Guarda l'intervista a Feliciano Lopez, direttore della Final 8 di Coppa Davis, nello studio di SuperTennis sull'Arthur Ashe. Lo spagnolo ha presentato il derby Sinner-Musetti e spiegato come Jannik e Alcaraz abbiano scavato un solco rispetto a tutti gli altri giocatori. Infine, ha raccontato la magia della Davis
03 settembre 2025
"La differenza tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz e tutti gli altri si sta facendo sempre più grande". E' chiaro il punto di vista di Feliciano Lopez, direttore della Final 8 di Coppa Davis che quest'anno per la prima volta si disputerà a Bologna, intervenuto nello studio di SuperTennis sull'Arthur Ashe Stadium alla vigilia del quarto di finale tra Sinner e Lorenzo Musetti.
Lopez, che vanta la striscia più lunga di presenze consecutive nei tornei del Grande Slam in singolare (79), ha riconosciuto la bellezza del tennis di Lorenzo Musetti. Comprensibile, per uno specialista come lui del serve and volley, che ha vinto 7 titoli ATP in singolare e un Roland Garros in doppio.
"Lorenzo gioca un tennis vintage, ha un rovescio bellissimo. Il suo è un tennis che attrae il pubblico, poi è carismatico. Dall'altra parte Jannik è incredibile. A volte quando gioca, e succede lo stesso ad Alcaraz, fa sembrare gli avversari quasi degli amatori. Questa differenza tra loro due e gli altri si sta facendo più grande".
Questa differenza la alimentano con una costante voglia di progredire. "Carlos ha 22 anni, Jannik 24, e sempre motivati a migliorare: questo fa la differenza. Sono proprio di un altro livello" ha detto.
Lo spagnolo, arrivato a un best ranking di numero 12 in singolare e 9 in doppio, li ha accostati ai Fab Four, ovvero alle quattro icone del tennis degli anni 2000 (Novak Djokovic, Roger Federer, Andy Murray e Rafa Nadal, in rigoroso ordine alfabetico). "Quando sei più forte degli altri, tennisticamente, fisicamente e mentalmente, e poi hai la loro educazione, il loro rispetto, come fai a batterli?" ha detto Lopez.
Negli ultimi mesi, ha aggiunto Feliciano, dal 2019 direttore del Masters 1000 di Madrid, Alcaraz sta facendo importanti progressi da questo punto di vista. "Carlos ha bisogno di divertirsi per giocare bene, ma se vuoi vincere tanti tornei, come fa lui, hai bisogno di trovare un equilibrio. E lo sta trovando. Qui ha vinto le prime quattro partite senza perdere nemmeno un set, mentre altre volte negli Slam ne lasciava uno o due nei primi turni. Da aprile ha perso solo la finale di Barcellona con Rune, ma era infortunato, e la finale di Wimbledon contro Jannik".
Sinner guiderà l'Italia qualificata di diritto in quanto campione in carica e nazione ospitante alle Finals. La Spagna di Carlos Alcaraz dovrà invece conquistarsi un posto fra le otto nel secondo turno dei Qualifiers, in diretta su SuperTennis dal 12 al 14 settembre.
Da giocatore, Lopez ha disputato 31 sfide tra nazioni in Coppa Davis per la Spagna tra il 2003 e il 2021. Ha aiutato la sua nazionale a trionfare quattro volte: nel 2008, 2009, 2011 e 2019, la prima edizione con il nuovo format, peraltro differente da quello di quest'anno.
"La Davis è una competizione speciale, ti dà l'opportunità di vivere emozioni che non provi nel circuito. Penso che il compito dell'ITF e della Federazione Italiana Tennis e Padel, che lavorano insieme, è di far capire ai giovani che significa la Davis - ha detto - Chi oggi ha 20, 21 anni non l'ha magari giocata ancora, e non sa cosa significa la Davis. Poi negli ultimi anni ci sono stati anche tanti cambiamenti. Il nostro lavoro è spiegare i valori della competizione. Credo comunque che il format attuale, a cui non è stato facile arrivare, sia adeguato al momento che sta vivendo il tennis. Abbiamo un turno in più con scontri diretti in casa di una delle due nazioni, che per me è l'essenza della Davis, e la Final 8, un format che mi piace e funziona".
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