Sugli spalti, Zverev ha un sostenitore speciale, il nipote Mischa Junior, figlio del fratello. “Ha solo 6 anni ma già una conoscenza del tennis incredibile – spiega Alexander – e tra 15 anni potremmo vederlo protagonista su questi campi..."
29 agosto 2025
Nelle sue ultime quattro apparizioni a New York ha collezionato due quarti di finale (2023 e 2024), una semifinale (2021) e una finale, durissima da accettare nella sconfitta, nel 2020. Anche quest'anno Alexander Zverev procede a vele spiegate nell'ultimo Major stagionale, anche se l'approccio al torneo è stato diverso rispetto agli ultimi anni: meno aspettative e una condizione mentale tutta da ritrovare, dopo un periodo complicato e ammissioni dolorose su sensazioni tutt'altro che positive in merito alla propria vita personale. Battendo in tre set il britannico Fearnley, Sascha pare aver ritrovato il sorriso.
“Non c'è niente di meglio che stare qui, su questo campo, per giocare a tennis e fare quello che mi piace di fronte a un pubblico come quello di New York. Sento ancora tanta gioia, mi diverto molto in quello che è il mio mestiere”. E riguardo alla partita, nello specifico: “Lui ha giocato a tratti in modo incredibile, ha esibito degli scambi straordinari e in quei casi non c'era molto che potessi fare. Io non ho giocato male ma ho cercato di resistere e sono stato solido. Sono contento di aver chiuso in tre set. Di certo una prestazione migliore, da parte mia, rispetto a quella di primo turno”.
E ancora, per rimarcare il concetto: “Mi piace essere nella condizione in cui sono. Sono numero 3 al mondo e spesso le attenzioni sono su di me, gli avversari danno il meglio per battermi, ma questa è una situazione inevitabile se ti trovi fra i migliori giocatori al mondo. È meglio essere numero 3 che numero 50 o 60. Il livello medio è cresciuto tantissimo, tuttavia, e questa partita ne è la dimostrazione più chiara: se non stai attento rischi contro chiunque, non importa se sei numero 3 al mondo e giochi contro uno di classifica inferiore”.
Il sorriso di Zverev si apre ancora di più – vai a capire se è un sorriso reale o piuttosto un po' amaro – di fronte a una domanda che un po' tutti ci siamo fatti, mettendoci nei suoi panni: quando tutto il mondo parla dei 'Big 2', al secolo Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, lui, Sascha, cosa prova? “Va bene così – dice il tedesco – perché loro meritano tutta l'attenzione che stanno ricevendo. Sono qui per cercare di rovinargli la festa, quindi vediamo”.
Sugli spalti, Zverev ha un sostenitore speciale, il nipote Mischa Junior, figlio del fratello. “Ha una conoscenza del tennis incredibile – spiega Alexander – malgrado abbia solo 6 anni. Anche se a volte viene da me e mi dice: 'so che oggi vincerai facilmente'. E io gli rispondo, 'come lo sai?'. La sua risposta: 'Perché l'ultima volta contro di lui hai vinto senza problemi'. E allora mi tocca spiegargli che il tennis non funziona proprio così... A parte questo: gioca tre ore al giorno, più di tutti noi, e credo che tra una quindicina d'anni potremo vederlo su questi campi”.
Al prossimo turno, per Sascha, c'è Felix Auger-Aliassime, avversario complicato contro cui ha giocato ben 8 volte, vincendo in 6 occasioni: “Quando gioca bene – spiega il tedesco – gioca molto bene, ma per contro quando gioca male gioca molto male. Adesso è al terzo turno di uno Slam, dunque suppongo sia un buon periodo di forma. Storicamente, è una partita che ho saputo gestire piuttosto bene, dunque spero di continuare su questa strada anche stavolta”. Per mantenere quel sorriso che di recente se n'era andato.