

Dal Roland Garros, il coach di Sinner ha commentato i suoi progressi sulla terra battuta: "Abbiamo giocato solo due tornei sulla terra, ma migliora continuamente. Oggi è più completo e ha più soluzioni per vincere le partite"
di Samuele Diodato | 05 giugno 2025
Se Jannik Sinner è il giocatore che è, oggi, lo deve anche e soprattutto a sé stesso e alla scelta di un team la cui alchimia ha reso possibile l’ascesa al trono della classifica mondiale. Rendendolo un giocatore completo che, dopo aver vinto gli ultimi tre Grand Slam giocati sul cemento, giocherà domani la sua seconda semifinale consecutiva al Roland Garros, a riprova dei suoi miglioramenti – grazie al lavoro con i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill.
Proprio quest’ultimo ha parlato del percorso iniziato con Sinner in un momento decisivo per lui: “Quando Simone ha cominciato a lavorarci, era già tra i migliori, perché Riccardo Piatti aveva fatto un ottimo lavoro. In ogni caso, quando si lavora con uno così giovane, c’è del lavoro specifico da fare in diverse aree del gioco”, ha detto. “Simone lo ha aiutato a rafforzare il rovescio, il servizio, a migliorare le transizioni a rete. Credo che insieme, tutto il team, abbia reso Sinner un giocatore più completo”.
Tanto da migliorare, in questo senso, anche sulla terra battuta, nonostante non si tratti della sua superficie preferita: “Migliora match dopo match. L’unico problema, per uno che non ama la terra battuta, è che non gioca molto su quella superficie, e si fa fatica a fare esperienza. Si tratta di piccole cose che rendono la terra battuta speciale: cambi di direzione, movimenti, palle corte. Ma Sinner continua a migliore ad ogni partita".
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