Novak Djokovic ha rischiato poco di fronte a Learner Tien, producendo una prestazione a tratti solida e chiudendo in tre set, ma con qualche preoccupazione. L'intervista post match è anche l'occasione per lanciare una sfida a Serena Williams
25 agosto 2025
Persino chi lo conosce bene temeva questo suo esordio. Invece, Novak Djokovic ha rischiato poco di fronte a Learner Tien, producendo una prestazione a tratti solida che scaccia almeno in parte i dubbi di inizio torneo. Solo in parte perché, come lo stesso Novak ha spiegato alla stampa, la preoccupazione è legata a una stanchezza fisica difficilmente spiegabile per una sfida di questo genere.
“Ho cominciato molto bene la partita – spiega Nole – e i quei primi 20 minuti mi sentivo alla grande. Poi lui ha cominciato ad allungare gli scambi e non so nemmeno io per quale motivo mi sono sentito in difficoltà sotto il profilo fisico. Ho sbagliato qualcosa di troppo e l'incontro si è fatto equilibrato, gli ho permesso di rientrare. Sono contento di essere riuscito a fare un reset e poi a chiudere nel modo migliore il terzo. La vescica? Nulla di serio, le mie difficoltà non erano legate a questo”.
E ancora, per sottolineare il concetto: “Ci sono cose positive che posso prendere, ma sono anche preoccupato per quel calo nel secondo. Ora avrò due giorni di riposo e spero di riprendermi, ma sono cose che non dovrebbero accadere, anche perché non ho nessun infortunio a darmi fastidio. L'entrata nel torneo, contro un talento americano per giunta, non è mai semplice, e alla fine mi è servita l'esperienza per buttare di là una palla in più nei momenti delicati della partita”.
Dell'ex numero 1 si conosce quasi tutto, in campo. Così è bello esplorare pure temi off court. Djokovic, da sempre, è uno che ama imparare e ama parlare lingue diverse. “Non so in quante posso considerarmi fluente, ma in molte so di potermela cavare quando arrivo in un Paese e devo comunicare con le persone. In Serbia diciamo che se tu ti sforzi di imparare idiomi diversi, la gente avrà più rispetto per te perché stai imparando la loro lingua, e in più io ho sempre avuto questa passione, fin da piccolo. Sono intorno a quota 7 e ne voglio imparare ancora: voglio imparare il greco e il russo, oltre che affinare il mio spagnolo. Ho ancora un po' di tempo davanti a me per imparare altre lingue. Il mondo del tennis, in questo, aiuta perché ogni giorno puoi interagire con persone di provenienze e culture diverse”.
Intanto, come ogni anno, è andata in scena l'introduzione di nuovi campioni alla Hall of Fame. Con Serena Williams che ha accompagnato l'ingresso di Maria Sharapova. “Per me è stato piuttosto sorprendente vederle insieme – spiega il serbo – ma è stato un bel gesto da parte di Serena, dopo che per tanti anni hanno vissuto una rivalità così importante in campo. Proprio Serena è stata molto onesta nel suo discorso, raccontando di quanto in fondo fossero simili in campo, molto più di quanto la gente avrebbe pensato vedendo due caratteri così diversi. È stata in grado di spiegare il concetto molto bene".
Poi, a sorpresa, Nole lancia un appello. "Maria ha meritato il premio per tutto quello che ha fatto nel nostro mondo. E rivedere Serena è sempre bello, ci manca molto. Anzi, voglio lanciarle una sfida: visto che non ti sei ancora ritirata ufficialmente, rientra nel Tour il prossimo anno! Lei è una che le sfida non le rifiuta mai”. Ora non resta che attendere la risposta.