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Padel

L’elite del padel? Un affare per pochi (e l’Italia c’è)

Fra i primi 100 giocatori del ranking mondiale maschile FIP sono rappresentate solamente otto nazioni, e solo quattro di queste con più di un giocatore. Colpa del dominio spagnolo, con ben 69 top-100 sotto la stessa bandiera. Grazie a tre oriundi (e un super Cassetta), l’Italia è la terza forza dopo i due giganti Spagna e Argentina

di | 27 agosto 2024

Nella classifica mondiale maschile FIP sono presenti circa 1.800 giocatori, in rappresentanza di oltre 70 nazioni. Ma se si stringe il raggio di ricerca ai soli giocatori professionisti, considerando dunque come campione la top-100 del ranking, trova conferma la tesi secondo la quale il padel di altissimo livello è ancora un affare per pochi eletti. Colpa, se così la si può definire, dell’enorme tradizione della Spagna, paese che sforna campioni – ma anche ottimi giocatori – con grande frequenza. Importantissima, seppur nettamente minore, anche l’incidenza dell’Argentina.

Esaminando l’ultima classifica pubblicata dall’International Padel Federation, quella di lunedì 26 agosto, si nota che 89 dei primi 100 giocatori del mondo provengono da soli due paesi, con 69 spagnoli e 20 argentini. E il totale sarebbe ancora più alto se Antonio Luque non avesse deciso di giocare per il Portogallo invece che per la Spagna, e i tre italo-argentini Denis Perino, Aris Patiniotis e Facundo Dominguez non avessero optato per il nostro paese piuttosto che per quello nel quale sono nati. Il dato più impressionante è che nella top-100 trovano posto complessivamente soltanto otto bandiere differenti, che sarebbero sette senza la già citata questione Luque che ha dato un posto al Portogallo.

La terza nazione con più top-100 è l’Italia con quattro, seguita dai tre del Brasile (ma c’è ancora Pablo Lima, che si è ritirato). Nessun altro paese può invece vantare più di un giocatore nei primi 100: ne hanno uno solo Cile, Svezia, Portogallo e Belgio. Da notare come il divario numerico fra Spagna e Argentina aumenti parecchio con l’avanzare delle posizioni. Nella top-20 l’albiceleste si difende egregiamente, con 8 giocatori contro i 12 della “roja”, ma poi ha soltanto altri 12 rappresentanti nelle successive 80 posizioni. Una differenza frutto del fatto che prima dell’avvento di Premier Padel il circuito maggiore fosse sviluppato quasi solamente in Spagna, con dunque più difficoltà logistiche per i sudamericani obbligati a una scelta di vita per inseguire il sogno del padel “pro”.

Lo svedese Daniel Windahl: fra gli europei (spagnoli esclusi) è il migliore al mondo (foto Giampiero Sposito)

LA TOP-100 DEL RANKING MONDIALE FIP

Top-10: 6 spagnoli, 4 argentini.
Pos. 11-20: 6 spagnoli, 4 argentini.
Pos. 21-30: 6 spagnoli, 3 brasiliani (con Pablo Lima), 1 argentino.
Pos. 31-40: 6 spagnoli, 4 argentini.
Pos. 41-50: 8 spagnoli, 2 argentini.
Pos. 51-60: 5 spagnoli, 2 argentini, 2 italiani, 1 cileno.
Pos. 61-70: 9 spagnoli, 1 svedese.
Pos. 71-80: 7 spagnoli, 2 argentini, 1 italiano.
Pos. 81-90: 8 spagnoli, 1 argentino, 1 portoghese.
Pos. 91-100: 8 spagnoli, 1 italiano, 1 belga.

TOP-50: 32 spagnoli, 15 argentini, 3 brasiliani.
TOP-100: 69 spagnoli, 20 argentini, 4 italiani, 3 brasiliani, 1 cileno, 1 svedese, 1 portoghese, 1 belga.

In sostanza, per il momento Spagna e Argentina rimangono di un’altra categoria, e ci vorranno ancora anni – e investimenti di tanti – prima che il divario quantitativo (senza arrivare a quello qualitativo) inizi a ridursi. Ma alle loro spalle l’Italia inizia ad avere un ruolo sempre più importante e non è solo merito degli oriundi, ossia tre dei nostri quattro top-100. Perché ne abbiamo anche uno fatto in casa, Marco Cassetta che la scorsa settimana ha vinto il torneo FIP Rise “Box to Box” di Bandol (Francia) ritoccando il proprio best ranking, al numero 97 della classifica. Può sembrare poco, ma dati alla mano è un risultato enorme: escludendo (per ovvi motivi) gli spagnoli, il torinese è oggi il secondo miglior giocatore europeo, alle spalle del solo Daniel Windahl. Un traguardo il cui spessore è direttamente proporzionale all’enorme crescita che il padel sta vivendo il numerosi paesi europei.

A proposito di Windahl: lo svedese, ex buon tennista (è stato n.55 al mondo da under 18) virato sul padel con tanta volontà e un rapido trasferimento in Spagna, si può considerare il miglior giocatore europeo, sempre escludendo gli spagnoli. Sino a qui, nessuno come lui ha saputo avvicinarsi ai più forti, riscattando nel padel un percorso tennistico frenato da pressioni psicologiche che l’aveva portato al ritiro a soli 20 anni. Oggi Windahl è numero 61 del mondo, ha già assaggiato la top-50 e frequenta con continuità il tabellone principale dei tornei Premier Padel.

Il terzo (e ultimo) europeo non spagnolo nei primi 100 è il belga Clement Geens, che grazie a due titoli di fila in due tornei di categoria FIP Rise ha regalato per la prima volta il traguardo al suo paese, raggiungendo il numero 100. Assente la Francia, che però ha avuto di recente un top-100 con Thomas Leygue e prima ancora un super giocatore con Ben Tison. Al numero 121 il miglior atleta della Gran Bretagna, mentre per trovare una bandiera diversa da quelle citate sin qui bisogna scendere fino al numero 172 del qatariota Mohammed Saadon Alkuwari. Dati che rendono bene l’idea di quanto ancora sia complicato scalare la classifica mondiale per chi è nato lontano da Spagna o Argentina.

Il belga Clement Geens: ha raggiunto la top-100 regalando un traguardo storico al Belgio

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