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AusOpen, Sinner: "Primo set cruciale, domenica sarà una giornata speciale"

Il numero uno del mondo commenta così a caldo la vittoria contro Shelton e il ritorno in finale per il secondo anno consecutivo agli Australian Open: "Ho 23 anni, e il lavoro continua"

24 gennaio 2025

Jannik Sinner intervistato da jim Courier (Getty Images)

Jannik Sinner intervistato da jim Courier (Getty Images)

"Non so come ho fatto (a far girare il primo set), ma è stato un primo set molto duro, cruciale direi. Ho avvertito che non stava servendo al meglio né con le percentuali che avrebbe desiderato mentre entrambi abbiamo risposto meglio di come abbiamo servito. Il primo set è sempre importante, ti dà fiducia e sono contento di come ho gestito la situazione oggi". Ha commentato così Jannik Sinner, a caldo e al fianco di Jim Courier, il successo ottenuto in semifinale contro Ben Shelton in tre set, partendo dal primo parziale che lo ha visto strappare il servizio al suo rivale quando questo era alla battuta per chiudere il set.

Non è sfuggito all'occhio degli osservatori un fastidio accusato dall'azzurro alla coscia che in un paio di occasioni ha richiesto un intervento rapido da parte del fisioterapista per un piccolo massaggio: "Solo un po' di tensione, qualche crampo - ha tranquillizzato Sinner a fine match - Anche lui non stava bene con la gamba e ho provato a muoverlo per il campo cercando di restare aggressivo e la cosa oggi ha pagato. Era un match che poteva durare molto ma sono contento di averlo chiuso in tre set e di essere tornato in finale, ora vedremo quel che succederà domenica".

Le riflessioni poi virano sul team del numero uno del mondo, sulla sconfitta qui patita tre anni fa contro Stefanos Tsitsipas che lo indusse a cambiare coach innescando la progressione che nei mesi successivi lo ha portato sin sul tetto del mondo: "Penso di aver lavorato molto con ogni coach che ho avuto. A 13 anni ho fatto il primo grande cambio e quello è sempre un momento particolare - ha spiegato l'altoatesino - Oggi ho con me un team incredibile, hanno fatto di me un giocatore diverso. Ho due coach molto diversi: Simone è molto più tattico, era n.161 del mondo, mentre Darren era intorno ai primi 30 (risate, ndr). Simone ha sempre detto però che il suo obiettivo era quello di diventare un coach e devo dire che è un ottimo coach, abbiamo una splendida relazione, non siamo solo un team ma una famiglia ed è fantastico stare con loro. Per Darren sarà l'ultima stagione e sono contento di poter competere per un titolo Slam con lui al mio fianco, la stagione è ancora lunga ma significa molto provare a far sì che questo accada qui. Non voglio poi dimenticare i miei preparatori atletici altrimenti si offendono (altre risate, ndr), ma il lavoro continua, ho 23 anni e staremo a vedere".

Le ultime considerazioni sono invece per il rivale che l'attende domenica, Alexander Zverev, approdato in finale grazie al ritiro in semifinale di Novak Djokovic col tedesco in vantaggio di un set: "Con Zverev abbiamo giocato match molto duri in passato, è un giocatore incredibile a caccia del a suo primo Slam. Ci sarà ancora tensione ma sono contento di ritrovarmi ancora in questa posizione, domenica sarà una giornata speciale e cercherò di godermela sperando che sia anche una bella partita".

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