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Aryna all’attacco, coi consigli di Nole: “Imparo dal migliore”

Felice per il successo agli ottavi contro Elise Mertens, Aryna Sabalenka ha parlato della sua capacità di gestire per avversarie più fastidiose, e dell’impatto avuto da Novak Djokovic sulla sua crescita. “Ci siamo confrontati tante volte – ha spiegato – e mi ha sempre lasciato qualcosa, su vari aspetti”

06 luglio 2025

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Aryna Sabalenka è numero uno del mondo con pieno merito, ha vinto l’Australian Open (2 volte) e lo Us Open, ma non sarà davvero soddisfatta della propria carriera fino a quando non riuscirà ad alzare al cielo anche il trofeo di Wimbledon. Fino a qui, all’AELTC la bielorussa ha giocato al massimo due semifinali, ma questo sembra decisamente l’anno buono per fare meglio, come dimostrato anche nel duello vinto agli ottavi contro Elise Mertens (6-4 7-6), con la conta dei tie-break vinti di fila allungata fino a 14. “Durante gli incontri – ha detto in conferenza stampa – cerco di non pensare alle statistiche, e questo mi aiuta a stare concentrata dal primo all’ultimo punto di un tie-break. Sono sempre rischiosi, basta poco perché vada da una parte come dall’altra. È fondamentale rimanere attaccata a ogni punto e cercare di essere aggressiva, lasciando da parte le emozioni”.

Contro la Mertens l’ha fatto di nuovo benissimo, vincendo un duello non banale. “Sono molto contenta della mia prestazione, contro un’avversaria difficile. Sapevo che avrebbe provato a rallentare il gioco, a usare lo slice, a crearmi delle difficoltà. Ho provato a rimanere tranquilla, senza forzare su determinate palle, e ho cercato di andare a rete quando possibile. La strategia era sostanzialmente questa: proporre un tennis aggressivo ma non avere fretta, e cercare la via della rete. È un aspetto del gioco sul quale sto lavorando. Per andare a rete bisogna giocare senza paura: non sono ancora a quel punto, ma ho fiducia nel mio gioco a rete dunque quando c’è la possibilità ci provo, pur non sapendo ancora farlo nella maniera ideale. Per esempio, mi piacerebbe introdurre qualche serve&volley: a volte mi rendo conto di attendere troppo a fondo campo, quando scendendo a rete potrei chiudere il punto più rapidamente. Ci stiamo lavorando e spero di riuscire un giorno ad aggiungere questa soluzione al mio tennis”.

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Battuta un’avversaria non facile, Aryna ne avrà un’altra complicata ai quarti, la tedesca Laura Siegemund. “Non è una giocatrice semplice da affrontare, specialmente sull’erba, per via del suo stile di gioco. Ti obbliga a tenere il baricentro basso, a lavorare molto con le gambe. È fastidioso, ma ho affrontato tante giocatrici simili, che usano slice, discese a rete, pallonetti. Mentalmente credo di essere pronta per una sfida simile. Il segreto è non avere fretta e non lasciarsi prendere dalla frustrazione, cercando di rimanere concentrate sul proprio gioco. So che, se riesco a farlo e lotto su ogni punto, senza perdere energie mentali nel badare a ciò che fa lei, ho nel mio tennis sufficiente varietà anche per contrastare uno stile come quello di Laura”.

Inoltre, Aryna avrà dalla sua parte anche il pubblico di Londra, che una volta smarrita Emma Raducanu l’ha “adottata” come sua preferita. “Oggi ho sentito molto il supporto della gente – ha detto – al punto che non avuto bisogno di convincere me stessa che stessero tifando per me. Era davvero così. Non c’è nulla di meglio che sentire tanto appoggio. Mi ha fatto molto piacere. Spero possa essere così fino alla fine, e che possano darmi l’energia necessaria per affrontare le prossime sfide che mi attendono”. Il tutto, verso il grande obiettivo di vincere per la prima volta il titolo sul Centre Court. “È sempre stato il mio sogno, e non l’ho ancora raggiunto. Qui ho dovuto fare i conti con tante delusioni, quindi mi auguro di riuscire un giorno a vincere, per scoprire se è davvero come ho sempre immaginato.

Un altro aspetto interessante del torneo di Aryna, è che sin dal primo turno non ha avuto partite facili. Le ha vinte tutte in due set, ma mai passeggiando, alzando il livello nei momenti chiave. Un buon viatico da portarsi nelle fasi finali. “Anche al Roland Garros – ha detto – ho giocato tanti match complicati. Amo queste sfide. Vincere match non semplici aiuta a migliorare il proprio tennis. È come se vittoria dopo vittoria il livello continui a salire. Qui lo sto avvertendo: cresco mentalmente e fisicamente. E mi auguro di continuare a farlo".

Dalla sua, Aryna ha anche i consigli di un mentore d’eccezione come Novak Djokovic, uno che sa bene come si vincere il titolo all’All England Club, tanto da averne già sette in bacheca. “Parlare spesso con lui mi ha aiutato, in numerose occasioni. Ogni volta che mi confronto con lui mi porto a casa qualcosa. Ha una conoscenza enorme del gioco. Negli anni abbiamo parlato di tanti aspetti diversi: come gestire l’energia, la parte mentale del gioco, come approcciare le grandi finali. Mi ha anche aiutato sula risposta e mi prende sempre in giro per come cerco di imitarlo. Ma signori, funziona. Sto copiando il migliore di tutti. Se invece devo dire da quale avversaria ho imparato di più, direi Ashleigh Barty. Era una giocatrice davvero intelligente, che capiva il gioco alla grande. In quello è stata la migliore”.

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