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Berrettini vs Rune: dove eravamo rimasti?

L'italiano non batte il danese dal 2022, poi solo sconfitte e ritiri. A Melbourne sarà la prima volta al meglio dei cinque set, e per il vincitore la ricompensa sarà più della qualificazione al terzo turno

di | 15 gennaio 2025

Holger Rune e Matteo Berrettini (Getty)

Holger Rune e Matteo Berrettini (Getty)

Holger Rune è per Matteo Berrettini memoria e nemesi. Affrontato quattro volte nel corso degli ultimi due anni, quelli per lui più dolorosi, scanditi da ogni tipo di infortunio, l'italiano è sempre uscito sconfitto: due volte sul campo, altrettante a causa di ritiri avvenuti prima o durante il match. Se tre indizi fanno una prova, quattro rivelano una verità, e la quinta uscita, in programma al secondo turno degli Australian Open, si spera possa ora dire qualcosa di diverso e rilanciare le ambizioni dell'ex n.6 del mondo. 

Perché se il futuro è una sliding door che spesso stentiamo a riconoscere, il sorteggio di Melbourne ha voluto invece assicurarsi che per Berrettini non ci fosse alcun dubbio ponendo sul sentiero del suo ritorno ai vertici colui contro cui si sono infranti i suoi ultimi sforzi per riuscirci. 

Non che Rune in questi ultimi due anni se la sia passata meglio. Dopo il suo best ranking centrato nell'agosto del 2023, il danese ha dato il via alla sua discesa libera nella classifica (oggi è 13°) collezionando acciacchi di varia natura, inanellando risultati deludenti (il suo ultimo titolo è datato 2022) e cambiando coach con la frequenza con cui si cambiano i calzini alla fine di una sessione di allenamento. 

Eppure, eccezion fatta per il quarto di finale di Acapulco del 2023 - chiuso col ritiro dell'azzurro quando il punteggio lo vedeva in svantaggio 60 10 - ogni qual volta se lo è ritrovato di fronte, Rune contro Berrettini è sembrato per un attimo dimenticare tutti i dubbi e gli interrogativi infliggendogli sconfitte rese ancor più dolorose dal fatto che si siano tutte consumate in coincidenza di primi turni o giù di lì. Vagiti strozzati in gola, a Cincinnati come a Shanghai (2024), mentre a Monte-Carlo (2023) il ritiro arrivò ancor prima di scendere in campo in quello che avrebbe dovuto essere il secondo ottavo di finale di una stagione chiusa con appena 26 partite all'attivo. 

I due però arrivano a questo appuntamento in condizioni ben diverse rispetto al passato. Rune, che aveva chiuso il suo 2024 con una semifinale nel Masters1000 di Bercy, nel suo primo match di quest'anno ha perso da Lehecka al primo turno di Brisbane per poi faticare cinque set prima di avere la meglio sul cinese Zhang. Berrettini, che il suo 2024 lo aveva invece chiuso da protagonista, contribuendo al secondo trionfo consecutivo in Coppa Davis dell'Italia, è anch'esso caduto anzitempo a Brisbane per mano dell'australiano Thompson, ma a Melbourne al primo turno si è liberato più agevolmente di Cameron Norrie, rivale dal ranking simile a quello del cinese. 

Poco per poter pensare a un pronostico. Ancor meno per azzardare una previsione. Ma abbastanza per aspettarsi una partita diversa dalle altre, finalmente più combattuta, e resa ancora più interessante dalla posta in palio rappresentata da un possibile terzo turno contro il polacco Hubert Hurkacz. Ma più che al turno successivo, per i due il match avrà ancor più importanza se valutato in chiave futura. Perché sarà il primo in cui si affronteranno al meglio dei cinque set, e l'occasione sarà buona anche per testare la loro condizione; e perché visto quanto fatto l'anno scorso in Australia (assente Berrettini, eliminato Rune al secondo turno) consentirà loro di mettere in cascina punti preziosi per il ranking esponendoli così nei prossimi tornei a tabelloni più indulgenti. Così da poter proseguire ognuno con la sua rincorsa, e darsi magari appuntamento nei dintorni di qualche finale o semifinale. Lasciandosi infine alle spalle incertezze e fragilità, e tornando a recitare quel ruolo da protagonisti cui ci avevano abituato e che troppo prematuramente era loro sfuggito di mano.

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