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Gauff e l’approccio alla Alcaraz: “Provo a prenderlo come modello”

Conquistata la semifinale al Roland Garros grazie alla rimonta contro Madison Keys, Coco Gauff racconta di ispirarsi – anche – a Carlos Alcaraz: “In campo sorride, si diverte e si gode la vita”. La sua futura avversaria Lois Boisson: “La mia semifinale un miracolo? No, solo frutto del lavoro. E non voglio fermarmi qui”

04 giugno 2025

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Come già lo scorso anno, anche stavolta per conquistare la semifinale del Roland Garros Coco Gauff è stata costretta a rimontare un set di svantaggio, di fronte a un’avversaria sempre pericolosissima come Madison Keys. Ma ce l’ha fatta (6-7 6-4 6-1) e si gode il traguardo, sognando (almeno) una terza finale Slam.

Sono onorata di essere in semifinale – ha detto in conferenza stampa – e felice di come sono riuscita a lottare. All’inizio del match non riuscivo a sentire la palla come avrei voluto, così ho preso una racchetta con una tensione diversa, più alta. Non so dire se mi abbia aiutato: a volte è solo una questione mentale, pensi di aver cambiato qualcosa, ti convinci che andrà meglio e ciò succede. Ma di certo dall’1-4 sono salita sul 5-4, quindi ha funzionato. Non sono soddisfatta di come ho giocato il tie-break, sono stata troppo passiva, così ho cercato di fare meglio nel secondo e nel terzo set. Anche se giocare in maniera aggressiva contro Madison è diverso che contro qualsiasi altra avversaria: è molto difficile”.

A motivare Coco nelle situazioni delicate salta spesso fuori un episodio di quando era ragazzina, e all’Orange Bowl riuscì a recuperare – e vincere – un match dopo essere stata in vantaggio per 6-1 5-1. “Non ci ho pensato oggi – ha spiegato – ma l’ho fatto tante volte, è un fatto che mi è rimasto impresso. Significa che ho in me, fin da ragazzina, uno spirito combattivo. Quando le cose diventano difficili so di potercela ancora fare, perché ce l’ho già fatta altre volte. Sono una persona molto competitiva, non solo nel tennis, ma in generale. Amo la vittoria, la desidero e questo mi aiuta. La mia filosofia è di lasciare sempre in campo tutto ciò che ho: in tal caso, se va male, la sconfitta ferisce meno di quando è accompagnata dai rimpianti.

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Un altro esempio che Coco sta cercando di seguire è quello di Carlos Alcaraz, o meglio ancora la sua mentalità emersa chiaramente dalla docu-serie Netflix a lui dedicata: per poter giocare al meglio, ha bisogno di prendersi i suoi momenti di stacco totale dal tennis.

“Funziona anche per me – ha spiegato Coco –, ed è qualcosa che sto provando ad attuare. Troppo spesso mi sono sentita come rinchiusa nel tennis. Quando sei più piccola non è un problema: i tornei sono molti meno delle settimane a casa, mentre oggi è il contrario. L’ho detto anche a Carlos, voglio provare a seguire il suo esempio: mi ispira vederlo sorridere in campo, divertirsi, godersi la vita. È un’ottima filosofia, aiuta a giocare meglio. Non credo mi vedrete mai sorridere in campo quanto fa lui, ma vorrei farlo di più. Sono una persona molto seria, ma devo cercare di ricordarmi che in fondo il tennis è solo un gioco, quindi di trattarlo come tale. Lo spirito combattivo ce l’ho di natura, mentre devo lavorare per cercare di avere un approccio più positivo”.

Per la Gauff, in semifinale ci sarà la rivelazione del torneo Lois Boisson, francese, wild card numero 361 del mondo, protagonista di un torneo da favola. “Cosa mi aspetto? Ho giocato contro Jasmine Paolini a Roma, contro Jasmine e Sara Errani in doppio, contro Garcia/Mladenovic qui a Parigi. Ho una certa esperienza nel giocare di fronte a un pubblico che non tifa per me. Generalmente ho due modi per gestire la situazione: o faccio finta che stiano tifando per me, oppure provo a usare la situazione a mio favore, a non lasciarmi condizionare. Mi è capitato anche di giocare di fronte a stadi schierati al 99% dalla mia parte, quindi non ci sono problemi. Mi auguro ci sia rispetto, ma se non sarà così sarà fico comunque. Rende lo sport più divertente: non posso arrabbiarmi se qualcuno tifa per l’idolo di casa, perché farei lo stesso. Cercherò di prepararmi a dovere e mi aspetto di essere pronta a gestire la situazione”.

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LOIS BOISSON

Come detto, per Coco Gauff giovedì ci sarà la francese Lois Boisson, passata per 7-6 6-3 contro Mirra Andreeva. “Quanto sta succedendo – ha detto – è incredibile. Sono davvero tanto felice e fiera di me stessa. Ho vinto tante partite difficili, ma non mi voglio fermare qui. Se è un miracolo? Non penso. Credo siano solo i frutti di tutto il lavoro che ho sempre messo in campo sin da quando ho iniziato a giocare a tennis, e dell’impegno nel periodo di riabilitazione dello sport anno. Nulla di più”.

“Futuro? Non ci voglio pensare. Non voglio pensare a nulla che non sia il Roland Garros, voglio rimanere concentrata su questo torneo. Devo prepararmi per la prossima partita, al resto ci penserò in seguito. Sto cercando di rimanere in questa bolla, lasciando fuori tutto il resto. Non guardo i social, non guardo nulla. Avrà tempo di pensare a tutto il resto al termine del torneo”.

Insieme a lei, sogna tutta la Francia. Ma per Lois non è un problema in termini di pressione. “La pressione è normale, la sentono tutti. È qualcosa con cui bisogna imparare a convivere, altrimenti diventa difficile vincere anche una sola partita. Sto provando a fare del mio meglio e il pubblico non è di certo qualcosa che mi mette pressione. Perché sono con me, e io adoro giocare davanti a tanta gente, sentire gridare il mio nome dopo che vinto un punto. Capisco che per le mie avversarie possa essere una situazione difficile, ma per me è davvero bello sentire tutto questo supporto. Se ho mai sognato di vincere qui? Certo, come ogni ragazzina che gioca a tennis sogna di vincere uno Slam. Quindi sì, sto vivendo un sogno. Ma il mio sogno è di vincere il torneo, non di arrivare in semifinale. Farò del mio meglio per riuscirci”.

Fra le chiavi delle sue vittorie, e dalla sua crescita in generale, la completa mutazione in campo negli ultimi anni: da giocatrice molto emotiva, fin troppo, è diventata tranquilla e pacata. “Un tempo ero troppo emotiva – ha spiegato – e questo condizionava il mio gioco. Poi ho capito che se avessi continuato così non sarei andata da nessuna parte. Lo stop per infortunio mi ha dato molto tempo per riflettere e imparare a gestire le emozioni. Ci ho lavorato anche con uno psicologo: mi ha aiutato a capire le mie emozioni. Il mio tennis, invece, è sempre stato così, molto vario. L’ho affinato negli anni e continuo a farlo”.

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