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Semifinalisti in coppia al BNL Italy Major, Javi Leal e Fran Guerrero condividono una storia comune fin da piccolissimi: nati a due soli giorni di distanza nel luglio del 2003, dieci anni dopo vinsero insieme il campionato nazionale spagnolo, categoria under 10. Altri 12 anni più tardi bussano alla porta dell’èlite
di Marco Caldara | 21 giugno 2025
Da qualche parte era scritto che sarebbe andata così, fin da quando Javier Leal e Francisco Guerrero – che secondo le abbreviazioni tipiche del padel diventano Javi e Fran – hanno deciso di impugnare una pala per la prima volta. Perché i due andalusi diventati la coppia rivelazione del BNL Italy Major, il primo di El Puerto de Santa Maria (come Juan Lebron) e il secondo di Malaga, sono nati a due soli giorni di distanza nel luglio del 2003 e con la racchetta in mano si sono piaciuti presto, tanto da iniziare a dividere il campo già da piccolissimi.
Ma piccolissimi davvero: in rete circola una foto dei due insieme in occasione del titolo ai campionati nazionali giovanili di Spagna del 2013, a Marbella nella categoria benjamin, l’equivalente del nostro under 10. Erano bambini alle prime armi, ma avevano già le idee chiare e le qualità che una dozzina d’anni più tardi li hanno resi protagonisti, di nuovo in coppia, in uno dei quattro tornei più importanti al mondo. Un sodalizio vecchio ma nuovo nel mondo dei professionisti, visto che la loro (ri)unione risale a poco più di un mese fa, prima della trasferta in Sudamerica.
Ma a Roma hanno impiegato gran poco per ritrovare il feeling dei tempi dei menores, come li chiamano in Spagna, battendo prima Di Nenno/Tello, poi Nieto/Yanguas in un match bellissimo e quindi strappando un set in semifinale ai numeri uno Coello/Tapia. Il sogno è finito dopo quel tie-break, ma il traguardo rimane e promette di dare nuove certezze a entrambi, da tempo etichettati come due dei possibili crack del futuro. Fino a qui avevano espresso solo in parte il loro potenziale, ma il risultatone del Foro Italico può davvero fungere da trampolino di lancio.
Pur non essendo un gigante, Javi – da sinistra – sa diventare Le(t)al quando colpisce lo smash, da ogni lato del campo, ma soprattutto impressiona per grinta, generosità, fame, ambizioni. Ha i tratti del personaggio (di quelli che al padel un po’ mancano) e la voglia di emergere gliela si legge sul viso, negli occhi che diventano di fuoco quando c’è da combattere in campo. Guerrero, invece, da buon giocatore di destra all’apparenza preferisce la sostanza, ma si destreggia ugualmente bene. In primis perché di sostanza ne ha parecchia, e poi perché quando c’è da metterci los huevos non è tipo che si tira indietro.
Al Foro Italico è stato più volte lui a caricare il pubblico del Centrale, provando a ricevere energia per vincere la partita più importante della sua carriera. Un mix, quello col compagno, che diventa esplosivo e difficile da contrastare, specialmente in condizioni molto rapide. Ma al di là del loro modo (eccellente) di giocare a padel, della coppia ha colpito il carisma, la capacità di esaltarsi esaltando, ma anche di tenere i nervi saldi nei momenti chiave, solitamente terreno di conquista dei più forti. Invece, i tre tie-break giocati fra ottavi, quarti e semifinale li hanno vinti tutti loro, di carattere e personalità.
Lo spazio per farsi strada costantemente nei tornei non è molto, ma in questo momento c’è, perché escludendo le prime tre coppie (o due e mezzo) della classifica fra le altre nessuna pare imbattibile. Specialmente per due ragazzi che hanno poco da invidiare a chi gli sta davanti in classifica. Coi punti di Roma sono saliti in decima posizione nella graduatoria delle coppie: la distanza dal numero 8 (che vuol dire evitare le prime 7 prima dei quarti) è ampia, ma colmabile. È quello il prossimo step da compiere per provare ad arrivare in altissimo.
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