al primo turno Jannik Sinner (n.23) e imponendosi al secondo su Alexander Bublik (n.39) che due anni prima lo aveva estromesso al primo match delle qualificazioni. La sconfitta, in quel 2021, arrivò poi ai quarti contro il connazionale Cameron Norrie, ma a tutti - britannici e non - fu chiaro da quel giorno che il tennis sull'erba aveva trovato un interprete che nel giro di pochi anni sarebbe tornato a far parlare di sé.

Altre stagioni son poi passate, il ragazzo s'è fatto più grande, più alta la sua collocazione nel ranking e più affinata la sua conoscenza del gioco così come quella delle superfici. Il cemento, pavimentazione democratica su cui si gioca la gran parte della stagione, cominciò a farsi sempre più malleabile e a certificarne i progressi. Sofia (2023) e Adelaide (2024) lo videro affacciarsi per la prima volta in finale ma fu a Vienna che Draper ruppe il ghiaccio per poi involarsi verso i successivi due acuti di Doha e Indian Wells. 

Diverso il discorso quando il britannico ha dovuto fare i conti con la terra battuta. Perché se già il 'rosso' si presenta come la più esigente tra le superfici in termini di colpi fatica e strategia, Draper in questo 2025 all'insegna del salto di qualità ha dovuto affrontarlo per la prima volta in carriera da top10, ben sapendo che la primavera per lui avrebbe potuto diventare un'occasione irripetibile o un purgatorio da cui dover necessariamente ripassare sulla strada del suo percorso da top player. Alla fine l'esito è stato più che incoraggiante: a Madrid il n.5 del mondo si è spinto fino alla finale, a Roma è arrivato un quarto di finale e a Parigi, dopo aver prevalso sul beniamino di casa Monfils in cinque set, lo stop è arrivato per mano di un ispiratissimo Bublik agli ottavi.

Jack Draper (Getty Images)

Jack Draper (Getty Images)

"E' una sconfitta dura da mandar giù - ha detto Draper a fine match - Ma il mio percorso, anche se quest'anno è filato via spedito  portandomi molto in alto nel ranking, l'ho sempre pagato a caro prezzo in termini di apprendimento: ci sono stati ostacoli, infortuni, battute d'arresto. Ho sempre imparato, sono sempre migliorato e ora cercherò di fare altrettanto con questa sconfitta". 

Il prossimo banco di prova potrebbe ora fare al caso suo. Con il via della stagione sull'erba infatti Draper tornerà a declinare il suo gioco sulla superficie che più di altre riesce ad esaltarlo.  Felicità del tennista è riuscire a consolidare i suoi progressi; conseguenza dei suoi successi è il veder comparire sulla sua schiena un bersaglio a cui tutti mirano. E se fino a oggi l'ascesa di Draper ha potuto godere di uno scenario a fari spenti, ideale per confondere ulteriormente le idee ai suoi avversari, le settimane che ancora lo sperano da Wimbledon saranno l'occasione per la concorrenza di aggiudicarsi uno degli scalpi più prestigiosi in circolazione. 

Sarà la prima volta in cui Draper dovrà recitare quel ruolo. A cui inevitabilmente se ne affiancherà un altro, quello di speranza nazionale che già tanti suoi predecessori ha fatto vacillare una volta chiamati a giocare di fronte al pubblico di casa.

Una pressione in più. Agente paralizzante o propulsore, tra poche settimane sapremo. Ma più dell'esito, trattandosi di Draper, ad affascinare e incuriosire sarà il modo in cui questo giovane uomo riuscirà a gestire tutto questo. Anche provarci basterà per capire qualcosa in più su sé stesso. 


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